Ivrea, dagli scavi del gas i resti dell’antico Battistero romano
IVREA. Gli scavi tra via Cattedrale, piazza Castello e via delle Torri per la posa di nuove condutture della rete gas metano portano alla luce nuovi dati archeologici sull’antica Eporedia. In particolare, si tratta di uno spaccato della storia di Ivrea esteso dall’età romana a quella romanica, che conferma la ricchezza del deposito archeologico nella “città alta”. Vicino al Castello, precedenti indagini archeologiche avevano già individuato l’angolo nordoccidentale di un edificio pubblico di età romana, probabilmente un tempio, fondato sul substrato roccioso affiorante in questa parte della città. Anche adesso, in occasione della sostituzione della rete gas, sono emerse strutture riferibili all’edilizia pubblica di epoca romana: si tratta di due basi angolari visibili per m 1 x 2, sorprendentemente conservate in alzato per quasi un metro e rivestite con uno spesso strato di cocciopesto, dipinto di rosso. E’ stata individuata inoltre una articolata sequenza di contesti stratigrafici e suoli, in corso di studio, che si susseguono dopo l’età romana e su cui, fanno sapere dal Comune, «è prematuro formulare ipotesi eccetto che per i resti di un edificio a pianta centrale, le cui pareti interne sono intonacate, che potrebbe essere interpretabile come l’antico battistero».
Ivrea è diocesi autonoma tra la fine del IV e gli inizi del V secolo e la tradizione storiografica ritiene che il primo vescovo sia stato Eulogio, intorno alla metà del V secolo, a cui si attribuisce anche la costruzione della prima chiesa episcopale. Della fase paleocristiana della cattedrale sono stati individuati lacerti della pavimentazione intorno agli anni 2000, in occasione del restauro della cripta e delle contestuali indagini stratigrafiche dirette dall’allora Soprintendenza Archeologica del Piemonte.
Forse la chiesa episcopale era già dotata di un battistero autonomo ed esterno fin dalle origini ma i limiti dello scavo attuale non hanno consentito di verificare l’assetto del complesso paleocristiano. Sicuramente l’edificio a pianta centrale interpretabile come battistero presenta caratteri strutturali (apparecchiatura muraria, caratterizzazione delle malte) che orientano maggiormente verso l’epoca romanica. A questo periodo si datano anche alcune sepolture, una in particolare che si addossava all’esterno del battistero, di forma antropomorfa, con il caratteristico “cuscino” in pietra per la deposizione del capo e rivestita da intonaco/cocciopesto. Di un’altra tomba privilegiata, addossata al probabile lato di ingresso, si sono trovate ancora le lastre di copertura in pietra. Nel corso del Medioevo, o forse addirittura in epoca successiva, nello spazio esterno dell’edificio si scavò una fossa/ ossario per seppellirvi i resti scheletrici provenienti dalle bonifiche delle aree cimiteriali circostanti la Cattedrale. Lo studio delle murature dovrà essere accompagnato da quello dei materiali recuperati negli strati di riempimento e relativi alle demolizioni degli edifici e alle loro finiture decorative: lastrine di marmo di vari colori, frammenti di intonaci dipinti, resti di pavimenti in cocciopesto.