Padova, inchiesta Pantano: Esercito e Ater vanno risarciti con 90 mila euro
PADOVA. La Corte di Cassazione dichiara inammissibili i ricorsi e li costringe a pagare i dovuti risarcimenti. Dopo la prescrizione (che vuol dire che è passato troppo tempo perché un reato possa ancora essere perseguito) Aldo Luciano Marcon, 72 anni, architetto di Padova all’epoca dei fatti direttore generale dell’Ater di Venezia e di Padova, Roberto Lasalvia, 57 anni, tenente colonnello dell’esercito e Nick Favero, 44 anni, impresario di Cittadella, dovranno risarcire 5 mila euro all’Ater di Venezia (Marcon) e 85 mila al Ministero della Difesa (Lasalvia). Anche Favero dovrà risarcire il Ministero per danno d’immagine.
L’inchiesta
L’inchiesta, coordinata dalla procura di Padova, ruotava attorno a una fitta rete di relazioni tra pubblici amministratori, dipendenti degli enti locali e imprenditori. Una rete talmente vischiosa da giustificare la denominazione dell’indagine con il termine “Pantano”. Il giorno zero è il 21 ottobre 2013 quando vengono arrestati tre impresari: Andrea Caporello, Manuel Marcon e Roberto Unizzi. Due di loro avevano parlato di gare d’appalto con ditte pronte a formare cartelli stabilendo a tavolino chi avrebbe vinto, salvo poi dividersi la torta; nel caso di affidamenti diretti l’elenco, da cui “pescare” il vincitore, era indicato da uno degli impresari che inseriva le ditte-amiche e, a turno, si andava all’incasso. Insomma un sistema di turbativa d’asta e corruzione fatto di favori e regalie in cambio di gare d’appalto o affidamenti diretti, coinvolgendo Provincia e Comune di Padova, Ater di Padova e di Venezia.
La sentenza
Dopo pesanti condanne in primo grado, tutto si è concluso in appello con 7 assoluzioni nel merito, 8 per intervenuta prescrizione e una condanna confermata ma ridotta.
L’architetto Aldo Luciano Marcon è stato assolto nel merito per turbativa d’asta e corruzione “perché il fatto non sussiste”, così come l’ufficiale Roberto Lasalvia (quest’ultimo per alcuni episodi di abuso d’ufficio e per una turbativa d’asta). Assolto per non aver commesso alcuna turbativa d’asta l’impresario Nick Favero. Perché? Prescrizione e inutilizzabilità delle intercettazioni hanno spazzato via gran parte del lavoro investigativo. Proprio le intercettazioni avevano infatti avuto un ruolo chiave all’interno dell’inchiesta. Decisive erano state quelle telefoniche svolte nell’ambito di un altro procedimento penale. Ed il problema era proprio questo: essendo state autorizzate per provare altri reati, quelle intercettazioni non potevano essere usate in un diverso contesto investigativo.
Per quanto riguarda invece la prescrizione «i reati ipotizzati sono stati commessi tra il 2010 e il giugno-agosto 2012» si legge nelle motivazioni. Per tutti i reati il termine della prescrizione è stato calcolato in 7 anni e 6 mesi, termine scattato quindi tra il giugno 2018 al giugno 2019. Grazie alla prescrizione insieme ad altri è uscito di scena anche l’ex parlamentare di Alleanza nazionale (oggi Fratelli d’Italia) Filippo Ascierto, assolto per malversazione ai danni del Comune .