Papà comacchiese di 44 anni precipita e muore a Cervia. La caduta per un guasto alla gru mentre potava

Comacchio piange Pierantonio Ferraresi, conosciuto da tutti come Antonio. Aveva tre figli piccoli. Il sindaco Negri: «È inaccettabile» 

CERVIA. A dare l’allarme sono stati i colleghi sotto choc. È infatti davanti ai loro occhi che si è verificata la tragedia costata la vita a Pierantonio Ferraresi, conosciuto da tutti come Antonio. L’uomo, 44enne di Comacchio, sposato e padre di tre figli, tifoso della Spal ed ex calciatore (ha giocato anche nel Ravennate, nelle fila della Reno Sant’Alberto), ha perso la vita nella tarda mattinata di ieri a Cervia. Vani purtroppo i soccorsi; troppo gravi le ferite riportate nell’impatto al suolo dopo essere precipitato da un’altezza di una decina di metri.

LA DINAMICA

Secondo quanto ricostruito finora dalle forze dell’ordine grazie anche alle testimonianze degli altri lavoratori, l’operaio (che stava effettuando la potatura di alcuni pini in via Capua secondo un piano di interventi di sistemazione del verde pubblico partito lo scorso autunno e affidato alla ditta Delta Ambiente per cui la vittima lavorava da una ventina di anni) si trovava su un cestello issato per il taglio dei rami quando, per cause in corso di accertamento, sarebbe precipitato in seguito alla rottura del braccio di una gru.

Un cedimento improvviso che non ha lasciato scampo all’uomo e sulle cui cause (pare che il mezzo fosse stato sottoposto a un collaudo prima dell’estate) sono in corso indagini da parte dei carabinieri della compagnia di Cervia-Milano Marittima e del personale della Medicina del lavoro, intervenuti sul posto insieme al 118 e al procuratore capo Daniele Barberini.

Saranno ora le autorità preposte e la magistratura a fare luce sull’incidente, sull’esatta dinamica e su eventuali profili di responsabilità. Decisiva sarà la consulenza tecnica sul mezzo, che è stato posto sotto sequestro; al momento sulla sciagura è stato aperto un fascicolo per omicidio colposo ma senza indagati.

Un dramma che torna a riproporre il tema della sicurezza, sollevato dai sindacati (tornati, con una nota congiunta, a chiedere un argine alle morti sul lavoro) e anche dal sindaco Massimo Medri. «Una tragedia immane ha colpito la nostra città – ha detto il primo cittadino di Cervia –. Per prima cosa mi stringo attorno alla famiglia che sta certamente vivendo un immenso dolore, non oso immaginare che ore terribili possano esser queste. Come seconda cosa chiedo chiarezza su quanto avvenuto. Il tema della sicurezza nei luoghi di lavoro deve diventare prioritario per tutti».

«Le morti sul lavoro stanno diventano una inaccettabile costante - ha aggiunto il sindaco di Comacchio, Pierluigi Negri -. È inaccettabile. Aspettiamo di capire meglio la dinamica e restiamo in contatto con le forze dell’ordine. Esprimo la massima vicinanza alla famiglia e il pensiero va soprattutto ai tre piccoli figli: il loro papa è morto lavorando e la riflessione su questo deve essere profonda».

A Comacchio la notizia è arrivata come un pugno nello stomaco, tutti conoscevano il 44enne, un uomo affabile e brillante, con la grande passione per il calcio e per la sua famiglia. Era anche un gran lavoratore e sapeva lavorare molto bene nel campo del giardinaggio diventando nel tempo un operaio specializzato. Adesso bisognerà capire cosa è successo a quel macchinario, cosa è che non ha funzionato e perché il braccio ha ceduto. Nessuno restituirà mai un padre ai tre piccoli, ma soprattutto per loro sarà necessario capire.

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