Da oggi il numero diciassette non deve più spaventare, ma porta fortuna allo sport azzurro e agli italiani, che con le Olimpiadi invernali di Pechino 2022, si sono riscoperti un popolo di sciatori, esperti di curling e di carabina da biatlon. Sì, la XXIV edizione dei Giochi invernali si concluderà fra poche ore con il passaggio di bandiera e fiamma olimpica verso Milano Cortina 2026. Pechino 2022 ci ha regalato 17 medaglie – al netto delle ultime sfide della notte, come il Team Event dello sci alpino rimandato per vento alle 2 di notte del 20 febbraio – ed è già così la seconda spedizione più vittoriosa di sempre, dopo Lillehammer 1994, quando gli azzurri tornarono con 20 medaglie al collo.

Giochi di ghiaccio, donne e mixed duo

Molti dei 118 azzurri tornano con un sorriso, qualcuno con un rimpianto e la voglia di riprovarci. Delle 17 medaglie 9 vengono dal ghiaccio e 8 dalla neve. Fra i due ori, 7 argenti e 8 bronzi, quattro atleti hanno preso più medaglie ciascuno: Fontana addirittura tre, Lollobrigida, Brignone, Visintin, Sighel due a testa. C’è stata una doppietta nella discesa dello sci alpino (Goggia – Delago). Sono stati i giochi delle staffette e dei mixed duo che ci hanno regalato successi nel curling, nello snowboard, e nelle staffette miste maschile dello short track. Non sono mancati colpi di scena e polemiche anche fra gli atleti e le rispettive federazioni: tutto fa olimpiade soprattutto con le discipline invernali, che sono innanzitutto sport individuali. A regalarci le storie più belle sono stati ancora una volta loro, i nostri campioni azzurri. Ecco come ci hanno fatto sognare.

Francesca Lollobrigida, la “romana” del ghiaccio

Argento nei 3 mila metri e bronzo della massa start del pattinaggio pista lunga, è stata la prima a rompere il ghiaccio e l’ultima a chiudere le danze a Pechino 2022. A lei l’onore di portare la bandiera nella cerimonia di chiusura. Viene dal pattinaggio a rotelle, ha affrontato grandi difficoltà essendo di Frascati: le uniche piste in Italia sono fra Baselga di Piné e Collabo, tutte al nord. Neo sposa, ora potrà portare il suo Matteo in viaggio di nozze. A 32 anni, per Milano Cortina 2026 ha promesso che ci farà un pensierino.

Dominik Fischnaller, fra podio e Covid

Per uno sportivo, il tempismo è tutto: bronzo nello slittino nel primo giorno di gara, sperava di essersi lasciato alle spalle l’arrivo complicato a Pechino, con il compagno di squadra positivo e isolato al covid hotel. Fischnaller ha raccolto a pieno l’eredità pesante di capitan Armin Zoeggeler, uno dei più vincenti azzurri alle Olimpiadi e ora coach dello slittino. E invece, dopo la medaglia, il covid ha bussato alla sua porta, vanificando le altre gare in team. Con la sua medaglia da rimirare, Dominik si è isolato e ha trascorso il resto dei Giochi in isolamento. Medaglia alla pazienza e alla positività, quando arriva con il tempo giusto! Ha 29 anni e nel 2026 ci sarà di sicuro.

Arianna Fontana, golosa di medaglie e polemiche

È la signora dello short track planetario ed è l’unico oro individuale arrivato da Pechino: ormai non prende meno di due o tre medaglie ai Giochi e anche a Pechino ha fatto tris, con una medaglia per colore. Argento nel nuovo format della staffetta mista (con Martina Valcepina, Andrea Cassinelli e Pietro Sighel), oro nei 500 e bronzo nei 1500, è già stata più volte portabandiera azzurra, ma con 11 medaglie olimpiche – record azzurro – è stata scelto dal Cio come rappresentante degli atleti europei nella cerimonia di chiusura. Da anni in direzione ostinata e contraria con la Fisg, la federghiaccio, si allena anche all’estero, con l’ex pattinatore, mentore e marito Anthony Lobello. Oggi ha 32 anni, ma se farà pace con le sue enormi ambizioni e con i compagni, che ha anche accusato di qualche spintarella scorretta, episodio ormai di 3 anni fa, a Milano Cortina 2026 sarà di nuovo in pista per vincere.

La curling mania di Stefania Constantini e Amos Mosaner

Dal passo del Pinguino del cinema al loro oro, il secondo e più inatteso della spedizione azzurra: Stefania e Amos, 48 anni in due, hanno infiammato il pubblico con un percorso netto fatto di 11 vittorie. Speriamo che i riflettori su questo sport, fatto di precisione, pazienza e strategia, non si spengano come era accaduto dopo il boom di Torino 2006. I giovanissimi veneti non potranno che essere fra i protagonisti di Milano Cortina 2026, ma in 4 anni c’è da costruire anche il curling a squadre: quella maschile si è fatta valere, ma quella femminile non era presente in Cina. Loro però ci saranno! A colpi di skip e stone.

Federica Brignone, una gigante che l’ha “combinata” grossa

È una delle signore di questi Giochi con due medaglie al collo, argento in gigante e bronzo in combinata. È la più polivalente sciatrice azzurra e fra le più vincenti: è l’unica azzurra ad aver mai vinto la coppa del Mondo generale nel 2020. Con due medaglie olimpiche in un’unica edizione (ne ha anche una terza del 2018) ha eguagliato anche le grandissime che restano nel cuore degli italiani come Isolde Kostner e Debora Compagnoni. A Pechino 2022 non si è risparmiata: ha gareggiato in ogni disciplina. Forse per questo ha accusato stanchezza nel pensare a Milano - Cortina 2026, quando ha prima dichiarato che l’idea di Giochi, diffusi fra varie località, avrebbero rovinato lo spirito olimpico, poi ha precisato che, a prescindere dal ruolo che potrà avere, dato che oggi ha già 32 anni, non se li perderà per nessuna ragione. Un poco come Arianna Fontana, ha un rapporto dialettico con la sua federazione degli sport invernali, la Fisi che le ha, però, permesso di creare un suo piccolo team con il fratello Davide come allenatore. Figlia d‘arte della forte slalomista Maria Rosa Quario che ha ampiamente superato nei risultati, se resterà libera di testa e dai condizionamenti potrebbe davvero arrivare a chiudere la sua immensa carriera sulle nevi di casa.

Omar Visintin, forte sa solo, trascinatore in coppia con Michela Moioli

Un argento ed un bronzo: anche Omar da Lagundo si è preso una medaglia per se e poi una di squadra, trascinando sul podio Michela Moioli, la nostra portabandiera, già oro olimpico nel 2018, proprio mentre lui restava beffato alla prima discesa. Sono i signori dello snow board cross e hanno saldato i conti col destino. Prima da solo, quando Visintin si è preso il bronzo dopo che, per due edizioni olimpiche, la medaglia gli era sfuggita. Poi insieme in un gioco d’argento e di squadra e in un format nuovo che a Milano Cortina 2026 potrà farci sognare. Loro, 32 anni lui, 26 anni lei, hanno già assicurato che ci saranno.

Sofia Goggia, l’argento vivo che scalda il cuore

Era la più attesa e poi la più rimpianta, dopo che, l’ennesimo infortunio sembrava averla messa fuori gioco, sempre alla vigilia di un grande evento, proprio come ai Mondiali di Cortina 2021. E invece Sofia dei miracoli ce la fa: a 23 giorni da una brutta distorsione, con microfratture al ginocchio e al legamento, è arrivata a Pechino per difendere il suo oro olimpico del 2018. Discesa, libera, disciplina regina. Goggia è argento per 16/100, ma medaglia alla passione e alla tenacia per tutta Italia. Il suo percorso di rientro è un inno alla volontà: il suo esempio è la sua forza più grande ed è merce rara in un mondo di tutto e subito. Per questo, pur con una carriera che è già strepitosa - fra 2 coppe del Mondo di discesa, due medaglie mondiali e due olimpiche - ma anche segnata da pesantissimi infortuni, sarebbe bellissimo poterla vedere fra 4 anni ancora sorridere e gareggiare a Milano Cortina 2026. Oggi ha 29 anni, ma come dice lei in anglo bergamasco: «Mola mija, onlu the brave!».

Nicol Delago, la bimba del podio nella doppietta da leggenda

Bronzo in discesa alle spalle di Sofia Goggia, Nicol Delago dalla val Gardena è salita su quel podio in punta di piedi, ma ha regalato al Paese una doppietta da sogno che in un’Olimpiade si è vista solo 5 volte, ma solo una al femminile e ormai nel 2002 con Daniela Ceccarelli e Karen Putzer in superG. Delago ama le cose doppie: in coppa del Mondo gareggia con la sorella più grande Nadia, in una storia di famiglia tutta passione e alleanze. Soprattutto Nicol è il futuro: con i suoi pochissimi 25 anni, non potrà che essere una delle protagoniste di Milano Cortina 2026.

La signora del biathlon: non lasciarci di bronzo, Doro!

Con il suo bronzo al collo, ottenuto nella sprint del biathlon, Dorothea Wierer non ha esaurito la voglia di andare a segno. Lei è la signora del biathlon azzurro. Nelle ultime due olimpiadi aveva trascinato la staffetta mista sempre a medaglia. Questa volta non è andata bene in gruppo, ma Wierer è andata a prendersi la sua prima medaglia olimpica individuale ed è quello che mancava nel suo smisurato palmares. Ed ora? Lei dice di voler essere realistica per il futuro: ha 31 anni ma ancora molti sogni. Speriamo che Milano Cortina 2026 sia fra questi.

Federico Pellegrino, il re del fondo

È un re carismatico e di talento, ma senza regno: Federico Pellegrino si è confermato d’argento come 4 anni fa. Missione compiuta per lui che, un po’ come Federica Brignone nello sci alpino e un po’ come Arianna Fontana nello short track, ha cercato oltre la propria federazione, le migliori condizioni per allenarsi, scegliendo un coach tedesco e la Russia per alcune sessioni di training. I risultati e i sacrifici - incluso lo slittamento delle nozze per covid con la sua collega Greta Laurent – hanno pagato, ma dietro di lui il fondo azzurro non apre avere grandi eredi ed è un peccato ricordando gli anni leggendari delle vittorie che vanno dal 1992 al 2006. Federico, però, intanto ha fatto il suo. Federico c’è: oggi ha 31 anni e a Milano Cortina 2026 potrebbe aver ancora voglia di lasciare il segno.

Davide Ghiotto, il papà filosofo che ninna il figlio sul ghiaccio

Il suo bronzo nei 10 mila del pattinaggio pista lunga è forse la storia più tenera di queste Olimpiadi. Ghiotto di medaglie e di vita, Davide ha combattuto contro i Golia del ghiaccio e si è conquistato un posto nella storia. Papà di Filippo che compie in questi giorni 3 mesi, ha raccontato di averlo già portato sul ghiaccio nel marsupio. Il pupo si è addormentato e lui ha capito che quel passo regolare poteva portarlo lontano anche in gara. Nel cassetto ha una laurea in filosofia, ma per ora c’è da portare avanti una storia azzurra che nel pattinaggio velocità è iniziata a Torino 2006 e non è più scesa dal podio. A 28 anni, Ghiotto vede già Milano Cortina 2026: e allora Filippo potrà essere li ad applaudirlo dal vivo.

I moschettieri della staffetta dello short track

Non ci stanno ad essere solo i compagni di Arianna Fontana. Con lei, alcuni di loro, hanno condiviso le gioie del bronzo nella nuova staffetta mista, ma anche i dolori e le turbolenze di tanti anni di allenamento. Ora, però, Pietro Sighel, Andrea Cassinelli, Yuri Confortola e Tommaso Dotti si sono messi in proprio e si sono presi un bronzo storico nella staffetta sui 5mila metri dello short track, per 9 millesimi come sancito dal fotofinish. Scuola a trazione valtellinese, ma capitanata dal trentino Sighel. Lui ha 22 anni e, in ottica Milano Cortina 2026, ha quattro anni per convincere i compagni ad accompagnarlo.

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