L’All Star Weekend, in NBA, significa spettacolo, campioni, divertimento, senza badare troppo al risultato. È la tre giorni di gala che per lo sport americano è una tradizione irrinunciabile: far vedere al mondo il meglio del meglio, secondo le regole di uno show in piena regola. Il programma, ormai, è immutato da anni: al venerdì la sfida tra le Rising Stars, i giocatori arrivati in NBA nell’arco degli ultimi due anni, al sabato la gara di skill, quella dei tiri da tre e quella delle schiacciate, infine la domenica l’All-Star Game con la partita tra i migliori due quintetti della lega.
Lo spettacolo dello Slam Dunk Contest
Si comincia venerdì 18 e si chiude domenica 20: uno degli appuntamenti più attesi è lo Slam Dunk Contest, la gara delle schiacciate, la forma di spettacolo più pura e anche un po’ stravagante che il basket possa offrire. Da qualche anno, la gara delle schiacciate è tornata a essere un evento di altissimo profilo tecnico, con i giocatori più giovani che individuano in questo palcoscenico il momento ideale per esibire le proprie qualità.
I protagonisti dello Slam Dunk Contest di quest’anno sono Jalen Green degli Houston Rockets, Obi Toppin dei New York Knicks, Cole Anthony degli Orlando Magic e Juan Toscano-Anderson dei Golden State Warriors. La gara andrà in scena nella notte italiana tra sabato 19 e domenica 20, al termine della gara di skill e di quella dei tre punti, con inizio a partire dalle 2.00 italiane. Diretta su Sky Sport e con il Nba League Pass.
La gara delle schiacciate fu introdotta stabilmente nel 1984, anche se la prima sfida in assoluto venne organizzata nel 1976 dalla lega “concorrente” dell’Aba, che sfruttò la presenza di Julius Erving per pubblicizzare lo spettacolo del suo prodotto. Quell’eredità è rimasta forte nel tempo, con alcune esibizioni che hanno contribuito ad alimentare il mito della NBA in tutto il mondo.
Michael Jordan, 1988
Il giocatore che più di tutti lo ha insegnato: l’uomo può volare. His Airness, mai soprannome fu più indovinato, lo dimostrò nella gara di schiacciate del 1988: in una lotta serrata con Dominique Wilkins, a fare la differenza fu quel salto così prodigioso dalla linea del tiro libero. Dopo la vittoria dell’edizione precedente, Michael Jordan servì il bis nello Slam Dunk Contest di “casa”, a Chicago. A distanza di anni, probabilmente questa schiacciata di MJ rimane la più famosa di sempre: e dire che il famoso Jumpman – la silhouette del cestista in volo – che accompagna la sua linea di prodotti era una creazione di qualche anno prima, con il suo utilizzo che cominciò a partire dal 1987.
Vince Carter, 2000
Ci sono talmente tante cose compresse in tre minuti e spiccioli che è difficile scegliere: tutto è comunque perfettamente riassumibile nell’espressione di Shaquille O’Neal, quasi sconcertato. Nel 2000 Vince Carter mise in piedi uno show a tutto gli effetti, incentrato su schiacciate che per i tempi erano inaudite: una più sorprendente dell’altra, con lui che si ritrova a metà gara a fare ampi gesti alle telecamere con il suo it’s over, è finita. La 360 abbinata alla windmill, oppure facendosi passare il pallone tra le gambe, per concludere con l’iconica schiacciata restando appeso al canestro: per molti, la miglior esibizione della storia.
Andre Iguodala, 2006
Qualcuno si è messo a discutere la pericolosità di questi voli, ma la componente del brivido, in qualche maniera, non può essere separata da quella dello spettacolo: lo illustra alla perfezione Andre Iguodala, alle prese con una schiacciata tutt’altro che banale, con la partenza alle spalle del tabellone. L’ex Philadelphia Sixers afferra la palla in volo (da Allen Iverson, non uno qualunque) e prima di andare a canestro passa con il capo vicinissimo al tabellone, quasi sfiorandolo. Al ralenti la torsione della testa per evitare l’impatto è nitidissima, e lascia a bocca aperta.
Dwight Howard, 2008
Alzi la mano chi non si ricorda di Dwight Howard con il mantello di Superman. Siccome una certa teatralità è sempre ben accetta nel weekend dell’All Star Game, Howard decise di fare le cose per bene: prima collocando una striscia adesiva in un punto del parquet, per avvertire tutti a quale distanza dal canestro sarebbe saltato; poi togliendosi la maglia e scoprendo la tutina di Superman, con mantello gentilmente fornitogli da Jameer Nelson, provocando l’entusiasmo sfrenato di tutti i presenti. Il gesto tecnico, poi, resta incredibile: Howard afferrò il pallone lanciatogli da dietro il tabellone nel punto più alto, rimanendo sospeso in aria per un tempo più lungo del normale.
Nate Robinson, 2009
L’anno dopo, Superman fu spodestato dal padrone assoluto dello Slam Dunk Contest: Nate Robinson, con tre edizioni vinte il primatista della competizione. La statura “normale” di Robinson (1,75 metri) è inevitabilmente uno degli aspetti più sorprendenti quando lo si vede schiacciare a canestro. Insuperabile resta la prova del 2009, quando scelse proprio Howard, che sfiora i 2,10 metri di altezza, per fare sfoggio della sua pazzesca elevazione: l’ex Knicks planò sul collega, superandolo come se fosse la cosa più facile al mondo. Superfluo aggiungere chi portò a casa il titolo di vincitore della sfida.
Jeremy Evans, 2012
In uno Slam Dunk Contest che si rispetti la creatività è tra i criteri principali nel valutare una schiacciata: Jeremy Evans ha sbalordito un po’ tutti con una schiacciata utile a mettere nella retina non uno, ma ben due palloni – raccogliendoli, in volo, nello stesso momento, e andando al ferro schiacciando prima con la mano sinistra e poi con la destra. C’è chi farebbe fatica a smarrirsi nella sequenza recupero palloni-salto-conclusione, ma l’ex Utah Jazz dimostra atletismo da funambolo e una certa predisposizione da prestigiatore.
Aaron Gordon, 2016
Ok, saltare sulla mascotte della propria squadra non è una novità (John Wall lo aveva fatto qualche anno prima, vincendo il contest). Ma quello che fa Aaron Gordon, ai tempi agli Orlando Magic, è da stropicciarsi gli occhi: supera la mascotte, che gli porge il pallone, aggirandolo con le gambe – a un certo punto, fermando il video, sembra quasi che Gordon gli sia seduto sopra. Sorprendentemente, non fu lui ad aggiudicarsi la gara, persa dopo un estenuante punto a punto con Zach LaVine: Gordon ha partecipato ad altri due Slam Dunk Contest, senza più riuscire a vincere, eppure quella serata a Toronto gli ha garantito un posto nel cuore degli appassionati di basket.
Zach LaVine, 2016
Non ci sono dubbi che la sfida del 2016 tra Gordon e LaVine sia la più bella di tutta la storia dello Slam Dunk Contest. L’ex Minnesota Timberwolves si aggiudicò la gara per il secondo anno di fila, in particolare stupendo i giudici con quella sua riedizione, tutta personale ma egualmente riuscita, della schiacciata di Michael Jordan saltando dalla linea del tiro libero. Nel repertorio di LaVine, in realtà, c’è pure molto altro: per esempio, schiacciando a canestro dopo essersi fatto passare il pallone dietro la schiena mentre è già in volo, una sintesi suprema di abilità tecniche, atletiche e coordinazione.