Formigine. La rinascita dei Tigli riaccende i ricordi
Il Comune cerca un gestore per il bar che ha fatto la storia E la memoria riporta alle immense compagnie estive
formigine. Il gelato dopo la scuola, il jukebox con le canzoni dell’epoca, i tavolini consumati da bambini e ragazzi. Tutti a Formigine conoscono il “Bar dei tigli” su via San Francesco di fianco al castello. Tutti sono passati almeno una volta lì, da quel chioschetto di proprietà del Comune, che già dagli anni ’50 era luogo di ritrovo per i giovani.
Col tempo sono cambiate le gestioni, sono arrivate nuove attività in centro, e quella “magia” che si assaporava in un’epoca che sembra già essere lontana è in un certo senso svanita. Qualche anno fa, poi, la chiusura definitiva. Ecco perché la notizia arrivata nei giorni scorsi della volontà del Comune di riaprire il bar e di trasformarlo anche in un luogo di ritrovo per i ragazzi più giovani, è stata accolta con entusiasmo dalla cittadinanza. La speranza di molti è che il bando pubblicato dal Comune per la concessione dell’immobile possa ridare nuova vita allo storico locale.
«Oltre al Polo di Villa Gandini – afferma Corrado Bizzini, assessore alle Attività produttive – dove ci sono biblioteca, hub e sala prove musicali, i ragazzi avranno un nuovo posto dove ritrovarsi in centro. Si sente il bisogno di nuovi luoghi di aggregazione, soprattutto dopo l’isolamento causato dalla pandemia».
La scadenza per la presentazione delle offerte è prevista per il 21 marzo alle 16. L’intento è rendere il bar un luogo di ritrovo per i ragazzi, in particolare per quelli tra i 13 e i 21 anni. Come? La concessione prevede la realizzazione di attività di animazione e di intrattenimento: di carattere sportivo, musicale e culturale. Ad esempio giochi di ruolo, giochi da tavolo, modellismo. Le attività potranno essere organizzate in collaborazione con le associazioni.
«È molto tempo – così una residente, Silvana Malagoli – che speriamo ne facciano qualcosa di buono: staremo a vedere». Silvana ha numerosi ricordi legati al bar dei Tigli ecco perché spera che questo bando possa essere una bella occasione: «Io sono nata nel 1952 e ho cominciato a frequentare il bar dei Tigli da ragazzina, era poco più di una baracchina con dei tavolini, il ghiaietto per terra e quelle micidiali sedie che quando ti alzavi avevi le gambe a righe, ma c’era il jukebox (tre canzoni, 100 Lire), si stava in compagnia, si mangiava il gelato buono, si rideva, si scherzava».
A fare capire come ai tempi il bar dei Tigli fosse un luogo di ritrovo che andava al di là della mera consumazione ci pensa Remo Capogrosso: «Noi avevamo la compagnia d’estate lì. Eravamo tanti, un grande gruppo. Restavamo anche dopo la chiusura. Una volta – sorride – abbiamo fatto anche una piccola spaghettata alle due di notte: abbiamo cucinato con il fornello da campeggio».
Anche Gianluca Zironi frequentava il “Tigli” intorno agli anni ’70: «Il Tigli era considerato da noi, all’epoca bambini, la gelateria numero uno a Formigine. Non vedevo l’ora di uscire dal doposcuola, all’epoca il Conventino vicino al Tigli, per andare a prendere il gelato».
A quei tempi in paese le gelaterie erano poche e quella vicino al castello era la più gettonata per trascorrere i pomeriggi tra gelati, frappè e caramelle: «Poi che dire – continua Gianluca – quando dietro hai un panorama come le mura del Castello, col fossato usato da noi per giocare, il Tigli la faceva da padrone».
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