La linea del sindaco convince il Cafc: il contatore dell’acqua al campo nomadi di Udine “limitato” a 10 mila litri al giorno
Saranno così garantiti 200 litri diurni a persona. Fontanini soddisfatto: «Oltre quei consumi dovranno pagare»
UDINE. Stop allo spreco di acqua nel campo nomadi di via Monte Sei Busi. Ci vorrà ancora qualche settimana, ma mercoledì 23 febbraio, nel corso di un incontro tra Comune di Udine e Cafc, sono state gettate le basi per sanare una situazione che causa un consumo di 100 mila litri di acqua ogni giorno.
Nel concreto sarà rifatto il pozzetto, spostandolo dal terreno demaniale a quello comunale, quindi all’esterno del campo nomadi. Sarà installato un limitatore per ridurre i consumi del 90 per cento rispetto a quelli attuali, passando a una quota stimata di 10 mila litri al giorno.
A confrontarsi sulla questione sono stati il sindaco, Pietro Fontanini, e il direttore del Cafc, Massimo Battiston. «Non ho mai detto che voglio togliere la fornitura dell’acqua – esordisce il primo cittadino –, ma è un mio dovere imprimere un giro di vite molto severo ai rubinetti del campo nomadi. Come possiamo tollerare che 40-45 persone consumino 100 mila litri di acqua al giorno? Con 10 mila litri siamo ampiamente oltre la quota ragionevole stimata dal Cafc. Chi difende gli sprechi non è un filantropo, ma un ipocrita che manca di rispetto alla comunità. O, in alternativa, semplicemente non sa ciò che dice».
Un riferimento, quest’ultimo, che il sindaco riserva a chi, espressione della sinistra, negli ultimi giorni ha puntato il dito contro la volontà dell’amministrazione comunale di limitare lo spreco di acqua regolandone l’utilizzo. «Il Cafc farà un’ispezione per individuare le perdite, visto che è ormai acclarato che la ragione principale di questi consumi risiede nelle tubature fatiscenti – aggiunge Fontanini –. A quel punto, sposteremo il pozzetto su superficie comunale e lo doteremo di un limitatore. Non solo: per chi chiedesse di consumare una quota ulteriore di acqua, potremo intestare il contatore alla singola utenza. Ognuno paghi l’acqua che consuma. Come fanno tutti i cittadini».
Da parte sua il Cafc, ribadendo «piena collaborazione» con il Comune, rimarca l’intenzione di «fornire il suo supporto tecnico per individuare le perdite d’acqua presenti all’interno del campo di via Monte Sei Busi. La ricerca delle perdite verrà effettuata direttamente dai tecnici Cafc mediante idonea strumentazione, quali geofono e geocorrelatore, con l’assistenza dei vigili urbani. Una volta localizzate le perdite, il Comune provvederà alla relativa riparazione. Al contempo, Cafc si occuperà del rifacimento dell’utenza idrica con lo spostamento del pozzetto, attualmente posizionato in area demaniale, all’esterno del campo. Sarà installato un limitatore di portata tarato sul consumo di una persona media, ossia 200 litri al giorno».
Lavori che saranno effettuati dal Cafc nelle prossime settimane, appena ottenute le autorizzazioni comunali. Fontanini, a tale riguardo, parla di non più di 10-15 giorni per completare l’operazione: «Lo scorso anno il Comune ha pagato 26 mila euro per l’acqua del campo nomadi. Non siamo disposti a continuare a farci carico di conti del genere. La quota vitale di acqua è stimata in 50 litri al giorno a persona: obiettivamente una cifra molto bassa. Il Cafc ha stabilito una soglia di 200 litri al giorno: basta fare due calcoli per capire che gli attuali consumi sono irragionevoli. L’acqua non si spreca. Si usa in modo corretto e si paga», puntualizza il sindaco.