«Li credevamo “fratelli” e ci hanno traditi Bombe alle 4 di notte proprio come i nazisti»
Irina Viktoriya, medico radiologo, abita a Modena da oltre 20anni: «Mio fratello, ex militare, è in Ucraina e combatte al fianco dei partigiani»
MODENA. Città ed aeroporti bombardati, migliaia di sfollati, cingolati per le strade. Queste sono solo alcune delle terribili immagini che affollano gli schermi delle nostre televisioni e cellulari da ormai qualche giorno, ma non si tratta di un trailer di un film d’azione o di un videogame… si tratta della pura e dura realtà.
Ormai da tre giorni, infatti, l’Ucraina è sotto attacco da parte delle forze russe del presidente Putin e la situazione non sembra migliorare. Il popolo ucraino si sta armando pronto a proteggere le proprie città. La guerra bagna di sangue ancora l’Europa e sono tanti gli ucraini che all’estero, con preoccupazione, seguono la situazione nel loro paese.
Tra questi c’è anche Irina Viktoriya, medico radiologo dell’ospedale di Reggio e residente a Modena da ormai 20 anni. «Provengo dall’Ovest dell’Ucraina, lontano, si fa poi per dire, dai luoghi in cui stanno avvenendo gli scontri più duri e sanguinosi. La mia città infatti, Kalush, non è stata interessata in prima persona in scontri via terra o via aerea, ma mio fratello, che vive ancora in questa zona, mi ha riferito che l’aeronautica russa ha bombardato le maggiori vie di comunicazione e gli aeroporti civili e militari della nostra regione. La situazione è molto confusa e non capisco davvero come si sia potuto arrivare ad uno scenario del genere».
Irina ha poi continuato, raccontandoci la sua storia e le sue origini. «Io mi definisco un prodotto dell’Unione Sovietica, perché sono nata e ho studiato durante il periodo in cui il mio paese era dominato da Mosca, ma la mia regione, vicina a quella del nostro attuale presidente Zelenski, è da sempre un territorio in cui il movimento nazionalista ha trovato grande consenso. Io in primis sono fiera di essere ucraina e sono contenta che il mio popolo si sia liberato dall’Urss nei primi anni 90’, ma non ho mai avuto nulla contro i tanti russofoni che vivono e lavorano nella mia zona. Forse è proprio questa la cosa che mi ferisce ancora di più: vedere che i nostri “fratelli russi” ci attaccano, bruciando quelle stesse città che hanno difeso durante la seconda guerra mondiale. Quando ero bambina mi ricordo che marciavamo fieri, cantando una canzone che parlava di quando i nazisti bombardarono Kiev alle 4 del mattino; quando poi ho scoperto che l’esercito russo ha attaccato la nostra capitale alle stesso orario 70 anni dopo… non sono riuscita a trattenere le lacrime».
Ha poi aggiunto Irina: «Noi ucraini siamo un popolo votato all’accoglienza ed estremamente pacifico ed infatti mi ha sorpreso molto la fortissima mobilitazione militare che sta avvenendo in questi giorni. Mio fratello per esempio, ex militare sovietico, ha deciso di non lasciare il paese con i suoi figli perché crede nel suo popolo e nella resistenza ucraina. In moltissimi, infatti, si stanno armando per formare una fitta rete di gruppi partigiani e di sabotatori per fronteggiare le unità russe. Una mia cugina di Lusk mi ha raccontato che sono a migliaia gli ucraini di ogni età che cercano in ogni modo di arruolarsi, falsificando anche certificati e referti medici per rendersi disponibili alla leva. Nessuno sarà escluso da questa guerra, ma sono fiera del mio popolo che fino alla fine ci vuole provare».
Abbiamo poi chiesto ad Irina cosa ne pensasse del comportamento dei paesi Nato rispetto alla questione ucraina: «Spero davvero che possano arrivare degli aiuti dall’occidente anche perché il nostro popolo sta combattendo con un vero nemico europeo, che vuole denazionalizzare uno stato democratico ed indipendente. Non possiamo piegarci alle manie di grandezza di Putin e l’Europa non può e non deve coprirsi gli occhi di fronte a questo scempio».
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