«La graduatoria era sbagliata»: risarcimento per due docenti apuane
Una sentenza del giudice del lavoro Lama condanna il ministero dell’Istruzione: 35mila euro alle prof
MASSA. Una storia di punteggi, graduatorie, supplenze e di due insegnanti, apuane, che alla fine si sono rivolte al giudice del lavoro per dimostrare che in quella graduatoria della provincia il loro posto era più avanti, con tutte le conseguenze che ne potevano derivare: una vicenda che si è conclusa con una sentenza dello scorso mese della sezione lavoro del tribunale di Massa, in composizione monocratica, a firma del giudice Augusto Lama che ha sancito l’epilogo del ricorso con l’attribuzione della posizione corretta alle due docenti, ma anche con il conseguente risarcimento di circa 35mila euro, ciascuna, come vedremo nel dettaglio. Ma andiamo con ordine.
Supplenze e punteggi
Gli anni contestati sono quelli scolastici 2015-2016, 2016-2017, 2017-2018 e 2018-2019. Questi i periodi al centro della loro «domanda principale di correzione delle rispettive posizioni nelle graduatorie relative alla terza fascia delle graduatorie di istituto per gli istituti di istruzione superiore di secondo grado». Le due professoresse in questione, Antonella Piccini e Angela Gavaini, entrambe in possesso della laurea in Giurisprudenza – rappresentate rispettivamente dalle legali Elisabetta Saia del Foro di Bergamo e Marzia Doveri del foro di Massa-Carrara – sono entrambe, come si legge nella sentenza, docenti supplenti della scuola pubblica di secondo grado per la classe di concorso cosiddetta “A046”, ovvero quella per le scienze giuridico-economiche per gli istituti superiori. La prima è nella graduatoria dal 2011, la seconda dal 2007. Nel ricorso contro il Ministero dell’istruzione e quindi l’ufficio scolastico regionale per la Toscana e l’ambito territoriale di Lucca e Massa Carrara, provando a parafrasare i tecnicismi, le due docenti mettevano nel mirino «errori» e «conseguenti irregolarità commesse dagli organi scolastici locali nella valutazione, nell’anno 2014, dei titoli di alcuni candidati alle supplenze», con attribuzione a questi ultimi, nella terza fascia delle graduatorie di circolo e di istituto della Provincia di Massa-Carrara per gli anni scolastici 2014-2017, «di un erroneo punteggio», superiore a quello delle «ricorrenti», con la loro posizione in graduatoria che «era quindi risultata necessariamente inferiore» a quella che «sarebbe spettata».
Insomma, mentre quello che viene definito «erroneo punteggio» è «stato pacificamente ammesso, sia pure indicandone la natura assolutamente non intenzionale, dagli organi locali del Ministero dell’istruzione, come dimostra inequivocabilmente la documentata dimostrazione dei depennamenti dei docenti privi di titolo idoneo al mantenimento delle posizioni erroneamente attribuite», restava da chiarire l’aspetto del risarcimento. Quel «congruo risarcimento del danno economico reddituale» che per loro «era derivato dall’erronea posizione illegittimamente attribuitale dagli organi scolastici locali».
Il risarcimento
Un aspetto non semplice, come raccontano le carte. Secondo la tesi del Ministero dell’istruzione, infatti, si legge sempre dalle carte della sentenza, «l’amministrazione scolastica avrebbe riparato interamente gli errori commessi con il riconoscimento alle due ricorrenti del punteggio aggiuntivo di 40 punti, riferito ai quattro anni scolastici in cui erano state constatate le avvenute irregolarità di attribuzione dei punteggi»; nessun risarcimento, dunque, «perché nessuno dei docenti depennati aveva avuto, negli anni scolastici suddetti, alcun incarico di supplenza e non era possibile in alcun modo risalire agli incarichi di supplenza, che le due ricorrenti avrebbero potuto ricevere in caso di attribuzione alle stesse del giusto punteggio». Una tesi però respinta dal giudice che ha stabilito il «risarcimento dei danni patrimoniali dalle stesse subite per effetto dell’errore di attribuzione dei punteggi» e «quindi dei mancati incarichi di supplenza cui le stesse avrebbero avuto diritto, come constatato» e dei «conseguenti guadagni». 35.954,69 euro alla docente Piccini, 34.392,52 euro all’altra, oltre alle spese legali.
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