Presentato il progetto per il ritorno alla normalità post Covid. Ci sarà anche un sistema di registrazione delle presenze
SUZZARA. Un progetto per riaprire la Rsa dopo la “prima ondata” migliorando la sicurezza e la gestione degli accessi in collaborazione con la Fondazione Montecchi. Nei mesi scorsi subito dopo la prima fase dell’emergenza pandemica si è dovuto provvedere a ripensare il sistema degli accessi in Rsa dopo le prime indicazioni in materia di visite.
Grazie al finanziamento di 10mila euro promesso dalla Fondazione Montecchi e in parte a fondi propri, si è potuto effettuare l'acquisto di un termoscanner per la misurazione della temperatura corporea, dei dispositivi di protezione per i volontari e alla installazione degli impianti di video sorveglianza e antintrusione, per una spesa complessiva di 23.231,30 euro.Nella sala polivalente della Rsa2 il presidente del Cda Luca Talarico con il consigliere Roberto Bezzi, l’assessore al welfare Alessandro Guastalli e il direttore amministrativo Remo Tedesco hanno illustrato il progetto.
«Gli accessi alle zone comuni, grazie alle attrezzature acquistate, adesso sono strettamente vigilati sia per evitare uscite incontrollate da parte degli ospiti, sia per evitare l’ingresso non gestito di fornitori, dipendenti ed estranei - ha detto Talarico - Visti anche gli obblighi gravanti sulla rsa “Boni” e derivanti dai protocolli anti-contagio si è provveduto a dotare la struttura di un unico punto di accesso per tutti gli operatori e di un sistema di monitoraggio della temperatura corporea di chiunque ha accesso ai moduli residenziali. Inoltre ci siamo dotati di un apparecchio di controllo del rispetto sul corretto utilizzo dei dispositivi di protezione, di un sistema di registrazione delle presenze di ospiti, fornitori e visitatori integrato col riconoscimento facciale per aumentare la sicurezza e la tracciabilità di eventuali “contatti” con pazienti positivi al virus e non ultimo di un impianto di controllo delle uscite di emergenza disposte sul perimetro delle strutture per evitare che vengano aperte ad insaputa degli operatori». Infine, ha concluso Talarico «è già in funzione un impianto di telesorveglianza perimetrale per monitorare anche nelle ore notturne se qualcuno tenta di accedere ai moduli di assistenza dall’esterno e poterlo documentare alle forze dell’ordine».
È stata potenziata la collaborazione con l’Associazione di volontariato “Il Seme” per favorire l’orientamento dei visitatori nella gestione degli incontri con gli ospiti, che a causa delle norme anticontagio hanno pochissime occasioni di socialità e di condivisione degli affetti. In questo modo, grazie a queste misure la Fondazione “Boni” ha potuto finalmente riaprirsi verso l'esterno e permettere maggiore socialità agli ospiti e sperare in un ritorno alla normalità.