Artigiani contro il Superbonus: «I miliardi spesi hanno fatto schizzare alle stelle i prezzi delle materie prime, le detrazioni vanno ridotte al 60-70%»
VENEZIA. Due miliardi di soldi pubblici spesi per una misura che, nei fatti, ha interessato appena l’1.3% degli immobili della nostra regione, della quale hanno beneficiato pochissime persone, perlopiù facoltose, e che ha drogato i prezzi, facendo schizzare alle stelle i costi delle materie prime.
Per questo, il Superbonus va ricalibrato, magari con una flessione che lo porti dal 110% attuale al 60-70%.
È la richiesta avanzata dalla Cgia di Mestre – associazione degli artigiani e delle piccole imprese. È proprio questo l’aspetto che sorprende, il fatto che la contestazione e la domanda di aggiustamento arrivi proprio dalla categoria che, più delle altre, ha beneficiato della misura.
Una misura che, inserita nel decreto Rilancio, consente una detrazione del 110% delle spese sostenute dal primo luglio 2020 per realizzare specifici interventi per l’efficientamento energetico, il consolidamento statico o la riduzione del rischio sismico degli edifici.
Fini nobilissimi nella teoria. Che, nella pratica, si sono tradotti in lungaggini, che hanno tagliato fuori buona parte dei richiedenti. Mettendo il turbo all’inflazione, aiutata dall’impennata dei prezzi già dovuta ai costi pazzi di gas, energia e carburante. Insomma, la tempesta perfetta, che fa dire «basta» persino agli stessi artigiani.
Il Veneto è la regione nella quale il Superbonus ha accontentato la percentuale più elevata di famiglie. Comunque poco più di una su cento: l’1.3%. Con 13.933 asseverazioni depositate, su un totale di 1.057.276 edifici residenziali presenti nell’intero territorio regionale. Il tutto, a fronte di una spesa pubblica di poco superiore ai 2 miliardi di euro, che diventano 20 considerando quelli spesi a livello nazionale.
Troppi soldi per un numero troppo basso di interventi, sostiene la Cgia. E, soprattutto, a sostegno dei “soliti noti”. «Abbiamo speso gli stessi soldi utilizzati finora per il reddito di cittadinanza. A differenza di quest’ultima misura, però, i vantaggi hanno interessato pochissime persone e in particolar modo facoltose», evidenzia l’associazione degli artigiani, chiedendo una rivalutazione dell’incentivo.
«Il Superbonus va criticato perché presenta un costo in capo alla fiscalità generale spaventoso e non proporzionale al numero di edifici che vengono efficientati».
Per questo, la richiesta di abbassare al 60-70% la percentuale di detraibilità delle spese sostenute.
«Così si obbligherebbe il proprietario dell’immobile a una significativa compartecipazione alla spesa dell’intervento», spiega Cgia. Sarebbe una spallata all’inflazione, che negli ultimi mesi ha fatto schizzare alle stelle i costi di ferro, acciaio, legno e, in generale, di tutti i materiali utilizzati nelle ristrutturazioni degli edifici.