Cuorgnè, la nuova Giunta si alza subito lo stipendio

CUORGNE’. Gli stipendi degli amministratori comunali di Cuorgnè sono aumentati, ma non è una decisione del Comune di Cuorgnè.

A confermarlo è la prima cittadina Giovanna Cresto: «La Legge di Bilancio 2022, entrata in vigore lo scorso 1° gennaio, prevede che, a decorrere dall’anno 2024, l’indennità di funzione dei sindaci, e conseguentemente degli assessori, sia parametrata al trattamento economico dei presidenti delle regioni, che percepiscono 13.800 euro lordi - spiega Cresto. - La percentuale di aumento dell’indennità è commisurata al numero di abitanti e per il comune di Cuorgnè risulta essere del 29%. Si tratta di una misura a lungo invocata dai sindaci, che hanno visto aumentare le responsabilità ma non i compensi, fermi al 2000».

I cittadini potrebbero storcere il naso davanti a questi aumenti in un periodo di ristrettezze come quello attuale: «La Legge di Bilancio ci pone di fronte a due possibilità: portare subito ad attuazione l’aumento previsto oppure dilazionare il medesimo in 3 anni, applicando un aumento graduale del 45 per cento nell’anno 2022, 68 per cento nell’anno 2023 e 100% nel 2024 - commenta il sindaco. - La nostra amministrazione ha optato per quest’ultima strada, al fine di tutelare il bilancio dell’ente e non gravare sul medesimo almeno in questo primo anno. Infatti, a titolo di concorso alla copertura del maggior onere sostenuto dai comuni per la corresponsione dell’incremento delle indennità di funzione, lo Stato ha previsto lo stanziamento di 100 milioni di euro per l’anno 2022 e ulteriori importi per gli anni successivi. Per l’anno in corso l’importo stanziato dallo Stato risulta sufficiente a coprire interamente l’aumento delle indennità, che pertanto non graverà sulle casse del comune (ad esclusione dell’Irap) - continua Cresto. - Qualora, invece, avessimo optato per portare immediatamente a regime l’aumento previsto, il bilancio comunale avrebbe dovuto farsi carico di tale esborso. Abbiamo ritenuto che tale opzione non fosse percorribile in un’ottica di amministrazione responsabile e attenta alle esigenze della città».

Il lavoro degli amministratori è pesante, e non vi era la possibilità di rinunciare a questi aumenti: «I soldi assegnati a ciascun comune per l’aumento delle indennità sono vincolati a tale scopo e, qualora non vengano utilizzati, devono essere restituiti allo Stato. Non vi è quindi modo di destinarli alle casse comunali - commenta ancora la prima cittadina. - Personalmente ritengo che sia doveroso limitare i costi della politica, ma anche che gli amministratori comunali debbano percepire un’indennità per il lavoro svolto. Se lo Stato, a distanza di oltre 20 anni dall’ultimo “ritocco”, ha ritenuto di dover intervenire rideterminando le indennità di funzione, ben venga. Fare il sindaco, soprattutto nei comuni di piccole e medie dimensioni come il nostro, significa dedicarsi al 100% alla cura del bene comune. Da quando sono entrata in carica ad ottobre, non ho certo lesinato forze e impegno, sacrificando famiglia e affetti, ma soprattutto il mio lavoro di avvocato. È stata una scelta di vita, sono felice di averla fatta ma, se non percepissi l’indennità di funzione, non avrei modo di svolgere il mio compito, 7 giorni su 7» conclude il sindaco.