Due anni di Covid, il vaccino punto di svolta: contenute le conseguenze della quarta ondata
BELLUNO. Due le ondate epidemiche di Covid che in questi due anni hanno colpito molto forte la provincia di Belluno. Lo evidenzia il report del Dipartimento di Prevenzione dell’Ulss 1 Dolomiti che racconta oggi, a due anni esatti dal primo caso di Coronavirus registrato in provincia, cosa è successo e cosa sta succedendo. Il report analizza i dati dal 27 febbraio 2020 ad oggi e quello che emerge è che tra l’ondata del novembre 2020-gennaio 2021 e quella del dicembre 2021- febbraio 2022, c’è in mezzo il vaccino contro il virus che ha contribuito a diminuire, se non il numero dei contagi, almeno il numero dei decessi e dei ricoveri. In questi due anni, i bellunesi positivi sono stati 53.935, mentre attualmente ci sono 2.091 contagiati. I decessi sono stati 714.
L’ANDAMENTO EPIDEMICO
Per fronteggiare questi numeri imponenti, l’Ulss ha messo in campo molte forze per eseguire i tamponi. Dall’inizio della pandemia fino al 20 febbraio 2022 sono stati eseguiti e refertati 711.235 tamponi antigenici di cui 686.347 negativi e 24.888 positivi. A questi si aggiungono 455.402 test molecolari refertati dal laboratorio dell’Ulss (di cui 396.171 negativi e 59.231 positivi). Nell’ondata del novembre2020-gennaio 2021 si colloca il maggior numero di tamponi molecolari risultati positivi: 1.600 a settimana a fine dicembre pari al 55% dei test del periodo.
IL CONTACT TRACING
L’attività di ricostruzione dei contatti stretti di ciascun caso positivo al Covid e le conseguenti disposizioni di isolamento e quarantena si sono rivelate ancora una volta tra i cardini della strategia di prevenzione. Nel periodo di picco il numero dei contatti è stato influenzato dal sistema di presa in carico “fast” (cioè chiamata rapida per comunicazione della positività e disposizione immediata di isolamento), dalla collaborazione dei medici di famiglia per il tracciamento dei contatti e da altre azioni di sanità pubblica. Durante i due anni di pandemia sono stati registrati 53.935 episodi di positività che hanno portato alla sorveglianza di circa 110.000 persone. In particolare, gli episodi di quarantena hanno riguardato 29.929 contatti stretti; 15.732 contatti scolastici; 2.101 casi sospetti; 5.316 viaggiatori.
LA DIAGNOSTICA
«La curva epidemica in questi due anni evidenzia in modo chiaro l’andamento dei contagi nelle varie ondate, l’appiattimento durante le stagioni estive e la ripresa a partire da settembre», dicono dalla Prevenzione. Il maggior numero di casi di Covid si sono registrati principalmente nelle due ondate. Nell’ultima che stiamo ancora vivendo a farla da padrona è stata la variante Omicron molto più contagiosa, mentre nel 2020 ad agire era principalmente la variante Delta. Si è passati così dai 1.500 nuovi positivi a settimana del 14 dicembre 2020, ai 4.500 del 10 gennaio 2022.
LA CAMPAGNA VACCINALE
«La vaccinazione anti-Covid ha svolto un ruolo decisivo nel controllo degli effetti pandemici grazie alla riduzione della circolazione virale, la creazione dell’immunità di gregge e la prevenzione dei casi gravi di malattia», dicono dalla Prevenzione. Le vaccinazioni sono partite il 27 dicembre 2020 e al 25 febbraio di quest’anno sono state somministrate 441.139 dosi, che equivale ad una copertura del ciclo completo dell’85% della popolazione over 5. Ad aver ricevuto la dose booster è l’86,8% degli eleggibili. Il comune con la percentuale di vaccinazione contro il Covid tra il 90-100% è Soverzene, poi tutta la Valbelluna e parte delll’Agordino insieme con Cortina (37 comuni) hanno una copertura dall’80 al 90%. I restanti comuni, ubicati nel Comelico, Zoldano parte del Cadore e del Basso Feltrino hanno una percentuale di copertura tra il 70 e l’80%.
DECESSI
Da inizio pandemia ad oggi sono stati registrati 714 decessi con il maggior picco a cavallo tra il 2020 e l’inizio del 2021. E questo perché l’elevata copertura vaccinale delle categorie più fragili ha contribuito a contenere il numero di morti. Se si confronta il numero di decessi complessivi registrati nell’Ulss 1 in media tra il 2017 e il 2019 e quelli dal 2020 alla fine del 2021 si nota come in questi due anni di pandemia i decessi sono aumentati del 6% (erano 5.194 tra il 2017 e il 2019 e sono passati a 5.501) contro una media veneta di +13%. L’aumento di vittime ha raggiunto il 45% tra il novembre 2020 e il gennaio 2021 quando si sono registrati ben mille decessi contro i 692 dei triennio 2017-2019 (la media regionale dello stesso periodo registra un +49%).
PRESSIONE OSPEDALIERA
Buoni risultati hanno evidenziato anche i farmaci monoclonali: ad oggi sono stati somministrati nell’Ulss 332 dosi, mentre sono già 32 i trattamenti antivirali prescritti (Molnupiravir e antivirale Pfizer). Questo, insieme ai vaccini, ha contribuito a diminuire le ospedalizzazioni sia in area non critica (dai 175 ricoveri del dicembre 2020 si è passati alla settantina del dicembre 2021). E così anche in terapia intensiva dove il picco maggiore si è avuto tra la fine del 2020 e il gennaio 2021 (15 casi), rispetto alla punta massima dei 6 del gennaio 2022.
I COMMENTI
«A fronte di quattro ondate epidemiche sempre più impegnative, con numeri nella quarta ondata assolutamente eccezionali e non prevedibili, il Dipartimento di Prevenzione è riuscito con i suoi team emergenziali e con il fondamentale lavoro dei medici di famiglia e delle farmacie a gestire con tempestività tutta la casistica Covid, un’offerta tamponi capillare e una campagna vaccinale che ogni operatore ricorderà come unica. Il risultati di salute appaiono evidenti», commenta il direttore del dipartimento di Prevenzione Sandro Cinquetti. Vuole invece ringraziare chi ha aiutato in questa pandemia, la dg Maria Grazia Carraro: dal personale attivo e in pensione alle istituzioni, dalle forze dell’ordine al«la scuola al tessuto economico che ha sostenuto con generosità la campagna. Un grazie particolare al mondo del volontariato. C’è ancora molto lavoro da fare e lo faremo, ma già vediamo la luce in fondo al tunnel».