Guerra in Ucraina: ecco chi sono i negoziatori inviati da Mosca e Kiev
Le delegazioni dopo il primo round di colloqui di oggi hanno concordato di tornare nelle rispettive capitali per consultazioni, promettendo di tornare a trattare «tra qualche giorno» probabilmente al confine tra Russia e Polonia
ROMA. Ha sollevato non pochi malumori il fatto che a capo della delegazione russa ai negoziati con gli ucraini, al confine bielorusso, Mosca abbia inviato Vladimir Medinsky: ex ministro della Cultura, capo della Società storica militare e consigliere presidenziale su storia e memoria. Medinsky è di fatto uno dei promotori, nell'elite russa, dell'utilizzo della storia come propaganda. Anche lui, come il presidente Vladimir Putin, è convinto che l'Ucraina «non sia un Paese». «Lo Stato moderno, che chiamiamo Ucraina», ha detto due giorni prima dell'invasione russa, «è un fantasma storico modellato da specifiche decisioni tattiche di politici specifici in circostanze specifiche». Con posizioni fortemente nazionaliste, la sua nomina a capo dei negoziatori russi non sono state viste da molti come un buon segnale per il dialogo. Insieme a Medinsky, nei negoziati nei pressi del fiume Pripyat - simbolo non solo del confine tra le tre nazioni slave ma anche del disastro nucleare della vicina Chernobyl - c'erano anche: il viceministro della Difesa Aleksander Fomin, già responsabile del dipartimento che cura i rapporti con le ex repubbliche sovietiche; il capo della commissione per gli affari internazionali della Duma di Stato, Leonid Slutsky e l'ambasciatore russo in Bielorussia Boris Gryzlov, che guida la rappresentanza russa nel Gruppo di contatto per la pace in Donbass.
A capo della delegazione arrivata da Kiev vi era il ministro della Difesa, Oleksii Reznikov, un fedelissimo del presidente Volodymyr Zelensky, che di recente si è fatto con lui un selfie diventato virale: i due sono ritrattati abbracciati e sorridenti in segno di unione e resistenza, in netto contrasto con la distanza posta da Putin con il suo ministro della Difesa, Serghei Shoigu, lasciato all'estremità opposta del lungo tavolo usato ormai regolarmente dal capo del Cremlino per gli incontri di lavoro. Insieme a Reznikov, a trattare sono stati inviati anche il presidente del partito di Zelensky 'Servo del popolo' David Arakhamia; il consigliere presidenziale e di fatto suo portavoce Mikhail Podolyak; il vice ministro degli Esteri, Mykola Tochitsky; il primo vice capo del gruppo di contatto trilaterale (tra Russia, Ucraina e Osce) per un cessate il fuoco nel Donbass, Andriy Kostin e il deputato eletto a Kiev Rustem Umerov.
Entrambe le delegazioni, dopo il primo round di colloqui di oggi, hanno concordato di tornare nelle rispettive capitali per consultazioni, promettendo di tornare a trattare «tra qualche giorno» probabilmente al confine tra Russia e Polonia.