L’amministratore delegato ribadisce le sue ambizioni e gli ultimi risultati ottenuti dal Sassuolo lo incoraggiano. Ma il tecnico frena
A Giovanni Carnevali va riconosciuto il coraggio di essersi esposto pubblicamente in tempi non sospetti, dichiarando che questo Sassuolo doveva puntare all’Europa. Ciò nonostante partenze importanti come quelle di Locatelli, Caputo e Marlon e l’arrivo di un nuovo allenatore in panchina, tra l’altro esordiente in Serie A. Ma le qualità di Dionisi, la classe di Berardi, gli innesti di talenti puri come Frattesi e Scamacca oltre all’esplosione di Traoré e Lopez hanno permesso al club di tenere alta l’asticella delle ambizioni. I sei punti conquistati nel giro di una settimana contro Inter e Fiorentina hanno ridato un senso al campionato di un Sassuolo fino a metà febbraio condizionato da troppi alti e bassi, rendimento da scudetto con le grandi e da retrocessione con le piccole. L’andamento lento delle prime sette della classifica ha però permesso ai neroverdi di rifarsi sotto, il settimo posto (che potenzialmente vale la Conference League) è ancora lontano, ma il distacco non appare incolmabile. Se non altro Berardi e compagni si sono dati un traguardo “possibile” per giocare al massimo le ultime undici partite di campionato. «L’obiettivo è partecipare alle coppe europee, le squadre davanti sono più strutturate ma l’ambizione c’è» - le parole di Carnevali alla vigilia della sfida con la Fiorentina -. Il gol sulla sirena di Defrel ha deciso lo scontro diretto contro una rivale diretta per la corsa all’Europa, aprendo uno spiraglio che sembrava chiuso. Le parole di Carnevali sono arrivate all’orecchio anche di mister Dionisi che, nel post partita, ha comprensibilmente provato a indossare i panni del pompiere: «Spinge sempre in alto l'amministratore, l'ha detto anche in estate, ma quest'anno ci sono state cessioni importanti e arrivi di giovani importanti. Dobbiamo crescere, abbiamo prospettiva e ambizione, spero non sia cambiato nulla. Abbiamo 36 punti e dobbiamo bilanciare le cose: migliore avversario domenica il Venezia, sulla carta una squadra con cui possiamo giocarcela e spesso queste gare le abbiamo sbagliate, quindi dobbiamo fare un risultato positivo ricercando la prestazione». Chiaro l’intento dell’allenatore di non mettere troppa pressione sul gruppo, che spesso in questa stagione ha “toppato” contro le squadre della colonna di destra della classifica. Ma nello stesso tempo il Sassuolo ha “bisogno” di pressioni, come lamentato in passato da De Zerbi e in tempi recenti dallo stesso Dionisi.
Carnevali è come Squinzi: ambizioso e dall’ampia visione, uno che va oltre le realistiche aspettative. Cioè quelle di un campionato di transizione, che segni l’apertura di un nuovo ciclo. Anche se l’anno zero rischia di essere il prossimo, viste le probabili cessioni di Frattesi e Scamacca (“prenotati” dall’Inter) e quelle da non escludere di Berardi e Raspadori. «Il nostro compito - spiega Carnevali - è quello di valorizzare i giovani, per poi vederli crescere nei club più importanti». Per questo il Sassuolo ha giocato d’anticipo assicurandosi già gli eredi designati: Moro, Ciervo, Ceide oltre a Ruan. È sfumato Lucca, ma nella prossima sessione di mercato non è da escludere un nuovo tentativo. Se mister Dionisi vanta un altro anno di contratto (con opzione) per quanto riguarda i dirigenti, com’è nello stile del Sassuolo, tutti andranno a scadenza a giugno, ma è scontata la conferma in blocco. In primis quella di Carnevali, nonostante nelle ultime stagioni sia stato ripetutamente corteggiato da Milan e Juve: «Essere accostato a club importanti fa sempre piacere - ha dichiarato al Messaggero - ma ho la fortuna di lavorare in una grande società, con la proprietà si è costruito un forte legame. C’è la consapevolezza di stare in un club giovane e grande».
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