Daspo per le baby gang e violenza contro le donne nel Veneziano: crescono le sanzioni della Questura
Un centinaio di Daspo, 171 fogli di via obbligatori, 124 ammonimenti e 58 avvisi orali. Sono questi i numeri dei provvedimenti di prevenzione personale adottati nel corso del 2022 dal questore di Venezia, Maurizio Masciopinto, nei confronti di soggetti considerati, a vario titolo, socialmente pericolosi. Le misure di prevenzione sono provvedimenti di carattere amministrativo (non penale) che può adottare il Questore.
Nel 2021 il Questore di Venezia ha emesso 122 provvedimenti, mentre nell’anno in corso, i provvedimenti sono 171 (+ 40%), di cui 84 emessi a seguito attività che ha portato all’identificazione dei partecipanti ad un “rave party” avvenuto nel mese di gennaio a Concordia Sagittaria.
I provvedimenti sono stati adottati con successo anche quando i territori costieri sono stati raggiunti da soggetti che hanno attuato comportamenti delittuosi che hanno messo a rischio l’incolumità pubblica per effetto di rapine, spaccio e reati di resistenza all’autorità. Il divieto di accesso a manifestazioni sportive (Daspo) ha come destinatari quei soggetti ritenuti pericolosi per l’ordine e la sicurezza pubblica, con particolare riferimento ai luoghi ove si svolgono manifestazioni sportive. Il daspo può essere aggravato con l’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria nel caso di comportamenti recidivi.
Nel corso del 2022 la Questura di Venezia ha emesso 104 “daspo” (+1.200% rispetto al 2021) a carico di tifosi locali e non, che hanno messo in atto comportamenti violenti o pericolosi per l’ordine pubblico. In particolare alcuni episodi di violenza verificatisi nei pressi dello stadio “P.L. Penzo” in concomitanza dello svolgimento di partite di calcio del campionato di serie “A” e serie “B” hanno avuto come conseguenza l’emissione di 30 provvedimenti a seguito della partita Venezia – Bologna (rissa tra le calli veneziane), altri 15 per i fatti occorsi durante la partita Venezia Cagliari e 27 per quanto accaduto a seguito dell’incontro Venezia Genova.
Il divieto di accesso ad aree urbane invece consente di inibire determinate zone urbane al fine di tutelare il decoro e l’uso di alcuni luoghi della città, con l’intento di prevenire quelle condotte che ne impediscono la libera fruizione e l’accessibilità. Ha una durata variabile dai 6 mesi ai 2 anni. A tutela delle aree urbane in cui si sono registrate situazioni estremamente critiche è consentita, dal 2020, l’emissione di cd. “Daspo Willy”, così chiamato a seguito dei noti eventi che hanno portato alla morte del giovane Willy Monteiro Duarte.
Tale misura permette di allontanare persone ritenute pericolose per la società da locali di pubblico intrattenimento, esercizi commerciali o da determinate zone quando, nei pressi degli stessi, siano stati commessi gravi reati (rissa, spaccio, episodi di resistenza all’autorità). Proprio quest’ultimo provvedimento è stato utilizzato con efficacia nella provincia per contrastare il dilagante fenomeno delle “baby gang”.
Il Questore di Venezia ha infatti emesso nel corso del 2022, 46 provvedimenti di cui ben 24 (+ 2.300% rispetto al 2021) applicati a giovani, in alcuni casi anche minori, che hanno creato allarme sociale in zone turistiche o comunque in centri cittadini interessati dalla movida.
In particolare 9 provvedimenti hanno colpito una “baby gang” che operava nella zona di Jesolo, provenienti dalle aree padovane mentre altri 6 per un’altra “baby gang” che si è resa protagonista, recentemente, di episodi violenti nel centro di Mirano con taglieggiamenti, rapine e aggressioni commessi ai danni di giovanissimi studenti.
Numeri preoccupanti anche per le misure di contrasto al fenomeno della violenza contro le donne. Secondo i dati diffusi dal Dipartimento della Pubblica Sicurezza dall’inizio dell’anno al 25 novembre scorso le donne vittime di femminicidio sono state 88 con una media di un omicidio ogni 3.8 giorni; ogni giorno 86 donne sono vittime di reato di genere e a questa lista si deve aggiungere il numero dei tentati omicidi delle violenze di ogni sorta delle prevaricazioni e abusi difficilmente qualificabili perché raramente denunciati. Le misure reattiva che l’ordinamento riserva al Questore in casi di violenza o maltrattamenti è l’ammonimento. Ne esistono di due tipi: per atti persecutori e per atti di violenza domestica.
Nel primo caso il Questore può emettere il provvedimento di ammonimento solo a seguito di richiesta della vittima, nel secondo caso, invece, qualora sussistano i presupposti individuati dalla legge, può procedere ad ammonire il soggetto violento anche di propria iniziativa.
Il Questore di Venezia nel corso dell’anno 2021 ha emesso 70 provvedimenti, mentre per l’anno in corso gli ammonimenti emessi sono 124 (+70%) di cui 50 per atti persecutori e 74 per violenza domestica.
La Questura ha intensificato i rapporti di collaborazione con gli enti e le istituzioni che a ogni titolo si occupano di violenza domestiche sulla considerazione che la violenza va contrastata secondo una strategia di rete (Tribunali, Procure, centri antiviolenza, strutture comunali, organizzazioni di volontariato e organi di stampa). Nel merito sono stati redatti due accordi protocollari di indirizzo con la Cooperativa GRU e il Centro Ferrioli Bo che operano anche sul recupero degli uomini maltrattanti attraverso dei percorsi di emancipazione dalla violenza cui indirizzare gli uomini che abbiano ricevuto il provvedimento di ammonimento del Questore.
L’attività effettuata a seguito delle proposte presentate dal Questore di Venezia hanno permesso di recuperare e destinare allo Stato beni illecitamente acquisiti da soggetti individuati, pari a 2 milioni di euro nel 2021, mentre nel 2022 è in fase di definizione da parte del Tribunale di Venezia la proposta di confisca di beni per un totale di 1,5 milioni di euro.
Nell'ambito delle categorie vulnerabili, come ad esempio i minori, infine l’Ufficio della Divisione Polizia Anticrimine di Venezia ha gestito e collocato in strutture idonee 62 minori stranieri che si sono presentati presso la Questura di Venezia, fuggiti dal proprio paese senza familiari. In tale ambito, a seguito dell’emergenza per la guerra in Ucraina, sono stati gestiti e affidati 83 minori, scappati dal paese d’origine senza i genitori.