Trieste, 186 lavoratori dei servizi educativi firmano l’appello al Comune: «Si assumano 18 colleghi precari»

foto da Quotidiani locali

TRIESTE Una lunga lettera sottoscritta da 186 colleghi per chiedere al Comune e alla Regione di tutelare 18 lavoratori che hanno maturato il diritto alla stabilizzazione senza però riuscire ad ottenerla per via dei tempi tecnici.

A spiegare la vicenda è Walter Giani, dirigente della Funzione pubblica della Cisl: «Nei servizi educativi comunali ci sono 18 lavoratori precari che hanno maturato almeno 3 anni di servizio nel corso degli ultimi 8 anni per avere diritto alla stabilizzazione secondo quanto previsto dalla legge Madia. La data limite è però quella del 31 dicembre 2022 e siccome ci sono alcuni passaggi burocratici è molto difficile riuscire a completare il percorso in tempo. Quello che come sindacato chiediamo, mettendoci al fianco dei lavoratori, è un intervento della Regione che recepisca la norma nazionale che estende la scadenza della legge Madia al 31 dicembre del 2023».

Paradossalmente in realtà basterebbe una estensione anche di pochi mesi, quelli sufficienti a compiere tutte le procedure e le pratiche necessarie. Ovviamente i sindacati sperano in un adeguamento alle norme nazionali con l’obiettivo di andare a stabilizzare anche quei soggetti che matureranno il diritto all’indeterminato nei prossimi mesi.

Nella lettera inviata agli assessori comunali Stefano Avian, con delega al Personale, e Nicole Matteoni, con delega alle Politiche dell’educazione, i 186 firmatari sottolineano di valutare «con favore le recenti assunzioni di personale a tempo indeterminato dalle graduatorie concorsuali e dalle restanti graduatorie degli aventi titoli 2018 per i Ricreatori e Infanzia e 2020 per i Nidi». Tra ritardi per il Covid e assunzioni dalle graduatorie sono rimasti quindi esclusi 18 precari la cui stabilizzazione «permetterebbe di valorizzare qualità e competenza comprovate e riconosciute da utenze, famiglie, colleghi e dallo stesso Comune con le numerose valutazioni positive dell’attività lavorativa svolta in questi anni». Nella lettera si sottolinea come ci siano operatrici da più di 10 anni nei Servizi educativi che hanno superato abbondantemente i tre anni previsti dalla legge Madia. «Sono persone – spiega Giani – che lavorano nei ricreatori e nei nidi, dove a breve ci saranno pensionamenti e questi 18 operatori andrebbero a coprire quei posti di lavoro. Oltre che con la Regione saremo parte attiva anche con il Comune». Il rappresentante della Cisl sottolinea anche la grande solidarietà tra colleghi: «Siamo soddisfatti nel vedere questo spirito di collaborazione in un momento storico in cui nei Servizi educativi si sta vivendo un periodo molto critico e per uscirne serve unità da parte di tutti».