Calcio dilettanti, Marco Benvenuto, dalla C2 alla Seconda categoria: «A Muggia col cuore»
foto da Quotidiani locali
TRIESTE Della sua natìa Trieste e di Muggia è innamoratissimo ma un pezzo di cuore lo ha lasciato lassù, in una delle porte delle Dolomiti, nella patria dello speck e dei canederli: Bolzano. Lì, con la maglia del Südtirol, ha giocato per quattro stagioni in serie C2, 96 presenze con 11 reti all’attivo. Marco Benvenuto, classe ’81, non ha ancora smesso di correre dietro ad un pallone, in questa stagione con il Muggia 2020, capolista indiscussa del girone F di Seconda Categoria.
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«A Bolzano – inizia a raccontare – sembrava di stare in serie B. Si stava costruendo il centro sportivo, ognuno di noi giocatori aveva un’auto societaria. Avevamo tantissimi sponsor nonostante da quelle parti il calcio venga dopo sci, hockey e pallamano. Durante la stagione la società organizzava molte cene tra di noi, poi per tre/quattro volte eravamo ospiti del Comune, spesso andavamo anche a fare delle bevute con i tifosi in mezzo ai vigneti. Giocare lì ti porta ad avere un grande senso di appartenenza alla maglia, per chi viene da fuori ma soprattutto per chi è del posto. Se a sedici anni sei bravo vai e giochi in Prima squadra. C’è proprio la volontà di far crescere i talenti altoatesini. È tutto un altro modo di fare calcio e i risultati si vedono. Tra gli allenatori che ho avuto ricordo Baroni, uno che aveva giocato anche con Maradona e poi Firicano, ex compagno di Batistuta, Rui Costa ed Edmundo. Due mister che grazie al loro passato ci inondavano di aneddoti e di insegnamenti».
Benvenuto ha vestito anche altre maglie, in D quelle di Gorizia, Monfalcone, Russi e Pordenone. In quest’ultima era allenato da Pavanel. Ma “Pava” lo aveva conosciuto molto tempo prima, quando a 16 anni bazzicava con la Prima squadra rossoalabardata allenata all’epoca da Beruatto, “Pava” ne era il capitano e il buon Marco, come si usava in quei tempi tra giovani e senatori, aveva iniziato a dargli del lei. Fu lo stesso Pavanel ad esigere il “tu”.
Dieci anni dopo Benvenuto ritorna alla Triestina, quindi da giocatore maturo. La squadra è in serie B, il tecnico è Maran, ci sono tra gli altri Allegretti, Lima e Granoche. Lui però passa tutto il girone d’andata in panchina senza mai mettere piede in campo. «A quell’età avevo voglia di giocare – continua Marco – e dunque con il girone di ritorno ritornai a Bolzano. Però in quei pochi mesi ho imparato tanto, è stata per me una scuola di sport incredibile». Poi anche un’esperienza a Gradisca in serie C2. «Gran bella squadra, in attacco avevamo Zubin e Neto Pereira, dopo un ottimo girone d’andata subentrarono dei problemi economici e la squadra perse i pezzi migliori».
Poi a trent’anni arriva la decisione più importante. «Avevo ricevuto offerte dal Catanzaro e dal Barletta ma le cifre non erano particolarmente alte per cui scelsi i dilettanti triestini e soprattutto di mettere su famiglia trovando un lavoro (fa il capo turno in una nota fabbrica di pasta, ndr)».
Subito il Muggia con prima Corosu e poi Musolino in panchina. Quindi gli interessanti progetti al Primorje (dalla Seconda categoria all’Eccellenza) e alla Triestina Victory (dalla Seconda Categoria alla finale persa per salire in Promozione). E ora, come detto, c’è il Muggia 2020. «Altro bel progetto, qui ho trovato tanti amici e in Marzio Potasso un grande allenatore, tecnico esperto e persona eccezionale fuori dal rettangolo di gioco. Il gruppo ha dimostrato di saper soffrire e ora stiamo facendo molto bene».
Un’ultima sua battuta sulla prossima stagione: «Il mio futuro calcistico lo immagino sempre a Muggia, l’idea è di continuare a giocare ma potrei anche appendere le scarpe al chiodo nel caso mi si presentasse l’opportunità di poter mettere la mia esperienza al servizio dei giovani. Mesi fa mi era arrivata la richiesta di fare il vice allenatore degli Allievi Nazionali della Triestina ma per problemi lavorativi dovetti rinunciare».