Tondo: «Una lista di Ar a sostegno di Fedriga. Saremo l’unica civica di centrodestra»
TRIESTE. «Come avevo detto la scorsa estate, prima delle elezioni: non tornerò più nelle istituzioni, ma continuerò con la politica». Maurizio Lupi lo ha indicato coordinatore nazionale di Noi con l’Italia e Renzo Tondo commenta con soddisfazione l’ennesima stelletta della carriera. Occasione per ufficializzare anche la discesa in campo a livello locale: «Autonomia responsabile sarà della partita, a sostegno di Massimiliano Fedriga», dice l’ex presidente della Regione.
Tondo, com’è arrivata la nomina?
Alla luce del risultato elettorale, non all’altezza delle aspettative, si è aperto un dibattito interno e il presidente Lupi, visto il consenso nel partito, mi ha chiesto di farlo.
Ancora politica, come desiderava.
Non è più mio interesse candidarmi, ma mi diverto sempre nel contatto con il mondo della politica. Mi occuperò in particolare della costruzione del partito nelle regioni. Ho iniziato dalla Basilicata e dalle Marche.
In Friuli Venezia Giulia che cosa farete?
In regione siamo Autonomia responsabile, movimento federato con Noi con l’Italia. Continuiamo così perché, non ho difficoltà a dirlo, essendo già presenti in Consiglio, non abbiamo la necessità di raccogliere le firme. Ne servono 4.750, non sono poche per le liste nuove.
Quindi presenta la lista?
Presento la lista in tutte le circoscrizioni a sostegno di Fedriga. Ho parlato con il presidente nei giorni scorsi e gli ho presentato il progetto politico di Ar.
La risposta?
Ha apprezzato. Più liste ci sono per lui, meglio è.
Qual è il vostro valore aggiunto?
Saremo l’unica lista civica di centrodestra dato che quella del presidente sarà concentrata sulla sua figura. L’età media sarà molto bassa e l’obiettivo sarà di ripetere l’operazione di Trieste con Mirko Martini in Consiglio comunale. In Consiglio regionale puntiamo a fare il gruppo, e quindi ad avere almeno due eletti. L’appello, sin d’ora, va ai movimenti autonomisti: dal Movimento Friuli agli indipendentisti del Tlt fino alla lista Dipiazza. Civismi che vorremmo vedere al nostro fianco nella corsa a piazza Oberdan.
Fedriga ha già vinto le elezioni? Che errore non deve commettere?
L’ho sentito molto sul pezzo. Ha la consapevolezza delle difficoltà di un centrosinistra che non ha nemmeno individuato un candidato, ma sa che la partita è ancora da giocare, che Lega e Forza Italia sono in una fase di difficoltà e che dunque non ci si può distrarre. Per questo è contento che ci sia una lista in più dalla sua parte. Dopo di che, sono convinto che vincerà a mani basse.
Per il candidato del centrosinistra lei suggerì un viaggio verso casa Illy. Chi pensa sarà, alla fine, l’avversario di Fedriga?
Credo che Massimo Moretuzzo, leader del Patto dell’Autonomia, sia a questo punto un investimento da fare. A meno che non voglia riprovarci Serracchiani (ma figuriamoci), non vedo chissà che candidati si possano inventare.
Le priorità per il Fvg dei prossimi cinque anni?
La sanità, visto che il Covid ha aperto un’emergenza sull’«altra» sanità, per mancanza di risorse, medici di medicina generali, dirigenti all’altezza. E poi l’energia. Mi stupisco che, ora che il nucleare non è tabù, non si tenti un accordo con Slovenia e Croazia per partecipare alla centrale di Krsko. Mi meraviglio che nessun industriale spinga la politica su questa strada.
Riaffiderebbe a Riccardi la sanità?
Riccardi ha superato bene la prova in un momento difficile, ma serve un assessore che apra il dialogo con le categorie. Inizia un’altra stagione, ma non è una critica a Riccardi.
Ha un nome?
No.
Un giudizio sulle prime settimane del governo Meloni?
Ha intanto trasmesso un’immagine di sicurezza al Paese. Il mio giudizio sulla premier, in particolare, rimane positivo. Ne ho sempre apprezzato la storia personale.
Si sta comportando in maniera sufficientemente moderata?
Io direi di sì. Ha lasciato da parte le espressioni da borgatara della campagna elettorale e sui temi si è bene resa conto che, senza Europa, non si va da nessuna parte.