Bufera Asl/To4, si indaga su gare, forniture e selezioni
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Il legale di Cm service: «Ha sempre lavorato nel rispetto della legge», oltre 20 indagati
IVREA. Trenta perquisizioni, un’indagine condotta dai pm Valentina Bossi e Alessandro Gallo che coinvolge oltre venti persone tra vertici dell’Asl/To4, dirigenti e dipendenti, aziende fornitrici. L’inchiesta è in una fase ancora embrionale e viaggia sostanzialmente su più filoni, dal complesso caso di Saapa, l’ospedale di Settimo, forniture e affidamenti di servizi esterni di assistenza e selezioni per promozioni interne. Se, fino alle perquisizioni, gli accertamenti della procura proseguivano da tempo sotto traccia, con le perquisizioni e le notifiche ai diretti interessati, l’indagine è entrata in una nuova fase. In Asl (e fuori) c’è preoccupazione. Davanti ai taccuini, nessuno si vuole sbilanciare: non si conoscono i dettagli dell’inchiesta e ci sono aspetti troppo delicati e da chiarire perché si alimentino dichiarazioni al momento sul nulla. Lo stesso assessore regionale alla Sanità Luigi Icardi ha detto di augurarsi che i vertici dell’azienda sanitaria possano chiarire al più presto la propria posizione, ma l’indagine è complessa e i tempi non si annunciano brevi. Esprime preoccupazione il primo cittadino di Ivrea, Stefano Sertoli, presidente della conferenza dei sindaci dell’Asl/To4: «In questo momento l’azienda sanitaria è impegnata su vari fronti, sta lavorando agli investimenti previsti dal Pnrr e al piano di sanità territoriale, molto importante per il territorio. Mi auguro che questo non determini ritardi».
PRUDENZA
Per il resto, le dichiarazioni sono al momento di prudenza. «Abbiamo ipotesi di lavoro che verificheremo - dice Gabriella Viglione, procuratrice capo della Repubblica di Ivrea –. Le indagini sono in corso e vedremo, alla fine, che cosa sarà dimostrato». Le ipotesi vanno dalla corruzione alla turbata libertà degli incanti, passando per l’abuso d’ufficio alla rivelazione di segreti d’ufficio. Con la notifica dei decreti di perquisizione, sono emersi nomi e società sotto la lente dei magistrati.
IL CASO CM
A Ivrea, un nome su tutti è quello di Cm service, azienda con sede a Cascinette di Ivrea. Fondata da Massimo Cassinelli nel 2006, già imprenditore nel settore delle pulizie, è cresciuta fino a occupare oltre 4.000 dipendenti diretti. Nata come società che si occupa di servizi alla persona, negli ultimi anni ha diversificato la sua attività in tutti i settori del facility management. Oggi si occupa oltre 25 Rsa. Solo sul territorio, negli ultimi anni ha acquisito il governo del Saudino a Ivrea, e poi si occupa di strutture a Caluso, Mazzè, Lessolo, Valperga. A Ivrea ha dato vita alla Residenza Anna Maria. All’attenzione della procura, anche la gara superiore ai 3 milioni di euro per il bando per una Rsa di San Mauro e una di Settimo, affidate a Cm. Cm service, va detto, negli ultimi anni è andata molte volte in soccorso alla sanità pubblica fornendo servizi di rafforzamento portierato, occupandosi del carcere, intervenendo in settori dove si creavano necessità. E intanto, la società è cresciuta. A Ivrea, dire Cm service è parlare di Massimo Cassinelli che, però, non compare nella società. L’amministratrice unica è la cognata, Rita Carmela Conversa, l’institore è Paolo Garnerone, di Castellamonte, presidente della Croce rossa di Castellamonte, esperto di security. La società, con 5 milioni di euro di capitale sociale, è di Semiramis, di Massimo Cassinelli, la moglie Anna Maria Conversa (Mugnaia 1998) e una holding. Di Cm sono indagati anche il capo area Michele Scusello e la dipendente Marianna Anselmo. Luca Fiore è il loro l’avvocato: «Cm Service è una grande azienda, importante, che ha sempre lavorato nel rispetto dell’etica e della legge e questa indagine nei confronti dei miei assistiti è inaspettata. Al momento non ci sono ulteriori dichiarazioni da fare, se non che i vertici di Cm sono estranei ai fatti. Siamo in attesa che si definiscano gli addebiti e per avere chiarimenti abbiamo chiesto anche un colloquio ai magistrati».
I VERTICI ASL
Dentro l’Asl, sono indagati il direttore generale Stefano Scarpetta, il direttore amministrativo Stefano Loss Robin, la dirigente delle professioni sanitarie Carla Fasson, il direttore del distretto Carlo Bono, l’assistente sanitaria dell’ospedale di Cuorgnè e Maria Grazia Gazzera, i tecnici Massimo Gai (marito di Gazzera), Claudia Griglione, Gaia Pavan, Dario Fornasieri con i coordinatori Pasquale Salerno e Mariella Forma, il coordinatore di radiologia a Settimo Gian Livio Lembo, Rsu, sindacalista Uil. C’è quindi un faro acceso della procura sulla gestione aziendale.
LA CONSIGLIERA E IL DELEGATO
Gazzera è anche consigliera di maggioranza a Cuorgnè, con delega a Politiche sociali, salute e benessere, inclusione e turismo. Al suo fianco si schiera la sindaca Giovanna Cresto (di professione avvocata) a nome della maggioranza: «Siamo personalmente dispiaciuti e vicini alla nostra consigliera ed alla sua famiglia, consapevoli della complessità di questa indagine che non riguarda il ruolo di consigliere ricoperto da Gazzera. Attenderemo la conclusione dell'inchiesta, certi del buon operato degli organi competenti». Lembo è un sindacalista di lungo corso. La procura sta verificando la selezione a cui ha partecipato per il coordinamento della radiologia di Settimo, un lavoro che già svolgeva. Per quel ruolo interno era l’unico candidato. I posti (il suo non è un caso isolato) erano stati mappati e messi a bando interno in base a un regolamento interno che ha anticipato una norma contrattuale. Serse Negro è un altro sindacalista Uil di lungo corso: «Non so nulla dell’inchiesta e sono certo che la magistratura sa fare egregiamente il suo lavoro. Sono anche certo, però, che se gli accertamenti vertono su quelle selezioni per il coordinamento, le cose saranno chiarite».