Rigassificatore nel golfo di Trieste, Fedriga apre: «Pronti a discutere di progetti seri»
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Il governatore disponibile a valutare una struttura galleggiante. Cautela dal Pd, il no di Open Fvg
TRIESTE Proposte concrete non sono ancora arrivate, ma il presidente Massimiliano Fedriga apre all’ipotesi di un rigassificatore galleggiante, dopo le indiscrezioni sugli approfondimenti che Snam sta conducendo sulla possibile collocazione di una nave frsu nel golfo di Trieste. Il governatore ha sempre detto di essere favorevole alla soluzione off shore, «purché ci si trovi davanti a un progetto serio e capace di superare tutti i vincoli e tutte le pratiche autorizzative».
Da questo punto di vista Snam è considerato interlocutore di assoluta credibilità, già capace di ottenere il via libera dei presidenti Stefano Bonaccini e Eugenio Giani per i progetti messi in campo rispettivamente a Ravenna e Piombino. Fedriga ricorda che «come Regione siamo disponibili a valutare qualsiasi forma di approvvigionamento energetico di ultima generazione. Prima però servono tutti gli elementi concreti: parliamo di progetti strategici».
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Fedriga non ha mai nascosto il proprio favore per i rigassificatori galleggianti. Nessuna nostalgia invece per il mai nato rigassificatore Gas natural di Zaule, che «creava problemi economici bloccando il porto», anche se è ancora troppo presto per sapere dove Snam potrebbe tentare di posizionare l’unità frsu e come questa intralcerebbe le attività dello scalo triestino.
Fedriga aveva già dato riservatamente a Snam la sua disponibilità, quando ad aprile era stato sondato sulla possibilità di ospitare una delle navi galleggianti che la società che gestisce la rete del gas si apprestava ad acquistare per conto del governo. «Sono favorevole ai rigassificatori, dipende da dove si fanno», aveva detto il presidente. E quelli off shore hanno «impatto zero anche dal punto di vista paesaggistico». Un mese più tardi era tornato sull’argomento: «Non vogliamo il rigassificatore a tutti i costi, ma abbiamo dato disponibilità a fare off shore».
Favorevole sarebbe con ogni probabilità anche il sindaco Roberto Dipiazza, che nei mesi scorsi si è detto pentito di aver detto no al rigassificatore di terra proposto a suo tempo da Gas Natural: «Oggi saremmo una città ricchissima», commentò a guerra appena scoppiata, pensando «a quanto avremmo potuto fare per noi e per il nostro paese».
Dal Pd arriva un’apertura con molte condizioni. La deputata Debora Serracchiani sottolinea che «pochi mesi fa il presidente Fedriga aveva evocato il principio della compatibilità ambientale e paesaggistica, e io direi anche economica, per un impianto offshore nel golfo. Va capita con grande precisione la compatibilità delle attività del porto con un impianto galleggiante. E ricordo che nel 2013 il ministero dell’Ambiente aveva dato lo stop alla Valutazione di impatto ambientale per il Gnl al largo di Trieste». Secondo Serracchiani, «è strategico che l’Italia aumenti la capacità di rigassificazione. Non è meno strategico che il porto esprima tutte le sue potenzialità al servizio del paese, per cui sono stati investiti oltre 400 milioni del Pnrr».
A sinistra è «fermo e inamovibile il no» del presidente di Open Fvg Matteo Polo, secondo cui «l’impatto su paesaggio, ambiente ed economia pare davvero grave. In particolare posizionarlo davanti alle spiagge di Grado danneggerebbe irrimediabilmente l’economia turistica dell’isola del sole, sempre più minacciata dai cambiamenti climatici. L’ipotesi di un rigassificatore offshore deve poi tenere conto anche dell’impatto sull’ambiente marino e sulle attività di pesca del golfo di Trieste».