Nicola, il “medico” che si prende cura dei violini: «Sono liutaio per vocazione, grazie a mio padre amo la musica»
Considerato uno dei mestieri d’arte senza tempo più affascinanti, il liutaio è un’eccellenza italiana nel mondo.
Nicola Vendrame è un cordovadese che da oltre 8 anni risiede in Borgo Castello e nel laboratorio di Cinto Caomaggiore costruisce, ripara e restaura violini, violoncelli e viole.
«Precisione e pazienza sono due requisiti essenziali per realizzare lo strumento finito – racconta –, un lavoro svolto nei piccoli laboratori artigiani dove la tradizione si coniuga con la tecnica antica. Incuriosito da mio padre Renato, che suonava il violino ed era direttore di coro, sono stato subito attratto dal settore e a 18 anni accolto da un liutaio di Treviso dove ho appreso le basi del mestiere. Poi mi sono iscritto alla scuola di liuteria di Milano una delle più prestigiose in Italia».
Per quattro anni materie come disegno, progetto, verniciatura, chimica, fisica, restauro sono stati i suoi interessi principali, diventando a 24 anni il più giovane assistente e poi docente dell’istituto.
«Poi mi sono trasferito a Cremona per “respirare l’arte liutaia” come si diceva, ho approfondito il mestiere in alcuni laboratori specializzati. Nel 2006 – ricorda – a Cinto Caomaggiore ho trovato i locali per la “bottega” proseguendo nei corsi e seminari di perfezionamento. L’attività è cresciuta lavorando con musicisti, orchestre, enti musicali e conservatori di tutto il mondo dagli Stati Uniti all’Australia, dall’Olanda alla Francia dalla Germania all’Italia e collaborando con enti come la Fenice di Venezia, Rai di Torino, l’Accadenia di Santa Cecilia di Roma, il Verdi di Trieste o il Maggio musicale fiorentino. Nella nostra zona l’Accademia d’archi Arrigoni di San Vito al Tagliamento è quella che ritengo di qualità più elevata».
Il liutaio si occupa di ogni fase dello strumento: progettazione, scelta dei materiali, realizzazione, verniciatura, assemblaggio, rifinitura, messa a punto e commercializzazione svolgendo un ruolo essenziale per il prodotto finito.
«Per i giovani – precisa Vendrame – i canali di apprendimento rimangono sempre due: la scuola di liuteria oppure la pratica in un laboratori di più alto livello possibile a “macinare legno”. Un aspetto di grande importanza nella professione va riservato allo studio di storia dell’arte e della musica, ma anche conoscere bene, stili, epoche e tecniche di realizzazione e poiché la vita degli strumenti è molto lunga sarà la storia a decretarne qualità e caratteristiche uniche»