Il Meduna è quasi in secca e le falde sono troppo basse: ecco il piano del Consorzio per affrontare l’emergenza
Il Meduna appare pressoché in secca, gli altri fiumi non fanno eccezione. Le piogge di queste ultime ore non sono naturalmente bastate a modificare una situazione grave. La stagione irrigua si apre all’insegna delle incognite: le falde sono così basse che raggiungerle richiede un costo sempre maggiore di elettricità. Al consorzio di bonifica Cellina Meduna il clima è di apprensione dopo un mese di marzo che si sta per chiudere, come ormai prassi da più di un anno, con il segno meno.
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«Siamo pronti con le bagnature anticipate e questo significa che a breve dovremo iniziare a fornire acqua ai soci – ha spiegato il presidente Valter Colussi –. L’unica giornata di pioggia che abbiamo registrato a marzo ha rallentato le prime richieste da parte dei consorziati, accelerate dalle temperature eccezionalmente calde. Siamo pronti ad ogni scenario. Certo è che se la siccità dovesse proseguire, il quadro si farebbe davvero a tinte fosche».
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I laghi valcellinesi di Barcis e Ravedis e i tre della Val Tramontina sono in secca ma ciò dipende dalle manutenzioni periodiche. «A brevissimo inizieremo a invasare anche se al momento la portata del Meduna è di circa quattro metri cubi al secondo, la metà della media storica – ha ribadito il direttore dell’ente Massimiliano Zanet –. Nel 2017 partivamo con un deficit analogo a quello attuale. Solo che allora le falde non erano così profonde dopo un anno di secco quasi totale. Il che si ripercuote sull’intera asta fluviale della provincia, con i corsi d’acqua di pianura in grandissima sofferenza. Le risorgive e lo stesso Gorgazzo non ricevono più da sottoterra, di conseguenza ne soffrono anche Noncello e Livenza».
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Zanet ha ricordato che nel 2017 la situazione si ribaltò nel giro di qualche giorno grazie a un’ondata di maltempo tipicamente friulana. «Una fase di intense precipitazioni atmosferiche a catena riportò in equilibrio il sistema e la nostra speranza è che tale svolta meteo sia imminente» ha osservato il direttore.
Ma se così non fosse? «Nel 2022 – rammenta – abbiamo attivato un piano antisprechi che ci ha permesso di sospendere le bagnature solo a partire da Ferragosto e solo lungo il Meduna. Senza quel provvedimento avremmo perso l’intero raccolto. Da allora va avanti un lavoro di squadra quotidiano con l’assessore regionale Stefano Zannier e i singoli soci. I nostri soci stanno innovando gli impianti di irrigazione risparmiando acqua. Le nuove opere, come i laghetti nelle cave dismesse, richiedono anni per entrare in operatività. Nel frattempo possiamo solo appellarci ai cittadini perché non disperdano nemmeno una goccia. E pregare perché la pioggia arrivi al più presto».