«Ostaggi del vicino». I residenti Aler di viale Canton Ticino a Pavia raccolgono le firme

PAVIA. Trenta firme per chiedere un intervento di Aler e delle istituzioni. I residenti delle case popolari di viale Canton Ticino temono che le tensioni con un vicino di casa, già denunciato più volte per minacce, degenerino e hanno così sottoscritto una petizione. «La situazione sta diventando insostenibile e chiediamo una soluzione – spiega Nicola Carabellese, uno dei residenti che ha avviato la raccolta firme –. Sono sempre urla e minacce, dobbiamo stare attenti a uscire di casa. Non si può andare avanti così».

La polizia è già intervenuta diverse volte nel condominio popolare, il primo sulla sinistra accedendo da viale Canton Ticino, di fronte al Naviglio.

Denuncia per stalking

Ieri mattina è ancora intervenuta la volante, chiamata proprio da Carabellese, il quale ha presentato una denuncia per stalking. «Ha cominciato a suonare il campanello alle 7 di mattina – racconta l’uomo –. Mia figlia è preoccupata da questa situazione e non esce più. Siamo tutti sotto stress. L’altro giorno ha cominciato a minacciare tutti con un coltello. Abbiamo chiamato per l’ennesima volta la polizia, ma più di tanto gli agenti non possono fare. Prima o poi qui finisce male se nessuno interviene».

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Più volte il vicino di casa al centro della petizione dei residenti, C. M., 38 anni, da oltre un anno domiciliato in uno degli appartamenti del condominio, è stato portato in questura e poi rilasciato al termine degli accertamenti con denunce per minacce aggravate. Per questo reato non sono previsti infatti provvedimenti restrittivi. L’ultima denuncia era scattata pochi giorni fa, quando aveva minacciato un vicino di casa.

A febbraio l’uomo aveva esploso alcuni colpi di pistola dalla finestra: l’arma si era poi rivelata una scacciacani ma nell’abitazione gli agenti avevano trovato e sequestrato anche una balestra.

Portato in questura era stato denunciato per lo stesso reato di minacce aggravate. La polizia era anche intervenuta altre volte, chiamata da una donna con cui l’uomo aveva una relazione.

«Deve essere curato»

Lorenzo B. abita di fronte al condominio in cui risiede il 38enne. «Va aiutato, quell’uomo ha bisogno di cure – dice il residente –. Ormai la situazione è diventata pesante per tutti, siamo tutti preoccupati. Pochi giorni fa l’ho visto seduto alla finestra, con le gambe penzoloni, che urlava contro chiunque passasse dal cortile. L’episodio con la pistola è stato il più grave, anche perché nessuno sapeva se l’arma fosse vera o finta, ma ci sono stati altri episodi, comunque molto preoccupanti».

«Ha minacciato mio figlio con un coltello, ho firmato la petizione perché qui non si vive più – spiega una donna affacciata al balcone con i panni stesi ad asciugare –. Tenteremo la strada giudiziaria ma nel frattempo qualcuno deve intervenire per risolvere subito il problema». I residenti nella raccolta firme chiedono in particolare ad Aler di poter trovare una soluzione, come un alloggio alternativo. «Sappiamo che questo sposterebbe solo il problema – dicono –, ma da qualcosa bisogna partire. La situazione è insostenibile».