Barzellette, ironia e il lavoro come tassista, Gina racconta i suoi 103 anni: «Gli agenti mi fermavano e mi facevano l’inchino»
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foto da Quotidiani locali
CIVIDALE. L’auto, o meglio il taxi, per lei era “casa”, un habitat naturale; le mani sul volante l’assetto ideale, quello in cui si sentiva più a suo agio, si trattasse di una macchina, di un pulmino scolastico o di un autoarticolato.
Nonna Gina Umbertis, storica e unica tassista di Cividale (è stata la prima e la sola donna, in città, ad aver rivestito quel ruolo), continua ad aggiungere candeline alla sua torta di compleanno da record: mercoledì ne ha spente 103, ennesimo traguardo di una specialissima vita “a quattro ruote”, scivolata sulle strade del Friuli ma pure della Germania e della Svizzera, quando la signora vestiva i panni di secondo pilota sui Tir.
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E chissà, forse è stato proprio quel dinamismo a trasformarsi in elisir di eterna giovinezza per una veterana che vanta ancora la prontezza di spirito e la verve di una ragazza: le barzellette che ama raccontare e il suo senso dell’ironia continuano a regalare sorrisi e buon umore alle tante persone che la frequentano, a cominciare dalla cerchia più stretta, quella dei nipoti Vittorina, Silvio, Federico e Raffaele e della cara amica Annamaria Casanova.
Nel giorno di festa in tanti hanno voluto raggiungere Gina nella casa di sempre, in Borgo di Ponte, dove l’arzilla ex autista continua a vivere, aiutata nelle incombenze quotidiane da una badante. La veneranda età non ha affatto fiaccato le sue energie: ogni sabato si reca al mercato, accompagnata dai nipoti, e il caffè al bar resta un piacere (se non quotidiano, quasi) al quale non rinuncia.
A Cividale, così, è tuttora volto presente e familiare a moltissime persone, che hanno stampata nella memoria l’immagine di Gina al volante dell’inseparabile Mercedes. Erano gli anni Cinquanta quando la signora Umbertis – nata a Fagagna ma sempre vissuta nella cittadina ducale – scoprì una passione che si sarebbe trasformata in professione: dopo aver trascorso un periodo nell’officina del marito, occupandosi della contabilità, capì che il mestiere di tassista era ciò che faceva per lei.
Aveva trent’anni, al tempo, e restò al volante, al servizio della clientela, fino all’età di 69, sempre a bordo della stessa macchina. Ma c’è di più, perché questa donna con il pallino della guida e dei motori ha vantato pure il possesso delle patenti C, D ed E: oltre a portare in giro per il Friuli e dintorni chi ne aveva la necessità, ha condotto il pulmino scolastico (trasportava 17 scolari delle Valli del Natisone) ed è stata, come detto, secondo autista sugli autoarticolati in Germania e in Svizzera. «Quando venivamo fermati dalla polizia per gli ordinari controlli – ha raccontato lei stessa al Messaggero Veneto alla soglia del secolo – gli agenti rimanevano a bocca aperta. Spesso mi facevano un inchino».
Merito anche del carattere gioviale, di un modo di fare che ispira immediata simpatia: «Il suo umorismo contagioso – dicono i conoscenti – infonde allegria in chiunque sia accanto a lei».