A Borgofranco la scuola rischia di crollare. Chiuse otto classi, 150 alunni da spostare

Borgofranco d’Ivrea

La scuola potrebbe finire in anticipo di una decina di giorni per 150 alunni suddivisi tra sei classi della secondaria di primo grado e due della primaria, un unico edificio con tre corpi di fabbrica e due ingressi (uno da via San Marco e l’altro da via Roma). Un’ordinanza del sindaco Fausto Francisca, emessa giovedì e decisa dopo un incontro con il dirigente dell’istituto comprensivo di Settimo Vittone, Natale Necchi, ha chiuso la parte di edificio che si affaccia su via San Marco, in via cautelativa, subito dopo aver letto la relazione della valutazione sismica affidata alla ditta Tecnoindagini, arrivata sulla scrivania del sindaco l’8 maggio. Nella stessa giornata il Comune aveva affidato un approfondimento allo studio associato Start di Torino, che ha poi confermato le gravi carenze strutturali delle colonne portanti del corpo della scuola media. Questa parte di edificio, sviluppato su tre piani e con un seminterrato, potrebbe collassare su se stessa. Da qui l’ordinanza e la richiesta al Settore edilizia scolastica della Regione di un supporto tecnico per confermare le carenze. E quindi valutare il da farsi. Il sindaco non nasconde la criticità: «Si tratta di un problema che non era mai emerso negli anni precedenti, quando il plesso era stato oggetto di messa in sicurezza. Erano state realizzate ad esempio le scale anti-incendio ed erano stati sostituiti tutti gli infissi. Ora, le analisi finalizzate alla verifica antisismica di tutti gli edifici scolastici del paese hanno rilevato il problema del corpo che ospita le sei classi della secondaria di primo grado e due classi della primaria. Dalle verifiche non sono emersi problemi negli altri plessi. Agibile anche la palestra».

L’incarico di verifica antisismica il Comune l’aveva affidato l’anno scorso. In ritardo rispetto ad altre amministrazioni che avevano dato subito attuazione alle disposizione del Governo, dopo il terremoto che aveva devastato il centro Italia. «All’epoca il Comune non aveva le risorse – si giustifica Francisca – essendo impegnato nel risanamento dei conti pubblici. I costi, solo parzialmente coperti da risorse ministeriali, vanno da un minimo di 25mila euro a un massimo di 40mila euro per ciascun edificio. Eravamo riusciti a trovare le risorse solo per la materna Gioncaretto». Il sindaco aspetta l’arrivo nei prossimi giorni degli ingegneri della Regione. «Subito dopo valuteremo le azioni da intraprendere – aggiunge – ma è molto probabile che si renderà necessaria la demolizione di quel corpo di fabbrica e la costruzione di un nuovo edificio». Intanto sul fronte della didattica la dirigenza dell’istituto comprensivo di Settimo Vittone, per gestire gli ultimi giorni di scuola degli studenti della media e degli alunni delle due classi della primaria, ospitati nel corpo di fabbrica a rischio, avrebbe disposto una frequentazione su due turni nel plesso sicuro della primaria. La mensa invece è stata trasferita nella scuola materna Gioncaretto, che dista pochi metri. Il condizionale è d’obbligo poiché dalla scuola, non è ancora stato diffuso alcun comunicato ufficiale. Ad insistere per la messa in sicurezza era stata nel 2020 l’ex assessora all’istruzione Lilliana Blasutta. «Le mie sollecitazioni in merito alla necessità di effettuare la valutazione sismica degli edifici scolastici sia per ragioni di sicurezza, sia perché requisito necessario per partecipare a eventuali bandi di finanziamento, sono rimaste inascoltate. Il sindaco aveva preferito rimandare giustificandosi con la carenza di risorse finanziarie. E ciò è stato il motivo principale che mi aveva spinto alle dimissioni due mesi fa. Le scuole di Borgofranco sono edifici, costruiti negli anni Settanta, che a livello di struttura sentono il peso degli anni. Occorreva quindi dare un carattere prioritario alla riqualificazione dei plessi».