Basso tuba, organo, fagotto, clavicembalo: il conservatorio Tartini di Trieste svela il fascino degli strumenti
TRIESTE Pianoforte e fisarmonica, flauto e arpa, violino e violoncello. Ma non solo. All’open day del Tartini, che si è svolto venerdì pomeriggio nello storico edificio di via Ghega, gli aspiranti allievi del conservatorio di Trieste hanno potuto sperimentare anche molti altri strumenti. Anche quelli un po’ meno praticati, celebrati, ma non per questo meno affascinanti, come ad esempio il basso tuba o il fagotto.
La passeggiata tra le stanze del primo piano, cui hanno partecipato famiglie in cerca di una proposta didattica per i loro ragazzi, ma anche tanti ex allievi e semplici appassionati, è stata condotta dagli stessi studenti: un centinaio di “ciceroni tartiniani” che hanno guidato il pubblico tra le aule, la prestigiosa Sala Tartini e la fantastica Aula magna, dove si sono esibiti diversi gruppi cameristici.
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Gli ensemble, a dire il vero, suonavano pure un po’ qua e là tra i corridoi e sulla scalinata. Come il gruppo di ottoni che accoglieva gli ospiti con la marcia trionfale dell’Aida, eseguita con trombe, tromboni, basso tuba... ma a proposito, a cosa serve il basso tuba? «È uno strumento di accompagnamento – racconta il “cicerone” Federico Guglielmo Ficiur – in quanto all’interno dell’orchestra di ottoni suona le note basse, mentre la melodia spetta in genere alle trombe. Questo strumento ha cominciato ad attrarmi fin da bambino, all’inizio per il suo aspetto e per il suono molto potente. Poi, quando ho iniziato a studiarlo, mi sono appassionato anche a tutti gli altri suoi aspetti».
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E se il basso tuba, come spiega il professor Ercole Laffranchini, è entrato nell’offerta del Tartini da pochissimo tempo, l’aula 19 ospita da decenni un piccolo organo da studio, presentato dalla studentessa Giulia Sudrio. «Tutti gli strumenti sono belli – dice sorridendo Giulia – ma io ho scelto proprio l’organo in quanto ero attratta dalla liturgia. Poi, proseguendo nello studio, ho scoperto che è uno strumento che ha mille altre sfaccettature e mi permette di relazionarmi molto con gli altri, ad esempio accompagnando cori. Ed è lo strumento più affine al mio carattere».
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Affinità che la ragazza ha pienamente dimostrato con l’interpretazione di un preludio di Bach. E poi c’è il fagotto, che «ha un suono scuro, vellutato e profondo, ricco di contrasti e con una grande personalità»: ad affermarlo è il professor Sergio Lazzeri. E l’allieva Laura Bussi conferma tutto, raccontando che per lei quello con il fagotto «è stato un colpo di fulmine, soprattutto per la sua eleganza». Ma molti altri studenti, nell’occasione, hanno parlato dell’amore verso il loro strumento.
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Come la violinista Maddalena Didoné e la fisarmonicista Ludovica Borsatti. E poi ieri è nato anche qualche nuovo amore. Come quello dell’undicenne Andrej per il clavicembalo, che gli è stato presentato da Alessandra Espro. «Adesso – racconta il ragazzino, che è piccolo ma dimostra di avere già le idee chiarissime – studio il violino e il pianoforte, ma da grande vorrei dirigere un’orchestra barocca».
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Fino al 15 luglio si può presentare domanda per l’esame di ammissione. Ma l’open day, coordinato dalla docente Sinead Nava assieme alla Consulta degli Studenti, non serve solo ad invitare i futuri musicisti a farsi avanti. «Quello che desideriamo sopra ogni altra cosa – conclude il direttore Sandro Torlontano – è aprirci il più possibile ai cittadini, che qui al Tartini devono sentirsi come a casa propria»