Giovane gravemente ferita dalla caduta dall’albero del Maj a Piedimonte: 32 gli indagati per lesioni colpose
GORIZIA. Un anno fa quell’albero che avrebbe rinnovato l’augurio ed il buon auspicio ai neodiciottenni, era precipitato poco prima di essere issato finendo addosso ad una giovane di 30 anni, la cormonese Michela Sgubin. Era il 30 aprile 2022, nell’area verde pubblica a Piedimonte, nel corso della preparazione della Festa del Maj.
Un tragico incidente che costò pesanti conseguenze alla donna, ricoverata per un lungo periodo in rianimazione.
Le indagini coordinate dalla Procura di Gorizia si sono concluse. Sono 32 gli indagati ai quali è stato notificato l’avviso di garanzia. Per tutti l’ipotesi di reato è quella di lesioni personali colpose, in cooperazione nel delitto colposo.
La vicenda
Quella sera, nel giardino di via Slataper, per effettuare l’innalzamento dell’albero, della lunghezza di 23,85 metri, erano stati organizzati due gruppi. Il primo, composto da 22 persone, aveva quindi proceduto a issare l’albero, a mani, avvalendosi di puntelli o scale per sollevare il tronco gradualmente; il secondo gruppo, composto da 10 persone, posizionatosi sul lato opposto, imbragato l’albero con una corda, aveva contestualmente provveduto a tirare il tronco.
Un’azione contemporanea di spinta e tiraggio, coordinata e controllata da una persona preposta a dare le disposizioni.
Ma la situazione era sfuggita al controllo, tanto che l’albero era precipitato sul prato, colpendo la trentenne. Era accaduto a metà percorso di innalzamento, il tronco era quasi in posizione verticale, pronto per essere infilato e fissato in un buco praticato nel terreno. Nel frattempo s’erano radunate numerose persone che avevano voluto seguire l’operazione avvicinandosi nell’area dei lavori, fino a fermarsi a pochi metri dai due gruppi.
Un momento importante, l’aria di festa che ormai coinvolgeva tutti, e l’albero a simboleggiare il passaggio dall’adolescenza all’età adulta. Un clima gioioso e di allegria spezzatosi quando la pianta era crollata atterrando la cormonese.
I soccorsi
Era scattata la mobilitazione, con l’arrivo dei soccorsi, i vigili del fuoco, l’automedica della Croce verde goriziana, l’ambulanza della Croce rossa di Monfalcone, le forze dell’ordine. I sanitari s’erano concentrati per stabilizzare la donna, subito apparsa in gravi condizioni. Era poi giunto l’elicottero che aveva trasferito la ferita all’ospedale di Cattinara. L’albero aveva urtato il capo e altre parti del corpo della giovane, che aveva riportato un trauma cranio-facciale commotivo, un trauma toracico e addominale, fratture multiple. Ricoverata in Rianimazione era stata mantenuta in coma farmacologico. Prognosi di ben oltre 40 giorni.
Condotte omissive
La Procura, in particolare, rileva condotte omissive, la mancata messa in sicurezza dell’area interessata dai lavori con il posizionamento di transenne o altre barriere di delimitazione, ed il non aver impedito l’avvicinamento degli spettatori, affinché si mantenessero ad una distanza adeguata. Siamo quindi alla conclusione delle indagini.
Con l’avviso di garanzia, previsto dall’articolo 415 bis del Codice di procedura penale, l’indagato viene informato che le indagini nei suoi confronti sono concluse. La persona viene a conoscenza dell’esistenza di un procedimento penale pendente a suo carico, a fronte di una specifica ipotesi di reato.
L’atto comunica l’Autorità giudiziaria che sta procedendo, il numero del procedimento penale ed il nominativo del pubblico ministero titolare del fascicolo. Vengono quindi indicati gli atti di indagine compiuti. Il pm ha dunque ritenuto di non dover richiedere l’archiviazione, intenzionato pertanto ad esercitare l’azione penale.