Arriva “Dormi”, il braccialetto che studia il sonno creato da Faraguna
TRIESTE Il suo nome suona come un allettante invito: si chiama “Dormi”, ed è un dispositivo indossabile omologato a strumento medicale. Un braccialetto che monitora continuamente la qualità e i disturbi del sonno, inviando a distanza i dati clinici al medico. A inventario è stato il fisiologo triestino Ugo Faraguna, specializzato nello studio dei meccanismi del sonno e tra i fondatori, con il padre Dino, della startup dell’Università di Pisa Sleepacta.
Si tratta di un normale wearable device, come gli smartwatch e le smartband che negli ultimi anni si sono diffusi esponenzialmente in Italia e nel mondo, ma è stato modificato per offrire al medico uno strumento di diagnosi. «L’idea è nata dalla considerazione che monitorare i disturbi del sonno è una pratica che richiede strumenti invasivi e tempo da dedicare a rilievi ripetuti - spiega Faraguna -. Eppure il sonno è qualcosa di cruciale per gli esseri viventi, perché la sua qualità influenza la salute ed è uno dei principali fattori di rischio per lo sviluppo di malattie neurodegenerative, come le demenze e la malattia di Parkinson”. Ma come trasformare un semplice bracciale indossabile, dotato di sensori per il tracciamento dei dati biometrici, in un dispositivo medicale? «Analizzando i principali dispositivi in commercio ci siamo resi conto che il problema non stava tanto nei sensori, quanto nel modo in cui viene analizzato il dato: per questo le aziende che li producono dichiarano che non sono dati utilizzabili a scopo medicale - sottolinea l’esperto -. Perciò, insieme a un’altra azienda, abbiamo lavorato sugli algoritmi, per migliorare questo aspetto».
Il risultato è un bracciale che s’indossa e si dimentica, mentre lui raccoglie tutta una serie di dati come la frequenza cardiaca, la saturazione arteriosa, la posizione e i movimenti. Sleepacta, dice Faraguna, si propone di fare per il sonno quello che lo sfigmomanometro ha fatto per l’ipertensione: rendere le persone più consapevoli della sua importanza per mantenersi in salute. «I parametri raccolti tramite il bracciale alimentano reti neurali che si avvalgono di strumenti di intelligenza artificiale. Queste reti imparano ad analizzare i nostri dati e generano un referto medicale sull’architettura del nostro sonno, utile per stimare il rischio di incorrere in patologie come le apnee notturne. Si tratta di una specie di holter del sonno, non invasivo, che basta tenere agganciato al polso», racconta il fisiologo. Anche dal punto di vista della privacy la garanzia è massima: «I dati fisiologici e sanitari appartengono alla persona e solo lei può autorizzare il medico a leggerli - precisa Faraguna -. Noi inoltre li possiamo anonimizzare». Si tratta del primo prodotto della startup Sleepacta, fondata nel 2017 e che al suo interno conta una squadra di scienziati del sonno formatisi principalmente alla Scuola superiore di studi universitari e di perfezionamento Sant’Anna di Pisa, con esperienze nei migliori laboratori di ricerca al mondo sui ritmi sonno-veglia. Faraguna, per esempio, ha studiato per molti anni a Madison, nel più grande centro al mondo per lo studio dei disturbi del sonno, con uno dei massimi esperti in materia, Giulio Tononi.
«Il sonno è qualcosa che mi ha affascinato fin da quando ero ragazzino - racconta - perché è un campo ancora molto misterioso: sappiamo che la privazione cronica dal sonno porta alla morte, ma non siamo ancora riusciti a spiegarne la funzione». Viviamo in un’epoca in cui vi è una grossa epidemia da privazione di sonno, che è messo in difficoltà dalla luce blu di smartphone e tablet, inibitori dell’ormone melatonina. Ma, grazie agli studi portati avanti da Faraguna e dai suoi colleghi sul sonno stiamo scoprendo sempre di più: sappiamo, per esempio, che l’insonnia è femmina, nel senso che le donne ne soffrono più frequentemente, e che aumenta in maniera lineare con l’età. E che quello che si sogni soltanto in fase Rem è un falso mito