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Май
2023

Pecile: «Salvezza a Granada, ottimismo per la Pallacanestro Trieste»

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TRIESTE Un finale di stagione al cardiopalma ha regalato ad Andrea Pecile la salvezza nel massimo campionato spagnolo. Granada in festa dopo un'ultima giornata vietata ai deboli di cuore, nella quale la società andalusa doveva vincere in casa contro la Joventut Badalona sperando nella contemporanea sconfitta del Real Betis a Madrid. Quaranta minuti vissuti sul filo del rasoio, con il Real fresco del successo in Eurolega che ha sudato le proverbiali sette camicie inseguendo a lungo ma imponendosi in volata con un sofferto 79-77.

«È stata una situazione surreale - racconta Pecile - con un palazzo gremito da oltre 8mila tifosi dei quali almeno la metà avevano il cellulare in mano per spiare il risultato che stava maturando a Madrid. In caso di arrivo a pari punti la differenza canestri nello scontro diretto con Siviglia ci avrebbe penalizzato per cui, nel momento in cui siamo riusciti a mettere al sicuro il nostro risultato, l'attenzione si è spostata sulla loro partita. Gli ultimi secondi sono stati infiniti, loro hanno avuto la palla per vincere ma fortunatamente per noi non l'hanno sfruttata. A quel punto è scoppiata la festa».

Un risultato che lo ripaga degli sforzi profusi nel lavoro individuale svolto con i giocatori della prima squadra, un finale di campionato per certi versi simile a quello vissuto da Trieste ma con un finale molto diverso. «Purtroppo diverso - sottolinea con amarezza Andrea - ho seguito da vicino tutta la nostra stagione grazie all'amicizia che mi lega sia a Daniele Cavaliero che a Marco Legovich. Trieste ha pagato una parte finale in cui non è riuscita a sfruttare il calendario per vincere le gare che avrebbero potuto metterla al sicuro. Nelle tre occasioni in cui ho giocato per salvarmi, quest'anno a Granada e da giocatore a Bologna e Pesaro ho sempre vinto le ultime tre partite. Ci siamo affidati troppo ai risultati delle altre, Scafati e Napoli hanno avuto la capacità di conquistarsi sul campo i punti che servivano e questo è risultato fatale».

Una retrocessione che proietta Trieste nella giungla di una A2 da cui sarà complicatissimo risalire. La concorrenza è forte e qualificata, trovare la strada maestra per un pronto ritorno in A non sarà cosa semplice. «Ma mi sento di essere ottimista - puntualizza il Pec - perchè le parole che ho ascoltato da parte del presidente de Meo mi hanno tranquillizzato. Non è comune sentire una proprietà dire a chiare lettere che l'obiettivo è restare un solo anno in A2, la volontà di costruire da subito una squadra pronta a risalire c'è ed è un punto di partenza importante. Certo, dalle parole bisognerà passare ai fatti. Ma voglio restare ottimista e guardare con fiducia al futuro». Un futuro che per Andrea sarà ancora a Granada. «Già prima del match decisivo per la salvezza mi hanno proposto di continuare a lavorare con il club. Non ho ancora messo nulla nero su bianco perchè stiamo festeggiando ma ci sarà tempo. Intanto torno a casa per definire l'organizzazione dei nostri camp. Dal 26 al 30 giugno saremo a Villa Ara con bambini e bambine dai 6 ai 13 anni (ancora pochissimi posti disponibili), dal 9 al 15 luglio (sold out) e dal 15 al 21 luglio a Lignano Sabbiadoro con ragazzi 9-17 anni alla prese con volley e basket». —




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