Il ricordo di Teodoro Buontempo alla Camera, Rampelli: un precursore della politica dal volto umano
Dieci anni fa, il 24 aprile del 2013, moriva Teodoro Buontempo, un attivista divenuto leggendario per la sua militanza porta a porta, per la sua combattività, per il anticonformismo declinato a un’umanità che gli ha sempre impedito di aderire a fazioni o ascrivere il suo impegno a conventicole di sorta. Un uomo libero e coraggioso, che nelle sue battaglie politiche ha sempre fatto prevalere il “fattore umano” e l’incitazione a una cultura del dialogo nella diversità delle visioni, e che, anche per questo, si è conquistato sul campo la stima e il rispetto di colleghi e avversari che militavano a sinistra.
Ieri alla Camera il ricordo di Teodoro Buontempo nel decennale della sua scomparsa
Nel decennale della sua scomparsa, allora, c’è tanto da commemorare di Buontempo, della sua vita e del suo impegno civile, sociale e politico, portato avanti e rivendicato fino all’ultimo. E ieri, quando alle 17.30, presso la Sala della Regina di Montecitorio si è aperto il convegno “Teodoro Buontempo-Una vita per la politica”, relatori e ospiti – tra gli altri, Francesco Lollobrigida, Tommaso Foti, Federico Mollicone, Roberto Giachetti, Roberta Angelilli, Francesco Giubilei e Fabio Rampelli – sono ripartiti da tutto questo. E allora, tra i diversi interventi, le parole del vicepresidente della Camera Fabio Rampelli hanno riassunto, tra ricordi e analisi politica, i militanza e traguardi raggiunti da Teodoro Buontempo in una vita vissuta col cuore in politica.
Teodoro Buontempo, un anticipatore della politica dal volto umano
«Ricordare Buontempo è importante soprattutto perché prescrive alcune indicazioni. Su di lui prevalgono gli aneddoti della sua vita e militanza, ma i soli aneddoti non gli fanno giustizia», ha esordito allora il vicepresidente della Camera. Proseguendo: «Teodoro Buontempo è stato stato un anticipatore della politica sana e bella, una politica dal volto umano. In quegli anni la destra era spesso indentificata come classista, elitaria, distante e poco radicata. Lui invece ha inventato la destra dal volto umano che non si limitava a calcare le strade delle periferie, ma le penetrava, le sollevava. Ha creato la destra sociale e popolare, mentre altri ne facevano una corrente di partito. La destra che trovò cittadinanza tra gli emarginati e nelle case più umili. I romani di quei quartieri erano più attaccati a lui che al Msi o ad Alleanza nazionale».
Buontempo, Rampelli: «Trasformava le idee in azioni. Non parlava di alterazioni climatiche, ma faceva l’ecologia militante»
Non solo l’aneddotica dunque, ma la politica dal volto umano, ha sottolineato Rampelli nel corso del suo intervento. Mettendo l’accento su quanto Buontempo incarnasse la «cultura popolare» di cui era emanazione «e non il mero intellettualismo». Un uomo e un politico che – ha rimarcato l’esponente di FdI – «trasformava le idee in azioni. Non faceva convegni sulla comunicazione di massa, ma si indebitava per aprire Radio Alternativa, una voce libera nell’emittenza romana». Un protagonista del suo tempo che, «non parlava di alterazioni climatiche, ma faceva l’ecologia militante».
Un avversario leale con cui interagire
Infine il rapporto con i poteri forti, un tema che, ha rilevato Rampelli, «ci sono tanti modi per affrontare. Uno è farsi corrompere. L’altro è nascondersi. Teodoro aveva una modalità diversa: fare campagne trasparenti. I poteri forti lo consideravano avversario leale con cui interagire. Con lui abbiamo sventato la cementificazione di Tor Marancia e se esistono pezzi meravigliosi, pezzi vivi della città, è grazie alle battaglie fatte da Teodoro Buontempo e da una destra che, insieme a lui, avevamo trasformato».
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