“O mi dai il portafoglio o ti ammazzo”: bambino di 10 anni minacciato col coltello e rapinato

CERVIGNANO. Stava leggendo il fumetto che si era appena comprato. Era seduto su una delle panchine vicino alla biblioteca di Cervignano.

Quando all’improvviso un ragazzo, mostrandogli un coltello da cucina, gli ha intimato: “O mi dai il portafoglio o ti ammazzo”. E così lui, un bambino di poco più di dieci anni, ha dovuto consegnare quel portamonete – ricordo del nonno mancato da poco – in cui c’erano solamente cinque euro.

L’episodio, secondo quanto segnalato ai carabinieri del paese, si è verificato nel pomeriggio di venerdì 26 maggio nella zona di viale Trieste.

Il bambino è corso a casa e ha riferito l’accaduto alla nonna e, quando sono rientrati dal lavoro, anche ai genitori. I familiari hanno informato il Numero unico d’emergenza 112 e così una pattuglia dell’Arma ha perlustrato la zona, senza però individuare alcun sospettato.

Le indagini sono in corso e gli investigatori stanno verificando se per caso le telecamere posizionate nella zona di viale Trieste possono aver ripreso anche il malvivente e i suoi movimenti.

La mamma del bambino, che sabato 27 si è recata in caserma per formalizzare una denuncia, riassume così l’accaduto: «Mio figlio si era seduto sulla panchina dedicata alla Giustizia che si trova nel giardino interno della biblioteca. Era appena andato a comprarsi un fumetto.

Non c’era nessuno nel momento in cui, dall’area alle sue spalle, è arrivato un ragazzo (alto circa un metro e 70, carnagione scura, occhi chiari, vestito con abiti sportivi) che, con in mano un coltello da cucina di circa 15 centimetri, gli ha detto “O mi dai il portafoglio o ti uccido”.

Mio figlio ha consegnato il portafoglio con i 5 euro. Quel borsellino, tra l’altro, era del nonno, per cui era anche un ricordo. È poi tornato a casa piangendo. Il problema non sono certo i cinque euro, ma il fatto che lui si sia ritrovato con un coltello puntato addosso.

Lo spavento è stato tanto. Lui ha raccontato tutto alla nonna la quale mi ha chiamato e io, che lavoro non molto distante, sono rientrata e ho chiamato il 112. Poco dopo nella zona c’era una pattuglia. In quell’area verde c’è una telecamera, speriamo che sia attiva.

Qui non ho mai sentito di un fatto del genere, che tra l’altro coinvolge un bambino. Per questo ne ho parlato sui social, in modo che le famiglie siano informate. D’ora in poi non credo sia il caso che i ragazzini vadano in giro da soli, nemmeno in libreria o in biblioteca»