Il Giro porta il Friuli in tutta Italia, Fedriga: «Una giornata storica»
Se sulle strade friulane del Giro vengono perfino da Mendoza, Argentina, come hanno fatto i due amici Ricardo Pacheco e Roberto Pietrobon assieme agli altri 30 mila che possono affermare “io c’ero”, allora significa davvero che abbiamo vissuto un evento per certi versi storico. Lo ha sottolineato, rimarcando la parola “storico”, il presidente della Regione Massimiliano Fedriga, che sul palco ha premiato la nuova maglia rosa, lo sloveno Primos Roglic, davanti a migliaia di tifosi d’oltreconfine in delirio. Un evento che farà da spartiacque tra quello che è stato e quello che sarà, per quanto riguarda sport, cicloturismo, ospitalità, immagine di questo angolo di Friuli Venezia Giulia.
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E borgo Lussari, con il suo santuario lassù abbarbicato sul cocuzzolo, in un clima quasi fiabesco, sotto un sole caldo, ha fatto da degna cornice allo spettacolo. Doveroso ricordare – lo hanno fatto tutti, ma davvero tutti coloro che hanno lavorato alla riuscita della tappa – che questo è il lascito di Enzo Cainero, il patron del Giro in regione, scomparso nel gennaio scorso. Era lui che aveva voluto fortissimamente questa cronoscalata che sembrava impossibile diventasse realtà. Era lui che, nei sopralluoghi con il capo del Giro Vegni e con l’assessore alla Protezione civile Riccardo Riccardi, aveva vinto le resistenze di coloro che pensavano che fosse davvero troppo arduo far passare per quelle stradine, e soprattutto sulla durissima erta finale, i corridori, all’ultima fatica dopo tre settimane di chilometri macinati su e giù per il Belpaese. Magliette con “Grazie Enzo”, striscioni, fotografie: la sua foto, con quel mezzo sorriso e mezzo ghigno inconfondibile, era davvero in ogni luogo. E la gente gli ha reso l’omaggio che meritava.
Tra partenza e arrivo si sono visti numerosi politici, industriali e Vip, campioni del ciclismo e degli altri sport. Nibali, Orioli, Pontoni, Gabriella Paruzzi, il comandante delle Frecce tricolori Vit e tanti altri. Il presidente Fedriga, sorriso a 32 denti, si è concesso un bagno di folla, stringendo mani e facendosi fotografare, prima di attendere i campioni sulle due ruote per la premiazione.
«Quella di oggi sarà una tappa che, per diversi motivi, entrerà nella storia - ha ribadito il governatore - . Ancora una volta Enzo Cainero ci ha dimostrato che aveva una visione che lo portava laddove nessuno era capace di osare. Il successo e il tanto pubblico presente sono il giusto tributo al patron, il quale ha lasciato un’importante eredità al suo staff. Alla presenza del direttore della gara Mauro Vegni e di numerosi esponenti dell’esecutivo (il vicepresidente della regione Mario Anzil, che tra l’altro ha dato il via al primo corridore, nonché Riccardo Riccardi, Sergio Emidio Bini, Barbara Zilli e Pierpaolo Roberti), Fedriga ha posto in risalto l’internazionalità di questa prova, ma anche il valore sportivo di una frazione che ha stravolto la classifica generale. Per quanto riguarda poi l’aspetto turistico, il massimo esponente dell’esecutivo regionale ha evidenziato il grande ritorno di immagine della tappa di Tarvisio. «Parlando con lo staff della gara – ha detto Fedriga – abbiamo appreso come in questi giorni lo share di chi segue la competizione dalla tv sia in continua ascesa raggiungendo picchi molto elevati. Ciò significa che le immagini della nostra montagna faranno il giro del mondo, traducendosi in uno spot di rilievo per il Friuli Venezia Giulia.
Tra l’altro la presenza di un corridore sloveno che conquista la vittoria finale ha portato a Tarvisio moltissimi tifosi d’oltre confine contribuendo così al grande successo di pubblico. Siamo contenti che il Giro abbia sempre creduto e scommesso sul nostro territorio. Vista la lunga sequenza di tappe ospitate qui da noi, possiamo dire che non c’è Giro senza Friuli Venezia Giulia, ma anche che il Giro è importante per la nostra regione. Per quanto riguarda il futuro, saremo ancora protagonisti poiché il rapporto che si è creato con questa manifestazione è straordinario».
«Abbiamo tagliato da vincitori l’ultimo traguardo voluto da Cainero - ha osservato l’assessore regionale alle Finanze Barbara Zilli -, è un successo dello sport e del turismo per un angolo di Friuli poco conosciuto al di fuori della nostra regione, ma che è al centro dell’Europa, dei mondi latino, germanico e slavo e ha un importante significato storico e religioso. E poi siamo orgogliosi per aver applaudito due campioni del ciclismo come Milan e De Marchi e per la nostra formidabile squadra di centinaia di volontari».
«La macchina organizzativa sta funzionando come avevamo previsto - ha spiegato l’assessore Riccardo Riccardi -. Sul campo ci sono 500 volontari in tutto, dei quali 420 di Protezione civile, gli altri di Ana, Soccorso alpino, Croce rossa, oltre alle forze di polizia locale, polizia di Stato e carabinieri, che hanno presidiando i punti più delicati del percorso. Il Lussari è il punto più alto della complessità organizzativa a cui ci aveva abituato Cainero. Ma grazie alle eccezionali misure di sicurezza e prevenzione messe in atto, abbiamo consentito di far arrivare quassù i ciclisti».
Il deflusso non ha presentato particolari problemi, tranne i fisiologici rallentamenti per le migliaia di persone che si sono incolonnate verso l’autostrada o i confini. A Tarvisio e all’intera regione resta l’euforia di una giornata indimenticabile.