Nuova giunta, a Treviso niente barricate di FdI su Ciamini: si partirà da 7 assessori, quattro donne
Poche certezze sulla giunta Conte-2. Il sindaco rieletto trionfalmente vuol partire con sette assessori, come nel 2018 (allora aspettò la maternità di Gloria Tessarolo).
Ma vuole arrivare a otto, con quattro donne, e due di Fratelli d’Italia. Sin qui sembrano cinque i nomi sicuri: Alessandro Manera, Gloria Tessarolo, Sandro Zampese, Andrea De Checchi, tutti uscenti, poi la new entry Gloria Sernagiotto.
Un sesto, l’uscente Christian Schiavon, quasi. Restano due donne da nominare, una di FdI, e una della lista Conte, o un’esterna.
Richiesta che il partito di Giorgia Meloni non aveva accolto positivamente, dal momento che aveva chiesto a Conte di designare i primi due più votati: Alberto Ciamini, di “Prima i Trevigiani” ma ex Forza Nuova, e appunto Sernagiotto. Alta tensione, ma ora arriva il disgelo.
Luca De Carlo, coordinatore veneto di Fratelli d’Italia, abbassa la tensione: «Sono sindaco anch’io (a Calalzo, terzo mandato ndr) figurarsi se non so prerogative e ruolo del primo cittadino, sacrosanto che Conte decida e faccia le sue scelte», dice, «Certo dovrà dirci criteri, dinamiche e la visione per il secondo mandato».
Traduzione: FdI non farà barricate su Ciamini, autentica rivelazione delle urne con la sodale Gola, e Sernagiotto entrerà in giunta. E l’altro nome? «Crediamo che il nostro partito possa avere figure e competenze che Conte desidera per la sua squadra», dice De Carlo. Evidentemente i giorni da qui al 31 serviranno a Conte per definire i dettagli e le deleghe, vista la partenza con sette anziché otto assessori, e al confronto con i partiti. Compresi i passaggi interni con Lista Conte e Lega.
Lo schema dei tre posti alla lista Conte (Manera, Tessarolo e Basso alla presidenza del consiglio) ha via via subito modifiche.
Tanto che si rincorrono anche voci di Basso possibile assessore (ai lavori pubblici? Con spostamento di Zampese all’urbanistica, e sacrificio di Schiavon?), ma anche dell’outsider Benedetta Ippolita Lolli, avvocata emergente, che però a quel punto metterebbe a rischio uno dei due big uscenti della giunta, Zampese e Schiavon, incoronati dalle urne.
E il più votato dei leghisti, Riccardo Barbisan? Nonostante le 458 preferenze, perde quota la designazione del capogruppo uscente a presidente del consiglio, e anche lui rischia di star fuori dall’esecutivo. Cosa che non fa certo felice la Lega cittadina.
A proposito, molti mugugni interni sull’assenza di un confronto diretto tra partito cittadino e sindaco su scelte e designazioni, tanto più nel momento in cui la lega di Treviso si è confermata la migliore del Nord, nel duello interno con FdI. In teoria, dopo la fine della circoscrizione che raggruppava le tre sezioni (ultimo commissario Marco Tonellato, prima ancora Mauro Michielon) ci sarebbe un triumvirato Guerrino Mancini – Christian Schiavon – Marco Tonellato, composto dai tre segretari sezionali (tutti candidati, ma solo l’assessore uscente è passato)
. Il livello più alto adesso è il provinciale, Dimitri Coin: RadioLega dice che il neo segretario ha difeso le ragioni di partito, non quelle dei nomi. In lista Conte, nemmeno Bepi Basso è sicuro della presidenza del consiglio, che sembrava sua anche a urne aperte. Si parla dell’ipotesi di Antonio Dotto, per premiare il secondo più votato della lista Conte, sin qui presidente della commissione welfare (dove potrebbe approdare Caldato). Andrea Passerini © RIPRODUZIONE RISERVATA