Mark Hoppus, il bassista dei Blink-182, ha il cancro: «Sotto chemio da tre mesi»
«Sì, ciao. Un trattamento per il cancro, grazie». Mark Hoppus, lo storico bassista dei Blink-182, cerca di conservare il sorriso: dalla stanza di un ospedale, con la coperta sulle gambe e la flebo al braccio, l’artista californiano ha rivelato di stare lottando da tempo contro la malattia: «Negli ultimi tre mesi sono stato sottoposto a chemioterapia», ha scritto in una story. «Ho il cancro. Fa schifo e sono spaventato».
«Allo stesso tempo, sono grato di aver incontrato medici incredibili e di poter contare sul sostegno della mia famiglia e dei miei amici, fondamentale per superare tutto questo», ha aggiunto Mark, che appunto – nonostante la situazione – non perde l’ottimismo. «Ho ancora davanti a me mesi di trattamento, ma provo a rimanere fiducioso e positivo. Non vedo l’ora di essere guarito e rivedervi presto tutti ad un concerto».
Tantissimi i fan e i colleghi che si sono stretti intorno a Mark. Lui che nel 1992 – come racconta il libro «Tales from Beneath Your Mom» scritto dalla sorella Anne – fondò i Blink-182 insieme al chitarrista e cantante Tom DeLonge, in seguito uscito dalla formazione. Con il nome di Duck Tape iniziarono a suonare in pubblico insieme al batterista Scott Raynor, che ha affermato di essere lui il fondatore della band con Tom.
Certo è che nel 1999, quando Travis Baker prende il posto proprio di Raynor, il gruppo punk-rock statunitense fa il boom grazie al terzo album in studio, «Enema of the State»: 15 milioni di copie vendute in tutto il mondo e canzoni che in pochi mesi diventano cult, come «What’s My Age Again?», «All the Small Things» e «Adam’s Song», facendo dei Blink-182 un’icona musicale per gli adolescenti di fine anni Novanta.
Che oggi fanno tutti il tifo per Mark.