Le cose da fare quando toglieremo le mascherine all’aperto
Da lunedì 28 giugno nelle regioni in zona bianca – da quel giorno tutte – si potrà fare a meno della mascherina per le attività all’aperto. Il Comitato tecnico-scientifico ha dato parere positivo e il ministero della Salute ha confermato: «Sarà superato l’obbligo, sempre nel rispetto delle indicazioni precauzionali del Cts» ha detto il responsabile Roberto Speranza. Tutto questo nonostante la diffusione della variante Delta, assai più contagiosa delle precedenti e che alcune stime danno in Italia fra il 7 e oltre il 20% delle infezioni totali delle ultime settimane. Non bisogna fare allarmismo ma è fondamentale ricordare che, così come le mascherine non sono corazze impenetrabili, anche il contesto all’aperto non risolve magicamente ogni pericolo: un conto è togliere la mascherina seguendo alcune misure e mantenendo le distanze, un altro è discutere con tante persone e per ore faccia a faccia.
Lo aveva d’altronde anticipato Mario Draghi, mettendo fine a un dibattito che in molti paesi europei non è stato poi così sentito: come abbiamo visto, in molti luoghi l’obbligo è già stato superato da giorni, lo sarà presto o addirittura non è mai stato introdotto. Gli scienziati sono d’accordo sulla bassissima circolazione del virus quando si sta all’aperto e dunque hanno dato il via libera. Un decreto nel fine settimana, dopo il nuovo monitoraggio dello scorso venerdì, certificherà il passaggio. Discorso diverso, e più spinoso, quello sull’ultimo fronte appeso: le discoteche.
C’è anche qualcuno che non è d’accordo. Paolo Villani, professore di Igiene e direttore del dipartimento di Sanità pubblica e malattie infettive alla Sapienza ha spiegato al Corriere della Sera che se è vero che le probabilità di infettarsi all’aperto sono minori rispetto ai luoghi chiusi, non è possibile quantificare con esattezza quanto il rischio si abbassi. «Dipende da quali sono gli spazi aperti e dal livello di circolazione del virus» ha spiegato Villani, confrontando varie situazioni e ad esempio riferendosi agli stabilimenti balneari, dove col distanziamento tra lettini ci si può rilassare. «Per essere contagiati occorre avere mediamente un contatto stretto con una persona infetta per almeno 15 minuti. Ma in qualsiasi occasione all’aperto potresti dover indossare la mascherina anche se non era programmato. Quando sei in fila per prendere un gelato, o per uno spettacolo teatrale oppure per fare il vaccino in un hub. Morale: la mascherina non può e non deve essere dimenticata, dovrebbe continuare a essere vista come un oggetto da portarsi dietro automaticamente, quando usciamo di casa in quanto non avremo mai la certezza di non imbatterci in un assembramento in cui sarà necessario calzarla».
Vediamo quali sono le regole che rimangono e i consigli per non rischiare, neanche all’aperto.
1.Anzitutto la zona bianca: la mascherina si potrà eliminare all’aperto solo nelle regioni con un’incidenza inferiore ai 50 casi settimanali per 100mila abitanti. Difficilmente la situazione peggiorerà nelle prossime settimane ma la diffusione delle varianti, in particolare della Delta, suggerisce cautela. Via le mascherine solo dove il rischio è minimo.
2.La mascherina va sempre portata con sé. Era e deve rimanere un accessorio quotidiano da non dimenticare quando si esce di casa. Dovremo infatti indossarla in caso di assembramenti, su cui però occorre essere molto chiari: non serve andare allo stadio. Anche la fila dal gelataio, la spesa al mercato, la passeggiata in una fiera o mercatino affollato o all’esterno di un negozio è di fatto un assembramento: in quel caso, meglio indossarla. Così come ovunque non sia possibile rimanere a distanza di sicurezza dalle altre persone.
3.Nei negozi, ovviamente, la mascherina andrà sempre indossata. Così come all’interno dei centri commerciali. Di fatto, per i luoghi chiusi non cambia assolutamente nulla. E non si potrà transigere su alcuna violazione. Nei bar e nei ristoranti rimangono in vigore le regole approvate: la mascherina si potrà togliere solo quando si è seduti al tavolo. Se ci si alza per altro, va indossata. Il personale dovrà tenerla sempre, anche se lavora in spazi all’aperto perché ovviamente si trova a operare in assembramenti continui.
4.Non si contano, anche sui social, le lamentele delle persone per chi non rispetta l’obbligo a bordo dei treni e degli aerei. Su quei mezzi, così come su traghetti e altri mezzi di trasporto, come gli impianti di risalita, le protezioni rimangono obbligatorie considerando la capienza praticamente totale per tutti i mezzi (solo i treni sono all’80%). Stesso discorso per i mezzi pubblici: alla fermata, se non c’è troppa gente in attesa, la mascherina si può togliere. Ma va rimessa se le persone sono molte e ovviamente prima di salire a bordo, tenendola per l’intera durata del tragitto.
5.Per i vaccinati non dovrebbero esserci differenze, almeno per ora: secondo il presidente del Cts, Franco Locatelli, si può valutare di toglierla al chiuso solo se tutti i presenti sono immunizzati. Se c’è anche una sola persona che non ha completato il ciclo vaccinale, va sempre tenuta. Ma è improbabile che qualcosa del genere sia inserito nel decreto del fine settimana.
6.Fondamentale mantenere sempre almeno un metro di distanza gli uni dagli altri, curare l’igiene delle mani e appunto portare sempre con sé il dispositivo, conservato in modo adeguato e senza maltrattarlo, appenderlo alle braccia o metterlo a contatto con superfici: l’ideale è una bustina di plastica o di carta.
7.Secondo il Comitato, l’uso resterebbe «raccomandato fortemente» nei soggetti fragili e immunodepressi «e a coloro che stanno loro accanto». Così come negli ambienti sanitari.