Bob e altre discipline, ecco il piano B se gli impianti per le Olimpiadi non saranno pronti
Il piano B per la pista da bob in caso Cortina non dovesse farcela non è una novità: sarà St Moritz, in Svizzera, se nel mese di marzo 2025 si scoprirà che l’impianto non è pronto per l’omologazione. Ma anche la pista Olympia, per le gare femminili di sci alpino, ha la sua “riserva”, qualora dovesse materializzarsi qualche impedimento: è Bormio, dove si svolgeranno le competizioni maschile. Al contrario, l’Olympia è a sua volta il piano B di Bormio.
E per il curling? Il palaghiaccio di Milano sarà l’eventuale alternativa di Cortina, in caso di necessità; oppure l’analogo impianto di Cortina per alcune competizioni che dovessero saltare a Milano. E, si badi, ogni impianto, nuovo o vecchio che sia, dovrà sottostare alle prove di omologazione la prossima primavera.
È quanto si rileva negli ambienti vicini alla Fondazione Milano Cortina in relazione alle polemiche degli ultimi giorni su presunte ispezioni da parte di operatori del Cio sulla pista di bob e altri impianti. La competenza della verifica sul rispetto del cronoprogramma dei vari cantieri olimpici si sa da sempre che riguarda direttamente la Fondazione presieduta da Giovanni Malagò, non il Cio. E, in ogni caso, i tempi di Cortina sarebbero puntualmente rispettati, Anzi, l’anticipo di 8 giorni, registrato la scorsa settimana, sta aumentando a 9 giorni, perché il bel tempo e le temperature stanno favorendo la celerità del cantiere, come si ammette ai piani alti di corso Italia a Cortina.
Si sa, infatti, che quanto meno il sindaco Gianluca Lorenzi e l’assessore Stefano Ghezze non perdono un giorno nel procedere al controllo dell’avanzamento (o no) dei lavori. Ma ieri è arrivata anche l’autorevole conferma del ministro Andrea Abodi (sport).
«Sui lavori per la pista da bob a Cortina è stato confermato un anticipo di 8 giorni sul programma», ha dichiarato, « mi sembra un fatto positivo, anche se le voci che arrivano dal Cio sono sempre di dubbi, che in parte trovano corrispondenza dagli anni passati».
Abodi poi assicura che ritornerà a Cortina per un controllo del cantiere a metà giugno «quando verrà fatto un primo test importante».
Tra l’altro, nel frattempo, dovrebbe salire – prima a Longarone e poi a Cortina – anche il ministro delle infrastrutture Matteo Salvini, particolarmente interessato a fare il punto sulle varianti di Longarone e del centro ampezzano. L’impresa Pizzarotti e le ditte del subappalto stanno immettendo nel cantiere sempre nuovo personale, anche se verso il tetto dei 200 addetti si andrà nel cuore dell’estate. In ogni caso, ha testimoniato ieri Abodi, «ho visto un cantiere con una grandissima vivacità. Uomini e donne stanno lavorando con grande intensità, passione, competenza, non era un cantiere semplice da gestire. Come al solito siamo fiduciosi, positivi e sempre all’erta», ha concluso il titolare dello Sport, «perché il tempo è poco e pertanto non ci è amico. Ma anche questa volta la capacità italica di recuperare, mostrando tutte le sue qualità, sono convinto che verrà a galla».