Tegola sulle Olimpiadi: impianto di arroccamento a rischio
La procedura Via si è impantanata in Provincia. In ballo il collegamentotra il park ad Apollonio e Socrepes, uno dei cardini della candidatura, quella funivia che per il sindaco Lorenzi «è la vera legacy di Cortina». L’assessore Ghezze valuta la possibilità di rivolgersi alla Regione, ma la strada è in salita
/ Cortina
Le Olimpiadi e le Paralimpiadi di Cortina corrono un gravissimo rischio. Non tanto per la pista di bob, che avrebbe comunque un suo piano B, quanto per un «presupposto fondamentale», come lo chiama il sindaco Gianluca Lorenzi: l’impianto a fune di arroccamento dai parcheggi dell’area Apollonio, nei pressi del centro città, fino a Socreps, e quindi ai campi di gara. Si tratta della “proposta di partenariato pubblico privato per un sistema integrato di mobilità intermodale nel Comune di Cortina”. «È la nostra vera legacy», insiste il sindaco. L’apertura del cantiere è prevista a novembre 2024, la conclusione a dicembre 2025, almeno per il primo lotto dei lavori. Mancano dunque circa 7 mesi.
allarme in municipio
Ma ai piani alti di corso Italia c’è viva preoccupazione, anzi sarebbe meglio parlare di allarme. «La procedura di valutazione dell’impatto ambientale è in grave ritardo, da parte dei competenti uffici della Provincia di Belluno», ammette l’assessore Stefano Ghezze, «sappiamo che l’iter è complesso, perché il progetto lo è. Ma sappiamo anche che l’opera è indispensabile per l’organizzazione efficiente degli eventi olimpici, come sta ben descritto del dossier presentato per la candidatura e approvato quindi dalla Fondazione Milano Cortina prima e poi dal Cio». L’investimento previsto è di 127 milioni, di cui 95 da parte dei privati, soprattutto impiantisti ampezzani; e poi 6,8 milioni della Regione e 25 dello Stato. Nell’area prossima ai campi da tennis è prevista la costruzione della stazione di partenza dell’impianto a fune, provvista di ben 780 posti macchina, distribuiti su tre livelli di parcheggio. La telecabina arriva a Socrepes, evitando che gli sciatori (e gli spettatori delle gare) salgano in quota con le proprie auto o, al limite, con le navette, magari intasando la strada 48 e magari obbligando alla chiusura le attività commerciali che vi operano. Il progetto comprende anche un collegamento sotterraneo che sale attraverso il centro del paese fino a raggiungere la stazione della funivia al Faloria, quindi mettendo in comunicazione diretta gli impianti delle Tofane con questo secondo polo. I tempi permettono, al momento, di costruire solo la struttura di trasporto fino a Socrepes e un terzo dei parcheggi programmati. Le opere rimanenti verranno realizzate dopo i Giochi.
Progetti già pronti
Simico, da una parte, e i privati dall’altra hanno predisposto da tempo i progetti. «Questi sono stati portati all’esame della commissione Via della Provincia e saranno sottoposti poi all’analisi della Commissione che autorizza gli impianti. «Bene, i tempi di questa verifica si stanno oltremodo allungando», afferma l’assessore Ghezze, «e il Comune, ma non solo, è sinceramente preoccupato, perché abbiamo riscontrato che anche nel recente passato gli uffici di competenza impiegavano mesi se non anni per arrivare alle sospirate conclusioni». Il timore, dunque, è che salti la data ultima del prossimo novembre per iniziare il cantiere, che necessita almeno di 13 mesi di sviluppo. Senza il collegamento con Socrepes viene meno uno dei «presupposti fondamentali» del dossier olimpico.
d’accordo anche ghedina
E questo lo ammette non solo l’attuale Amministrazione, ma anche l’ex sindaco Giampietro Ghedina che ha formalizzato la proposta di partenariato pubblico-privato. «È indubbio che l’autorizzazione Via, per completare la parte rimanente di procedura autorizzativa, dovrebbe arrivare entro le prossime settimane. Ma», afferma Ghedina, «il problema dev’essere affrontato con spirito di autentica collaborazione con la Provincia e gli uffici di competenza, lontano da ogni recriminazione, da ogni polemica. Quindi con spirito costruttivo». Negli ultimi tempi, invece, in consiglio provinciale si sono materializzate posizioni che hanno provocato la dura reazione degli amministratori di Cortina. E a questo punto l’assessore Ghezze dice di non vedere altra soluzione che appellarsi alla disponibilità della Regione. «Sappiamo che la Via è di competenza della Provincia, ma considerata la posta in gioco, quella appunto olimpica, vorremmo capire se Venezia può in qualche misura accompagnare gli uffici provinciali se non addirittura sostituirsi agli stessi. Chiediamo di verificarlo», mette le mani avanti, «perchè in altre circostanze abbiamo risolto problemi di analoga gravità».
Regione alla finestra
Venezia, però, ci va coi piedi di piombo; e fa presente che la Regione, per intervenire, dovrebbe poter contare su una nuova norma legislativa che glielo consenta. E, considerate le fibrillazioni in atto, è difficile che il presidente Lussa Zaia, se avanzasse una proposta così delicata, troverebbe immediatamente riscontro. Anzi, proprio il contrario.