Orzes: arrivati 21 migranti nell’ex scuola. Il tempo stringe per gli ospiti di Cavassico
Sono stati trasferiti all’ex scuola di Orzes di Belluno i 21 migranti che da quasi un anno erano ospitati nell’ex asilo di Lamon. Il trasferimento dei migranti – che sono di diverse nazionalità, dalla Tunisia all’Egitto, dalla Guinea al Bangladesh – si è concluso l’altro ieri. E qualcuno già lavora.
L’ex scuola di Orzes
A gestirli nella struttura scolastica messa a disposizione dal comune di Belluno sarà la cooperativa Integra. «I ragazzi sono stati tutti sistemati nelle loro stanze», precisa il presidente Claudio Battistella, «restano altri quattro posti, come prevede la convenzione che abbiamo stipulato con la Prefettura, dalla quale attendiamo le indicazioni su cosa dobbiamo fare».
La coop attualmente gestisce i centri di accoglienza straordinaria di Alpago, Belluno e Limana: «Si tratta di centri in aree tra loro vicine e quindi gestibili», precisa Battistella, che poi spiega: «I migranti della struttura di Orzes usufruiscono del servizio di catering per il pranzo e la cena, mentre la colazione è autogestita. Per la parte relativa alle pulizie, gli stranieri sono supportati dal personale della coop».
Prima di entrare nell’ex scuola, la cooperativa ha provveduto a ripulire il giardino da erbacce e cespugli infestanti, poi sono stati sistemati i bagni e le camere. «Abbiamo messo anche le tende alle finestre e atto gli allacci per l’acqua calda nella zona lavanderia, visto che prima c’era solo quella fredda. Per quanto riguarda la tinteggiatura, invece, visto che il Comune aveva fretta che venissero accolti i migranti, la faremo più avanti, magari ci faremo aiutare dagli stessi ospiti dell’ex scuola».
La sistemazione è strategica e comoda, come rileva lo stesso presidente della coop Integra: «Vicino all’ex scuola ci sono la fermata dell’autobus cittadino e qualche metro più in là quella per il trasporto extraurbano. Uno dei migranti ha già trovato lavoro a Feltre e da qui potrà tranquillamente prendere i mezzi pubblici per raggiungere la ditta, anche se dovrà alzarsi all’alba».
Cosa sarà del centro di Lamon?
A Lamon tutti si chiedono cosa ne sarà dell’ex asilo. Il sindaco Loris Maccagnan è «dispiaciuto che i migranti se ne siano andati», ma purtroppo non esisteva un’alternativa. «I ragazzi non potevano continuare a vivere nella struttura visti i tanti problemi che presenta».
Purtroppo le suore proprietarie dell’immobile – che si sono trasferite a Milano – non intendono intervenire per sistemare l’ex scuola e «noi come amministrazione non abbiamo altri immobili da mettere a disposizione per questi scopi umanitari. Dispiace perchè i profughi si erano ben integrati nel tessuto sociale e non hanno mai dato problemi».
Il centro di Cavassico
C’è un secondo centro di accoglienza straordinaria che si chiuderà a breve. Stiamo parlando di quello di Cavassico a Borgo Valbelluna, dove sono ospitati 16 profughi di varie nazionalità. Il sindaco Stefano Cesa, insieme a tutta la giunta e alle associazioni del territorio, sta cercando da mesi un’alternativa all’ex scuola che a giugno sarà interessata ad alcuni lavori di sistemazione per poter accogliere da settembre i bambini del comune durante il periodo di interventi sulla scuola principale.
«Non abbiamo trovato alcuna soluzione per questi ragazzi che ben si erano integrati, tanto che alcuni di loro già lavorano. Qualcuno ha un impiego a Belluno, altri hanno trovato un posto in aziende nel nostro comune e quindi sarebbe bello potessero rimanere nel nostro territorio per poter accedere facilmente alla fabbrica». L’amministrazione è al lavoro per tenere tutti insieme i ragazzi, «perchè ormai tra loro si è creato un rapporto di amicizia, di aiuto reciproco».
Nel frattempo, però, il Comune attende qualche indicazione dalla Prefettura, nella speranza che possa segnalare qualche sede alternativa. Da palazzo dei Rettori, nel frattempo, la referente per l’immigrazione, il vice prefetto aggiunto Rossella Caruso, fa sapere che gli uffici stanno lavorando per trovare una sistemazione ai migranti di Cavassico. Ma il tempo ormai stringe.