Bomporto, verso il voto. Gelatti e il centrodestra «Sostegno alle attività e alle fasce più deboli»
Bomporto Il centrodestra punta sul nuovo per spodestare politicamente il centrosinistra, che da oltre 77 anni governa Bomporto. La convergenza dei diversi partiti c’è stata sul nome di Laura Gelatti, indipendente, che già si era presentata come candidata in Consiglio comunale a Bomporto nel lontano 2009. All’epoca vinse Borghi, ma con una differenza di poche centinaia di voti. Peraltro il trend del centrodestra è in crescita: nel 2019 aveva preso il 34%, contro l’appena 9% del 2014.
Gelatti lavora in un’azienda locale e da anni fa opposizione al di fuori dell’assemblea. «Ora più che mai abbiamo la possibilità di ottenere una vittoria storica - racconta - e i cittadini ne sono coscienti».
Gelatti, partiamo dai contenuti. Cosa proponete per Bomporto?
«I campi in cui vogliamo intervenire sono diversi: dalla sicurezza all’aggregazione sociale, passando per l’economia e le imprese».
In particolare per questi due ultimi temi, cosa intendete fare?
«Crediamo sia necessario mantenere l’aliquota dell’addizionale comunale Irpef fissa allo 0,4%, aumentando la soglia di esenzione a 15mila euro. Sarebbe il doppio di quella attuale, che è ferma a 8mila euro. Questo perché, prima a causa della pandemia e ora per gli effetti indiretti della guerra, le fasce più deboli sono sempre più in difficoltà. Con ricadute in tutti i settori».
Vi siete mossi particolarmente anche per giovani e anziani…
«Sì. Tornando sempre al discorso della pandemia, quelle due fasce d’età sono state le maggiori vittime. Perciò è necessario un passo in avanti, magari adibendo edifici già esistenti a veri propri centri di aggregazione. Sarebbe dei centri polifunzionali sparsi nei tre centri nevralgici del territorio: Bomporto, Sorbara e Solara».
C’è di più?
«Vorremmo anche creare una Pro loco che potrebbe magari gestire questi spazi, proponendo anche attività terze ai cittadini. Alla base ci sarebbe il volontario, per cui il nostro paese è particolarmente noto».
Avete dei piani molto ambiziosi. Ma sono sostenibili economicamente?
«Potremmo dire che Bomporto è un comune virtuoso, e il bilancio consente di mettere in atto determinate iniziative. Ma non basta. Tutto questo va compensato con forti tagli agli sprechi, che esistono, per evitare di sperperare tutte le risorse».
Diamo uno sguardo alla lista: c’è un mix di esperienza affiancato alla gioventù. Perché questa scelta?
«Perché abbiamo riscontrato la necessità di abbinare spensieratezza ad esperienza. Sono molto contenta della mia squadra, è piena di persone che sono disposte a fare il meglio per la comunità».
E cosa vi distingue dalle altre liste?
«Anzitutto non credo sia la competenza. Il centrosinistra ha deciso di affidarsi a persone che hanno già amministrato. Noi abbiamo nomi molto validi ed abituati a gestire le più svariate situazioni. Il tema cruciale è uno: loro governano ininterrottamente da 77 anni, noi invece rappresentiamo un qualcosa di diverso. Perché non si potrebbe invertire la rotta?».
Come avete reagito al commissariamento?
«È stata una sciagura, che ha avuto ricadute sulla cittadinanza. È evidente che il Partito democratico di Bomporto abbia dei problemi al suo interno. Poi le dico una cosa: Meschiari, da dopo il secondo mandato di Borghi, era restia a candidarsi».
Crede che con la vostra lista possiate spodestare il centrosinistra?
«Sì. Anche perché, ad essere sincera, lo si vede dalla loro lista: hanno puntato su persone molto note in zona, e questo, ovviamente, per avere più consenso. Lo avrei fatto anche io se fossi stata al loro posto».
E per la prima volta nella storia , secondo i pronostici, saranno due donne a giocarsi il posto da sindaco…
«Di questo sono molto felice. Conosco Tania, è una persona per bene. Logicamente spero di vincere io, anche se, va detto, governare non è facile per nessuno. Ma credo che, a prescindere da tutto ciò, una donna possa portare un punto di vista differente».
Ha un messaggio per i cittadini?
«Se avete voglia di cambiamento, votate la nostra lista. Cercheremo di essere in tutti i modi pronti per le sfide future, governando il cambiamento all’insegna dell’aggregazione sociale».