Il trasloco del liceo Buonarroti di Monfalcone divide la politica: «Necessario». «Ma la zona scelta è lontana»
MONFALCONE il trasloco del Buonarroti, un’ottantina di primavere alle spalle, nato nell’ottobre del 1943 come costola del liceo Oberdan di Trieste e diventato autonomo nove anni dopo, non è un tema che in città si può definire trascurabile.
Infatti, nell’ultimo Consiglio, esponenti di maggioranza e opposizione hanno spaccato il capello sul suo trasferimento con affaccio sulla Strada provinciale 19: la discussione si è protratta per oltre un’ora e mezza. Ma alla fine, 17 voti a favore e quattro contro (tutti del centrosinistra), con un dibattito riconosciuto bipartisan come «costruttivo», è stata approvata in via definitiva la variante 69 al Prg. Il Pd con la capogruppo Lucia Giurissa ha voluto lasciare agli atti una raccomandazione finale, affinché il centrodestra «vigili» sull’iter, alla luce di possibili criticità legate alla «natura intrinseca» dei terreni.
La variante numero 69 ha così trasformato, in via Grado, 35.309 metri quadri di area d’interesse agricolo in altra destinata ad attrezzature per l’istruzione, cioè la nuova e più ampia sede del liceo di via Marziale – attualmente in centralissima, storica posizione – e il biennio della sezione alberghiera del Pertini, oggi insediato a Grado. L’ente, come rimarcato dall’assessore all’Urbanistica e vicesindaco Antonio Garritani a esordio dell’illustrazione, ha infatti voluto raccogliere le sollecitazioni specifiche giunte dai dirigenti dei due istituti sul punto. In particolare, quelle di Vincenzo Caico, circa l’«overbooking» del Buonarroti, struttura in seguito definita anche dalla sindaca Anna Cisint «non a norma e obsoleta»; ma pure la difficoltà messa in evidenza dalle famiglie, per i figli minorenni iscritti al plesso, di raggiungere l’Isola d’oro con i mezzi pubblici e specialmente d’inverno.
A valle l’esaustiva delucidazione con i tecnici in sede di commissione, sempre Garritani ha riferito le osservazioni racchiuse nell’allegato As, giunte dalle associazioni Rosmann, Patatrac e Legambiente. Il consigliere di FdI Luca Zorzenon ha quindi tratto dalla sua esperienza in Consiglio di classe al liceo e di padre di due figli studenti per confermare il problema degli spazi ormai stretti e risicati: «Al Buonarroti si fanno i consigli d’istituto e le assemblee al Kinemax».
Una zona «difficoltosa», non proprio a due passi. Per contro, con lo spostamento «si libereranno spazi anche alla Giacich, assegnati al liceo sportivo». Il consigliere della Sinistra Alessandro Saullo ha allora ribattuto criticando la zona «assolutamente decentrata, peraltro attraversata da migliaia di auto», e il fatto che in prospettiva, causa il trend demografico in calo nel Mandamento, il rischio sia di andare a costruire una scuola sovradimensionata rispetto alle esigenze future.
Su questo il consigliere della civica cisintina Gabriele Bergantin ha però replicato spiegando che l’amministrazione non è certamente sprovveduta e ha svolto anzi puntuali studi sui fabbisogni e il progetto, finanziato con 20 milioni di euro dalla Regione: ha tacciato pertanto l’opposizione di perseguire soltanto «una decrescita felice».
Dal suo canto la collega Valentina Cisint ha ripercorso la storia dell’ex ragioneria – pure quella nata da una “delocalizzazione”, ma a Staranzano, e rivelatasi con il tempo vincente, nonostante le camminate tra «campi di pannocchie e fango» dei primi allievi – per corroborare la bontà dell’operazione-trasloco, di cui si è detta soddisfatta. E qui il presidente consiliare Ciro Del Pizzo ha ironizzato: «Ma è soddisfatta solo perché parente di...?». Meno brillante la battuta sfuggitagli a causa della mancata chiusura del microfono dopo l’intervento di Jahngir Sarkar (Misto), che pure aveva espresso apprezzamento per le politiche scolastiche dell’ente: «Non c’ho capito una mazza!».
Gli animi si sono però davvero riscaldati solo al rientro in aula di Cristiana Morsolin, relativamente alla rivendicazione delle strutture scolastiche riqualificate dal centrodestra, con Anna Cisint a mettere i puntini sulle “i” e tacciare la compagine della Sinistra di falsità, ma alla fine anche il dibattito politico s’è esaurito e la maggioranza ha portato a casa la variante 69. Sul destino futuro dell’immobile di via Marziale (ci vorranno anni per la concretizzazione del nuovo polo alla periferia Nord), nessuno spoiler in aula. Il centrodestra ci penserà su.—
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