L’ordine ha ricevuto i nominativi degli iscritti non in regola con l’obbligo di legge. Via alle verifiche poi l’allontamento
LUCCA. Nei giorni scorsi all’ordine dei medici della provincia di Lucca è arrivato per mail l’elenco con i nomi degli iscritti che non risultano in regola con l’obbligo vaccinale. In tutto sono 320 i camici bianchi che rischiano la sospensione e che di conseguenza potrebbero mettere ancora più in crisi un settore già a corto di personale e ora più che mai decimato anche da quarantene e isolamenti a causa della quarta ondata.
È una responsabilità pesante quella in mano all’ordine. Da dicembre, infatti, la procedura per la sospensione dei medici non vaccinati è cambiata: prima era l’Asl a prendere il provvedimento e a comunicarlo al diretto interessato, al datore di lavoro e all’ordine professionale, che non entrava nel merito della decisione ma si limitava a ratificarla. «Adesso invece saremo noi a dover fare l’accertamento e a comminare il provvedimento – spiega il dottor Umberto Quiriconi, presidente dell’ordine dei medici e degli odontoiatri della provincia di Lucca –. Questo prevede la nuova normativa. In provincia sono 320 i medici e gli odontoiatri che secondo i primi dati estrapolati dalla piattaforma non sono vaccinati (l’elenco viene aggiornato ogni settimana). Non sono pochi considerando che in tutto abbiamo circa 2.700 iscritti. Il problema è che in quell’elenco ci sono moltissimi errori, almeno un decimo, e li stiamo già riscontrando in questi primi giorni di verifiche. Vi compaiono, ad esempio, professionisti che risiedono all’estero, altri che sono in veneranda età e pertanto non esercitano più. Ci sono perfino ex colleghi defunti da tempo. Per ora i medici e gli odontoiatri nei cui confronti abbiamo adottato la sospensione sono una trentina. Ci vorrà qualche giorno per completare i controlli». Finché la questione era gestita dall’Asl, i medici colpiti dal provvedimento in provincia di Lucca erano stati una cinquantina. Adesso il loro numero rischia di aumentare. Occorre dire che si tratta di cifre in continuo movimento. Come scritto qualche giorno fa, infatti, l’Asl ha di recente riammesso in servizio una trentina di lavoratori della sanità che dopo essere incorsi nella sospensione si sono fatti vaccinare.
Adesso l’azienda sanitaria viene saltata a piè pari e il ruolo di giudice passa all’ordine. Attraverso la Piattaforma nazionale digital green certificate (Piattaforma nazionale-Dgc) gli Ordini provinciali dotranno verificare il possesso delle certificazioni verdi Covid comprovanti lo stato di avvenuta vaccinazione anti Sars-Cov-2. Qualora si accerti il mancato adempimento dell’obbligo, anche con riguardo alla dose di richiamo, si dà comunicazione alle Federazioni nazionali competenti e, per il personale che abbia un rapporto di lavoro dipendente anche al datore di lavoro.
L’atto di accertamento dell’inadempimento dell’obbligo vaccinale è adottato da parte dell’ordine territoriale competente, all’esito della verifica, e ha natura dichiarativa ma non disciplinare. Determina l’immediata sospensione dall’esercizio delle professioni sanitarie ed è annotato nel relativo albo professionale.
Al momento dell’istituzione dell’obbligo, nel luglio scorso, l’Asl nord inviò 1.300 lettere di diffida ai lavoratori della sanità, del pubblico e del privato, che all’epoca non risultavano ancora in regola. Il numero degli irregolari si è via via assottigliato.