San Miniato: risarcimento per i due minorenni presenti nell’auto al momento dello schianto mortale di cinque anni fa. Condannata l'assicurazion
SAN MINIATO. Una serie di lesioni fisiche importanti per lei al punto da finire in coma. Un danno da trauma psicologico e morale per lui. Erano nell’auto guidata dal nonno morto quasi sul colpo nello schianto con una macchina in provincia di Firenze più di cinque anni fa.
Uno choc aggiuntivo per i due nipoti sanminiatesi, all’epoca di 11 e 14 anni, costretti ad assistere all’agonia del parente e per questo segnati da immagini e situazioni da incubo. Il Tribunale di Firenze ha riconosciuto un risarcimento del danno non solo patrimoniale, ma anche morale e biologico.
Un conto di circa 125mila euro (48 per lui, 77 per lei) presentato alla compagnia assicuratrice Allianz che riteneva di aver definito in via stragiudiziale ogni pendenza. Il giudice ha decisamente diversamente. Nel racconto della citazione a giudizio i legali dei genitori, che hanno agito per conto dei figli, hanno sottolineato uno dei passaggi più cruenti quando il minore «sentì il nonno rantolare e perdere la vita, poi vide sorellina con la bocca fratturata piena di sangue che soffocava e cercava di levarle il sangue. Tutto ciò per un bimbo è certamente un evento traumatico che lascia il segno e deve essere adeguatamente risarcito».
La vita del ragazzo fu stravolta dall’incidente. «Stiamo parlando di un 14enne che rimane intrappolato nell’abitacolo della vettura del nonno carambolata violentemente dopo l’urto, che dopo un primo momento di intontimento si desta e comprende di essere l’unico a poter fare qualcosa per i propri congiunti, e si sente invadere da un senso di solitudine e disperazione – è il racconto dei legali –. Sospinto dall’adrenalina del momento, si divide tra la sorella (che sente urlare per il tremendo dolore al capo e alla mandibola fratturata e che vede “arrovesciare gli occhi”, e alla quale tenta di togliere il sangue dalla bocca temendo che altrimenti soffochi), il cugino (traumatizzato e con una mano fratturata) ed il nonno di cui sentì gli ultimi rantoli prima del decesso».
Per lo psichiatra nominato dal Tribunale «il paziente riportò una violenta scossa emotiva traumatica diretta e indiretta per la perdita del nonno in un periodo adolescenziale delicato durante il quale era seguito per un disturbo deficitario attentivo con ansia e manifestò dopo l’incidente una flessione di rendimento scolastico e una sindrome ansioso depressiva adolescenziale tenuta sotto controllo con psicoterapia».
I due nipoti vanno risarciti «per tutte le conseguenze subite nell’occorso sinistro anche se non avevano le cinture di sicurezza allacciate – scrive il giudice –. Sul quantum della minore si liquida il massimo risarcimento per il fatto che è stata in pericolo di vita è andata in coma e ha dovuto sostenere importanti interventi chirurgici con perforazione del cranio, collocazione di placca con viti, e per le cruente modalità del fatto, come rinvenuta dai soccorritori allorquando la rinvennero con la frattura mandibolare affossata e i coaguli di sangue nelle vie aeree, trasportata in urgenza con elisoccorso».
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