L’assessora all’istruzione Daniela Pampaloni: «Sarà impostato un Patto di comunità educante» che unisce scuola e territorio
CECINA. Da pochi giorni nella giunta di Samuele Lippi ha fatto ingresso una nuova assessora, Daniela Pampaloni, ex dirigente scolastica, co-fondatrice del modello di scuola Senza zaino e coordinatrice della rete nazionale scuole Senza zaino. Una amministratrice di esperienza che ha avuto più incarichi in Valdera. L’abbiamo incontrata per chiederle come nasce la sua collaborazione con Cecina e quali sono i primi progetti a cui lavorerà.
Come è nata la collaborazione con il sindaco Lippi?
«È nata all’inizio della pandemia quando mi chiese di entrare nel gruppo dei dirigenti e dei medici di Cecina per parlare di scuola e di futuro dei ragazzi; a settembre 2021 mi ha poi chiesto di collaborare più strettamente con l’assessore Domenico Di Pietro per definire gli istituti comprensivi che a Cecina nasceranno dal prossimo anno scolastico ma soprattutto di lavorare alla realizzazione dei campus scolastici, voluta fortemente dall’amministrazione e dal sindaco in particolare. In questi pochi mesi di collaborazione più stretta il sindaco Lippi ma anche l’assessore Di Pietro hanno insistito perché assumessi la delega dell’assessorato all’istruzione. Ci ho pensato un poco ma poi l’entusiasmo di queste persone e la mia storia personale mi hanno portato ad accettare».
Aveva già un legame con Cecina o la Valdicecina?
«Non ho ovviamente un legame stretto con queste zone anche se per sette anni ho lavorato come dirigente in reggenza al comprensivo di Montescudaio che ha grandi legami con i servizi sociali sanitari e culturali con Cecina stessa. In più la scuola Guerrazzi di Cecina fa parte della rete di scuole Senza zaino ed io ho seguito insieme all’ora dirigente Roberta Gori la nascita di quella scuola come Senza zaino, la sua costruzione come nuovo edificio e continuo ad avere rapporti con le referenti dello stesso progetto della scuola».
Quando sarà operativa e il primo progetto nel cassetto?
«In verità il servizio l’ho già preso perché venerdì scorso, quando sono andata per il primo incontro in giunta mi sono trovata, insieme al sindaco ed a Domenico Di Pietro a dover incontrare le scuole per poter capire la situazione di emergenza sanitaria dentro ogni istituto e nello stesso tempo decidere insieme i passi da fare per dare a tutti i ragazzi la possibilità di fare scuola. E’ stata questa anche l’occasione da parte del sindaco di presentarmi alle scuole. Credo come sempre di dover lavorare su due fronti: il primo è la quotidianità dei problemi, quelli che si evidenziano ogni giorno; lo farò in collaborazione con gli uffici e gli altri membri della giunta. L’altro fronte di lavoro guarda più lontano e va nella direzione di mandare avanti le scelte che l’amministrazione ha già fatto: costruire e gestire i nuovi campus scolastici, il polo zerosei recentemente approvato dalla Regione. Un lavoro a medio termine che imposterò nelle prossime settimane sarà la costituzione di un Patto di comunità educante di cui molto ho già parlato con il l’assessore Di Pietro e che continueremo a sviluppare insieme. Lippi ha già iniziato la riorganizzazione degli istituti comprensivi».
Ci può spiegare il progetto?
«Cecina, come del resto tutta la provincia di Livorno avevano ritardato negli anni la costituzione degli istituti comprensivi (la provincia di Pisa, per esempio, li ha costituiti tutti nell’anno 2000). La Regione ha sollecitato la costituzione dei comprensivi ed ha dato una data di scadenza; per questo è stato necessario prendere in mano la situazione che ha portato alla scelta di due comprensivi. Il lavoro da fare ora, con la delibera regionale di approvazione già fatta, andare ad organizzare insieme alle scuole di Cecina i due comprensivi. E’ un lavoro importante da fare nelle prossime settimane».
Ha anche altre deleghe oltre all’istruzione, ha già in mente i primi interventi?
«Istruzione formazione e lavoro ma anche Diritti dei minori. Su quest’ultima devo riflettere un poco perché voglio davvero insieme a tanti altri soggetti del territorio ragionare sul tema della povertà educativa, del disagio sociale e scolastico e soprattutto di alcuni diritti creativi di cui i nostri bambini/ragazzi/giovani hanno bisogno. Spero di riuscire a fare un buon lavoro».
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