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Июнь
2022

Emergenza sangue: in Toscana si opera solo chi è in pericolo di vita. I numeri della crisi delle donazioni

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Emergenza sangue: in Toscana si opera solo chi è in pericolo di vita. I numeri della crisi delle donazioni

Per chi ha 0 Rh negativo e 0 Rh positivo rinviato l’appuntamento col chirurgo

FIRENZE. Venticinque casi solo a Livorno, un numero imprecisato nell’Azienda ospedaliera universitaria pisana, interventi contingentati nell’Asl Nord-Ovest e difficoltà, anche se con interventi garantiti, negli ospedali di Grosseto, Siena e Arezzo. È emergenza sangue in Toscana e, in alcune zone, in sala operatoria si entra solo se il mancato intervento mette a rischio la vita del paziente.

A farne le spese è chi ha bisogno di operarsi, ma non si trova in pericolo di vita. E, in particolare, chi ha gruppo sanguigno 0 Rh positivo e 0 Rh negativo.

Il “Meteo sangue”, il monitoraggio in tempo reale sulle scorte del Centro regionale sangue (Crs), a mercoledì 29 giugno – e da giorni – segnava una situazione di “emergenza”, cioè di «gravissima carenza». In difficoltà anche l’approvvigionamento del gruppo A. Fino a venerdì 24 giugno lo stato delle scorte era in “urgenza” per il solo A Rh negativo, mentre mercoledì 29 anche l’A Rh positivo è entrato in zona rossa. Comincia a scarseggiare anche il gruppo B Rh positivo. «La carenza di sangue si sta verificando da tempo ed è sia locale, per l’area vasta Toscana Centro, sia regionale – spiega Franco Vocioni, direttore del dipartimento Medicina di laboratorio e immunoematologia e trasfusionale di Firenze – ma anche nazionale tanto che dalle altre regioni, in genere quelle che producono più di quanto consumino, si ottiene una “compensazione” con estrema difficoltà». In questi casi si riducono al minimo le scorte così da tenere a disposizione solo quelle per le urgenze, «e – spiega ancora Vocioni – si massimizza l’appropriatezza delle richieste di sangue e dell’uso, si chiede alle associazioni di chiamare i donatori, si cerca di programmare con i chirurghi la distribuzione per gruppi sanguigni degli interventi chirurgici nell’arco di una o due settimane. Tutte le mattine effettuiamo la “compensazione regionale” per cercare di contribuire a evitare che anche altre aziende debbano rinviare interventi».

«Al momento non si sono verificate nei nostri ospedali criticità particolari, solo un paio di rinvii circa due settimane fa», spiega Stefano Michelagnoli, direttore del dipartimento Specialistiche chirurgiche sempre dell’Asl Centro. Il calo delle donazioni è una delle cause. Ma non la principale. Secondo dati della Regione quest’anno tra gennaio e il 28 giugno ci sono state 1.906 donazioni in meno rispetto allo stesso periodo del 2021, da 80.679 a 78.773. In alcuni mesi, tuttavia, il saldo è positivo. A febbraio, ad esempio (+70), a maggio (+76) e a giugno (+166). Va detto che, nel 2021, le donazioni nei primi cinque mesi sono state molto generose (+5.134) rispetto allo stesso periodo del 2020, che ne ha avute 4.381 in meno rispetto al 2019. Ed è facile capire perché: la pandemia ha prima bloccato le donazioni e poi, cancellando gli eventi in presenza, ha indebolito le campagne di sensibilizzazione alla donazione.

«Tra i donatori non c’è ricambio generazionale – spiega Fabrizio Niglio, direttore dell’area di Medicina trasfusionale dell’Asl Nord-Ovest – Chi è donatore resta tale. Ma chi non può più donare, non viene rimpiazzato». E non è questo il momento migliore per rimediare. Non solo perché d’estate, con il caldo, molti preferiscono evitare il prelievo. Ma anche perché proprio ora aumentano le emergenze. «Due settimane fa – spiega Silvia Ceretelli, direttrice dell’Unità operativa complessa di Immunoematologia e Medicina trasfusionale dell’ospedale di Grosseto – abbiamo avuto i primi incidenti stradali, anche gravi, che hanno richiesto sangue per i feriti. All’ospedale Misericordia di Grosseto abbiamo uno degli unici due servizi in Italia di elisoccorso con a bordo unità di sangue 0 negativo, che tutti possono ricevere. Questi incidenti ci hanno messo in difficoltà per lo 0 negativo. Come rimediare? Lavorando in sintonia con le associazioni di donatori, per programmare le donazioni e avere, ad esempio, un donatore al giorno di 0 negativo. In questo modo garantiamo cinque unità a settimana».

Quello che però incide di più nell’emergenza sangue è l’enorme numero di interventi rimandati durante la pandemia, e che vanno recuperati. «Da un lato diminuisce la donazione, dall’altro aumenta la richiesta – osserva il dottor Niglio – È come una legge di mercato, solo che il sangue non è una merce, quindi non puoi “cavartela” alzando il prezzo, come sta succedendo col gas. Puoi solo donare. E questo è il nostro appello».

© RIPRODUZIONE RISERVATA




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