Covid pigliatutto, resta al palo mezzo milione di esami e visite

Entro il 24 febbraio la Regione Toscana presenterà al ministero il piano per abbattere i ritardi nelle prestazioni. L’assessore Bezzini: «Per recuperare ci affidiamo all’attività aggiuntiva dei medici e al privato accreditato» 

Oltre mezzo milione di toscani aspetta di varcare la soglia di una struttura ospedaliera per una visita medica specialistica o un esame; 36mila, invece, le persone che attendono di essere sottoposte a un intervento chirurgico. Colpa della pandemia che ha rallentato gli ingranaggi della macchina sanitaria, dice Simone Bezzini, assessore regionale al Diritto della salute. Ma ora c’è da recuperare terreno. E in fretta. Proprio per abbattere le liste d’attesa, il governo ha vincolato una parte del fondo sanitario nazionale e la cifra che spetta alla Toscana ammonta a 31 milioni e mezzo di euro.

LE STRATEGIE

E sono due le strategie – poi definite in un piano strategico redatto dalla Regione Toscana che sarà presentato entro il 24 febbraio al ministero della Salute (dopo l’approvazione in giunta) – e coinvolgeranno sia la sanità pubblica che quella privata. Per le visite specialistiche la Regione si affida alle prestazioni aggiuntive dei medici delle Asl toscane a cui sarà garantito un aumento dei compensi (80 euro a visita invece di 70 come avveniva finora). In sostanza, Asl o policlinici universitari possono “acquistare” prestazioni da medici e tecnici in intramoenia con la libera professione che viene così dirottata a favore dell’azienda sanitaria.

IL RUOLO DEL PRIVATO

Ma per colmare lo squilibrio tra prescrizioni mediche e prenotazioni, l’idea è quella di coinvolgere anche il privato accreditato. Nessun costo in più per il paziente che si limiterà a pagare il ticket come se la visita o l’esame fossero stati effettuati in una struttura pubblica anziché privata. Ma di fatto quei costi pesano sulla spesa complessiva del servizio sanitario nazionale. Nel 2020 – secondo i dati dell’Associazione italiana ospedalità privata – la media è stata di 392 euro per abitante, pari al 20,3% ella spesa complessiva del servizio sanitario nazionale, in aumento rispetto al 2019 (362 euro, 18,8 %). «Entro il 24 febbraio definiremo il piano per riuscire a recuperare visite ed esami sospesi nei mesi scorsi durante i mesi centrali della pandemia – sottolinea Bezzini – La Regione definirà le linee guida in accordo con le Asl che poi ricopriranno un ruolo attivo nello smaltimento delle liste d’attesa insieme al privato accreditato».

L'ASSOCIAZIONE

Intanto l’Associazione italiana ospedalità privata si fa avanti e chiede di entrare a pieno regime nella partita del recupero delle liste d’attesa in Toscana. «Vogliamo mettere, ancora una volta, a disposizione le strutture private accreditate – spiega il presidente Paolo Spolaore –in modo da venire incontro alle esigenze dei pazienti continuando nel percorso di collaborazione e di sinergia tra pubblico e privato a sostegno e per soddisfare la richiesta di prestazioni».

L’associazione dice di mettere a disposizione «strutture e personale qualificato soprattutto nei reparti di ortopedia, urologia, oculistica, cardiologia, medicina generale nonché nei servizi di specialistica ambulatoriale e di alta diagnostica per immagini».

«Le nostre agende – precisa il presidente – prevedono un’ampia disponibilità di posti per risonanze, Tac, spirometrie e anche per tanti importanti accertamenti diagnostici. Abbiamo letto che per esami strumentali nella sanità pubblica i pazienti arrivano ad attendere un anno. Logico e responsabile da parte nostra mettersi a disposizione per arrivare a un abbattimento dei tempi di attesa».

IL RECUPERO È POSSIBILE

Tutto dipenderà se il Covid-19 allenterà la sua morsa oppure no. «Proprio in questi giorni stiamo terminando di redigere il piano strategico, ma se la pandemia rallenterà un po’ il recupero è possibile – spiega l’assessore regionale Bezzini – . Un recupero che è una necessità e già era stato avviato durante l’autunno 2021. Poi, però, a dicembre ha fatto la sua comparsa la variante Omicron e la pandemia è esplosa. Di nuovo. I dati di gennaio sul fronte di visite specialistiche ed esami diagnostici sono più incoraggianti e dimostrano che qualcosa si sta muovendo nella giusta direzione. Contiamo di proseguire così e a primavera, se non ci saranno complicazioni legate all’emergenza sanitaria, la situazione sarà migliorata con quantomeno lo sfoltimento delle liste d’attesa».

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