Il Covid, le chiusure e all'improvviso la povertà: «Licenziata e senza un soldo, vi racconto come sono rinata»
Parla una cameriera della Versilia che ha provato sulla pelle la recessione legata alla pandemia: «Non sapevo come sostenere le spese, ero disperata. Ora mi sono rimessa in gioco»
VERSILIA. Lavorava come cameriera in quella pizzeria della Versilia da molti anni con un contratto regolare e tanta passione.
Prima c’è stato il lockdown, poi le chiusure legate alla “zona rossa”. Fatto sta che quel locale non è riuscito a reggere l’urto della pandemia, costringendo il titolare a chiudere. E, di conseguenza, a mandare a casa tutto il personale. Tra cui lei, 53 anni, della provincia di Lucca. «Tutto procedeva per il meglio – racconta la donna – fino a quando non ho perso il lavoro. Prima di quel momento, non mi ero mai affacciata a un centro d’ascolto della Caritas, ma sono stata costretta dalle circostanze. Avevo acquistato la macchina a rate, facendo affidamento sulla sicurezza legata al mio contratto a tempo indeterminato. Che, però, è venuto meno all’improvviso.
È stata una batosta difficile da mandare giù, ma ho scelto di rimboccarmi le maniche». Tante volte è passata davanti al centro d’ascolto della Caritas, indecisa se entrare o meno. «Non avevo il coraggio: mi vergognavo», racconta la 53enne. Ma una volta superato l’imbarazzo iniziale, ha preso coraggio. E l’ha detto: «Ho bisogno di aiuto». Quelle parole, per lei, sono state una liberazione. «Nessun giudizio, ma solo tanta comprensione - racconta la donna -. Mi sono sentita accolta e ascoltata. Era proprio quello di cui avevo bisogno. Ho spiegato la mia situazione e ho scoperto proprio in quel momento che sono moltissime le persone, soprattutto donne, nella mia stessa situazione».
La donna ha avuto accesso al progetto “Riuscire” della Caritas che consiste nella creazione di un fondo solidale che sia di effettivo sostegno alle famiglie in difficoltà. E così è riuscita a sostenere le spese per la sua auto e altre necessità. Certo, non è stato semplice e, a distanza di qualche mese dal giorno in cui la donna ha bussato per la prima volta alla porta del centro d’ascolto della Caritas diocesana, ancora tutto non è in discesa. «Ma questa storia contiene anche un messaggio di speranza – conclude la 53enne – perché, nel frattempo, ho ritrovato un nuovo lavoro. La Caritas continua a restare al mio fianco e, infatti, di recente ha sostenuto le spese per l’assicurazione della mia macchina. Ma quello che conta è che mi sia rimessa in gioco per la ricostruzione di un futuro che, fino a qualche tempo fa, sembrava sicuro».