A Piombino la benzina sopra i 2 euro: «Cifre insostenibili, così non reggiamo». Ecco dove si spende meno
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Zagaglia, presidente provinciale Faib: «Negli ultimi giorni viaggiamo ad aumenti di 3-4 centesimi ogni ventiquattro ore»
PIOMBINO. Sale alle stelle il prezzo del carburante e sfonda il tetto dei 2 euro al litro per la benzina. Succede un po’ ovunque, anche a Piombino dove, nell’ultima settimana, le cifre sono lievitate in modo netto, mettendo in crisi sia i clienti che i gestori degli impianti.
Basta fare un giro per i distributori in città per rendersi conto del rialzo. Un aumento generalizzato nel quale non si salva nessuno. I prezzi, tuttavia, variano, anche se non di molto. Al netto delle varie casistiche (fra chi non fa differenza fra self e servito e chi propone sconti per ad hoc) nel mucchio delle nove pompe cittadine, si risparmia di più all’Aci in piazza Niccolini, dove la benzina ieri restava appena sotto l’1,900 euro al litro. Sotto i due euro anche l’Ip in via della pace e il Tamoil di largo Calamandrei. Per il resto, sfondato il tetto dei due euro al litro per la verde. «La situazione è davvero preoccupante sia per l’utenza che per le nostre imprese – a parlare è Luciano Zagaglia, presidente provinciale dell’associazione di categoria Faib (Federazione autonoma italiana benzinai) oltre che gestore di un impianto Esso a Rosignano – Al momento c’è un carico che diventa difficile sopportare. Per capirsi, noi gestori, per mantenere le stesse quantità di carburante in cisterna, ci troviamo a un esborso notevole. Parliamo del 40% in più rispetto alla normalità. Quanto all’utenza, invece, nella media il diesel ha superato l’1, 900, mentre la benzina ha sfondato i 2 euro al litro. Livelli mai raggiunti, tanto che probabilmente le persone stanno iniziando a rivedere le proprie abitudini. In questo momento l’aumento viaggia sui 3-4 centesimi giornalieri»
«Come funziona? – prosegue Zagaglia – Giorno per giorno riceviamo dalla relativa azienda i prezzi per benzina e diesel. Prezzi ora come ora insostenibili per il portafogli di utenti e imprese. Credo sia giunto il momento che il governo faccia qualcosa. Un’azione concreta. Non dico di togliere, ma almeno di congelare le accise e, se possibile, anche l’iva. Perché così è impossibile andare avanti. E le previsioni non lasciano intendere niente di buono nemmeno per il futuro immediato».
Se il minimo storico dei carburanti è stato toccato nel primo lockdown, adesso siamo al record in senso opposto.
«Nel corso della prima quarantena, con la mancanza di consumo e di richiesta, i prezzi erano decisamente bassi – spiega Zagaglia – Rispetto a quel periodo, oggi le cifre per la benzina sono di 60-70 centesimi in più. Per un po’abbiamo oscillato fra 1, 500 e 1, 700. Già nelle scorse settimane era cominciato un aumento costante, ma nell’ordine di uno o due centesimi a settimana. Nell’ultima settimana, invece, la situazione è precipitata e, negli ultimi tre giorni, viaggiamo a botte giornaliere di 3-4 centesimi di aumento. L’ho detto, la gente potrebbe iniziare a cambiare abitudini, anche se per ora vedo più rassegnazione che rabbia. E la benzina viene vista come uno dei fattori che è aumentato. Tanto quanto altre cose. Il dramma vero, comunque, è per chi con il carburante ci lavora, e non può fare a meno di spostarsi con i mezzi. Parlo ad esempio dei camionisti, ma va malissimo anche per noi e l’intera filiera».
Gli aumenti sono trasversali e riguardano un po’tutti. «Già, i rialzi sono generalizzati – dice Zagaglia – Se c’è qualche impianto che ha prezzo più bassi, è perché probabilmente ha preso carburante prima dei rialzi e ha cifre inferiori fin quando non finirà la scorta. Quanto alle varie aree, in questo momento Piombino e la Val di Cornia hanno prezzi alti come tutti, ma leggermente più bassi che altrove. Lo stato di cose è, però, in continua evoluzione e siamo dentro un work in progress negativo dal quale non si riesce a vedere la luce».
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