Carburante esaurito ai distributori: «Siamo ko». Primi impianti chiusi in Toscana

FIRENZE. «Carburante esaurito. Siamo spiacenti». Spuntano cartelli come questo nei distributori toscani. Vengono affissi sulle insegne luminose e pure sui totem per il rifornimento. Gli automobilisti leggono, poi invertono la marcia. La benzina è esaurita ma non è colpa della corsa all’accaparramento. Non c’è il panico da serbatoio vuoto. No, la verità – dicono gli addetti ai lavori – è che i gestori degli impianti sono in ginocchio. E non ce la fanno a fare rifornimento. Non nei quantitativi imposti dalle compagnie che pretendono il pagamento immediato.

«Manca la liquidità: i costi aumentano, ma i consumi diminuiscono. E questo rapporto inversamente proporzionale sta uccidendo le imprese» spiega Marco Princi, presidente regionale della Federazione autonoma italiana benzinai di Confesercenti. Lo sa bene lui, gestore di un distributore a Navacchio (Pisa) . Quello stesso distributore – dice – che è “a secco” da venerdì sera. Così i gestori hanno deciso di manifestare. «In modo simbolico per non creare troppi disagi a chi viaggia tutti i giorni», spiega il presidente della Faib.

La protesta

Nulla di eclatante, ma il messaggio contro il caro carburante è chiaro con i distributori che lunedì notte, in tutta la Toscana, resteranno al buio. «Abbiamo deciso di spegnere le nostre insegne – racconta Princi – La situazione è drammatica, come mai prima. Abbiamo chiesto alle compagnie di ridurre il limite minimo di carburante ordinabile. Si parla di contratti firmati prima del 2019 quando nessuno avrebbe mai immaginato una pandemia. Figurarsi una guerra. Sono limiti inadeguati, che non tengono conto della situazione attuale. La nostra protesta simbolica di lunedì notte è rivolta proprio alle compagnie petrolifere. Perché si rendano conto che così rischiamo di chiudere».

Il calo dei consumi

Il primo, duro, colpo alla mobilità (e quindi ai gestori dei distributori) risale a più di due anni fa, durante il lockdown. Quando l’Italia intera si fermò. «E da allora il Paese non è più ripartito davvero», sottolinea Princi. Un’affermazione confermata dai freddi numeri. «Se analizziamo i dati pre-pandemia – precisa – ci rendiamo conto che i consumi sono diminuiti del 30%; per i distributori in autostrada sono addirittura dimezzati. C’è ancora chi lavora in smart working e chi, con l’aumento del carburante, cerca di trovare altri modi per muoversi, magari più economici. E noi intanto caliamo a picco».

Il limite minimo

Marino Milighetti, presidente regionale della Federazione italiana impianti stradali di Confcommercio, dice che la vera sfida, oggi, è riuscire a riempire un’intera botte di carburante. «Dobbiamo considerare che una botte di carburante può contenere circa 39mila litri – precisa – Che, tradotti in denaro, sono circa 80mila euro. E mettiamo il caso di non voler esagerare e di fermarci a quel limite minime che la compagnia ci impone: 20mila litri di carburante, nel mio caso, che corrispondono a circa 40mila euro. Ecco, con un guadagno di 3 centesimi a litro come possono resistere le nostre aziende? Molte sono destinate a chiudere, non c’è altra strada. Il fatto che davanti ai distributori siano affissi i cartelli “Carburante esaurito” è un brutto segno. Significa che i colleghi non ce la fanno più ad andare avanti. È un dramma: strozzati dall’aumento costi, da un lato e dei prezzi alti dall’altro, con margini medi ormai al 2%».

Richieste al governo

«Non c’è più tempo da perdere: bisogna agire», è il grido d’allarme – e al tempo stesso di aiuto – dei gestori dei distributori toscani. «Servono interventi urgentissimi sui carburanti, anche e soprattutto a tutela dei consumatori – conclude il presidente della Faib-Confesercenti Toscana – Mi riferisco, intanto, alla sterilizzazione dell’Iva e al monitoraggio dei mercati e dei prezzi. Sono necessari, poi, sostegni alla categoria per il forte aumento dei costi, trainati dall’energia elettrica e l’estensione del credito d’imposta su tutti i costi sostenuti per la vendita con transazioni elettroniche dei carburanti. Possono aiutare ulteriori giorni di dilazione dei pagamenti, per far fronte ai maggiori costi finanziari. Senza interventi d’emergenza saremo costretti alla chiusura degli impianti per mancanza di liquidità».

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