Livorno, in viaggio con il pescatore: «Tra le onde al minimo della velocità per non sprecare il gasolio» - Video
LIVORNO. «Aspetta Altin, aspetta un altro po’. Ora, vai ora. Cala, cala! ». Le mani si muovono. La corda striscia sicura. Per uno, due, tre metri. Sguscia su, saetta. Poi scende. «Giù. Giù la rete».
Splash. «È sotto, è sotto. C’è, c’è». Poi il tempo si congela. Vento e silenzio sotto il cielo scuro. La pesca è attesa. La pesca è precisione. E quello che c’è o non c’è nella rete fa la differenza. La fa eccome. Simone Sardone quei fondali, al largo di San Vincenzo, li conosce alla perfezione. Guida la sua Nirosi II con una mano sola, infrangendo l’onda come se non avesse mai fatto altro.
«Questa barca ha 28 anni. È la fonte del mio lavoro, è la mia vita». Il Tirreno ha trascorso una mattinata a bordo della Nirosi con capitan Sardone e i suoi tre marinai. Per capire come funziona il lavoro di chi cala le reti per vivere. E raccontare che cosa significa per un pescatore il rincaro del gasolio.
A differenza di tanti suoi colleghi, Sardone non salpa sempre prima dell’alba. Sono le 7 quando il peschereccio di 14 metri lascia l’ormeggio del porticciolo, sotto lo sguardo vigile del marinaio creato dal compianto artista Giampaolo Talani. Il peschereccio è colmo di gasolio.
«Ho fatto il pieno ora – racconta Sardone –. Per fortuna qui il gasolio costa un euro al litro ma non è così ovunque. A Livorno, per esempio, il prezzo è di un euro e quaranta. E a essere sincero la situazione comincia a diventare insostenibile».
Superando la scogliera del porticciolo, il peschereccio procede lentamente. Non proprio a passo d’uomo, ma quasi. E c’è un motivo.
«Ho deciso di diminuire la velocità per risparmiare gasolio. La mia non è pesca a strascico, perciò sono in grado di farlo e un po’ riesco a tamponare. Ma ci sono tanti colleghi che non possono permettersi di andare più piano». Simone guarda il monitor che ha vicino a sé in cabina, proprio accanto al timone. Lì c’è il fondale marino e quelle lucine colorate rappresentano gli scogli. «Quando sul rosso (gli scogli, ndr) appare l’arancione vuol dire che ci sono i rossetti e che è arrivato il momento di calare la rete». È un’operazione quasi chirurgica. Bisogna calcolare il vento, capire la corrente e gettare la rete in modo tale che non si incastri tra gli scogli, perché potrebbe rompersi.
«E di spese extra, in questo momento, non ce n’è proprio bisogno. Consideri che caliamo in mare 20.000 euro di reti e riparare un taglio può arrivare a costare anche 5.000 euro».
Peraltro Sardone sta vivendo un periodo parecchio complicato lavorativamente parlando. «Vivo a Rosignano Solvay e per anni ho ormeggiato la barca al porto di Marina Cala de’ Medici. Poi è cambiata la gestione dello scalo e ci hanno detto che lì non potevamo più stare. Peraltro, nel mandarci via, ci hanno chiesto anni di arretrati. Non avendo quei soldi mi avevano pignorato la barca, che è il mio unico sostentamento. Poi ho fatto ricorso». E in mare, con la sua Nirosi II, ci è tornato. L’ha fatto insieme ai suoi marinai: Altin Bushi, Fatjan Bushi ed Erind Kerbizi. Ma non a cuor leggero. «Noi pagavamo un pieno di gasolio circa 1.600 euro – spiega Sardone –. Ora, a seconda delle stazioni di rifornimento, spesso arrivo a spendere anche 1.400 euro in più».
La durata di un pieno dipende da tante variabili. Dalla lunghezza del tragitto, per esempio. «Qui a San Vincenzo l’area di pesca non è moto estesa – racconta il pescatore –. A Follonica invece viaggiamo molto di più. In media con un pieno ci vado avanti un mesetto. Ma solo perché ho diminuito di parecchio la velocità. Perdo tempo, devo partire prima la mattina, ma è l’unico modo per non andarci rovinato».
Mentre Sardone racconta, i suoi fidi pescatori tirano a bordo le reti. E svelano il tesoro: un chilo di rossetti. «Non è molto. Ma d’altra parte siamo a fine stagione. Consideri che da questa quantità possiamo ricavarci, di media, una quarantina di euro». Ma alle aste il prezzo oscilla. E tutto va molto alla giornata. Nel senso che una pescata è vincente se si allineano meteo, correnti e abbondanza di prede. Anche il prezzo del gasolio, in realtà, va alla giornata. Solo che ora come ora cresce e basta, quando va bene rimane stabile e «non credo che sarà semplice continuare così ancora per molto».
Simone riporta il suo peschereccio in porto dopo ore di calate, col freddo nelle ossa e la fatica nelle gambe. Il tramonto ha sfumature cupe. Chissà se l’alba di domani porterà buon vento.
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